Gary Hemming: l’americano che divenne eroe di Francia

Visionario, ambientalista, fuori dagli schemi, generoso, tormentato. Ogni definizione è quella giusta per raccontare un grande protagonista della montagna. Che ci ha lasciati troppo presto L'articolo Gary Hemming: l’americano che divenne eroe di Francia proviene da Montagna.TV.

Jan 23, 2025 - 13:20
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Gary Hemming: l’americano che divenne eroe di Francia
Gary Hemming, Le beatnik des cimes

Io sono quello che ero prima. Perché allora nessuno si accorgeva di me?

Gary Hemming

Gary Hemming nasce a Los Angeles il 13 dicembre 1934, crescendo dunque in quell’America del dopoguerra in grande crescita economica e coinvolta nella lotta al comunismo. Gary, ragazzo alto, biondo e dagli occhi azzurri, ha un enorme rispetto per la vita e, dunque, perché sprecarla in fabbrica o in ufficio?
Scalare gli regala quel senso di libertà a cui aspira ma la bandiera a stelle e strisce gli veste stretta mentre il vecchio continente sembra offrire ciò che cerca.Attraversa l’Atlantico per arrampicare prima in Inghilterra e spostarsi in Francia agli inizi degli anni Sessanta.
A Grenoble, dove frequenta sporadicamente l’università, conosce una ragazza dalla quale ha un figlio ma di certo non si può parlare di famiglia. Infatti Gary vive come un nomade tra Grenoble, Chamonix, dove prova senza successo a diventare Guida Alpina, e sotto i ponti della Senna, come lui stesso indica in una cartolina. Sempre vestito con scarpe da ginnastica, jeans rattoppati, un maglione rosso e l’inconfondibile lunga sciarpa al collo.

Dopo un tentativo invernale fallito, nell’estate 1961 è il primo americano a salire lo Sperone Walker alle Grandes Jorasses. Fisico atletico, grande resistenza, coraggio e determinazione sono la chiave delle sue imprese su roccia e su ghiaccio, come le note solitarie con piccozze e ramponi sull’Aiguille Verte e sulla Nord del Triolet.

Le due “americane”

Gary diventa subito noto tra gli alpinisti francesi, portando in Europa la reputazione dei climber americani, soprattutto per l’apertura di due tra le più celebri vie delle Alpi.
Nel 1962 dà prova delle grandi abilità sviluppate sulle big-wall di Yosemite aprendo la Diretta americana al Petit Dru con Royal Robbins: 1000metri di vertiginoso granito fino al 6C che da sempre affascinano i grandi alpinisti, in particolare per il “diedro di 90 metri”. Liberata nel 1978 da Patrick Berhault e Georges Unia. Nel 1982 la Diretta viene salita da Christophe Profit in free-solo in 3 ore e 10 minuti; il 16 agosto 1986 Marco Pedrini la affronta in solitaria, purtroppo con una fatale caduta in discesa; infine, le orme di Hemming e Robbins vengono ripercorse in free-solo dal connazionale Alex Honnold nel 2021.
Dopo un primo tentativo il 17 luglio, il 25 e 26 luglio 1963 Gary Hemming, John Harlin, Tom Frost e lo scozzese Stuart Fulton aprono la Via Americana sulla parete sud della slanciata Aiguille duFou. Si tratta di 300 difficili metri vinti grazie alla loro esperienza di artificiale, valutandola allora  VI e A4.

Il salvataggio sul Petit Dru

Nel 1966 due avvenimenti sconvolgono la sua vita già complicata: la morte dell’amico John Harlin sull’Eiger e il celebre soccorso al  Petit Dru.Il 18 agosto mentre viaggia nel traforo verso Courmayeur viene a sapere di due tedeschi bloccati da un tempo terribile, già da sette giorni, sopra il diedro della sua via al Dru. Torna a Chamonix finendo gli ultimi spiccioli e parte verso l’attacco dove viene raggiunto da René Desmaison. Lo sforzo congiunto di otto forti alpinisti porta al recupero dei due tedeschi, miracolosamente ancora in vita, dimostrando l’inefficacia della macchina del soccorso organizzato. Gary, quasi sconosciuto in patria, diviene un eroe e l’impresa finisce su tutte le testate francesi, tra queste la celebre Paris Match gli dedica la copertina. Viene invitato a scrivere un articolo dove si concentra sui lati umani della vicenda, inserendo anche numerosi riferimenti al parallelo terremoto in Turchia e alla guerra del Vietnam, fonte di grande angoscia per lui.

Le beatnik descimes

La fama ottenuta diventa un ulteriore fardello da gestire in una vita alla ricerca della propria esistenza, forse questo il vero motivo del suo andare in montagna.Gary è sempre all’inseguimento di un sogno verticale o di un amore impossibile, spesso ricercato tra le giovani turiste di Chamonix.Ma ogni risultato lo lascia insoddisfatto e passa di continuo da un estremo all’altro divenendo così un personaggio ricco di contraddizioni: generoso, sincero, violento quando beve, a tratti vanitoso, circondato da amici ma al tempo stesso schivo e solitario.

“Un ribelle delle cime” se così si può tradurre l’espressione “beatnik”, ossia esponente di quella Beat Generation che coinvolge giovani anticonformisti capitanati dall’artista statunitense Jack Kerouac.Anche Gary è uno “scrittore”, come spesso indica essere la sua professione, ma i suoi due libri non verranno mai pubblicati perché li rimaneggia di continuo senza trovarne una fine.

Sensibile alla tematica ambientale, come il suo mentore John Muir, pubblica nel 1964 sulla rivista del Club Alpino Francese un manifesto con cinque punti relativi all’arrampicata:“Non lasciate nessuna traccia di voi in parete, né chiodi, né cunei, né cordini: non asportate nulla dalla parete, ritornate portando con voi i vostri ricordi e le vostre fotografie; a chi vorrà seguirvi non dite nulla di preciso: soltanto il punto di attacco, quello di uscita e un cenno per le difficoltà generali”.

Un colpo di pistola nelle Montagne Rocciose rompe il silenzio della notte del 6 agosto 1969. Gary, asoli 34 anni ma uomo senza età, si toglie la vita. Qualche bicchiere di troppo, una lite e una rissa rompono il già precario equilibrio interiore di un grande alpinista, sconfitto nella vita e, al tempo stesso, eroe.

Salite principali

  • 27 e 28 agosto 1961 – 1° traversata passando per il Col de Peutérey nel senso Brenva-Freney con John Harlin.
  • 24-26 luglio 1962 – Diretta Americana al Petit Dru con Royal Robbins.
  • 17, 25 e 26 luglio 1963 – Via Americana (Via Classica) sulla sud dell’Aiguille duFou con John Harlin, Tom Frost e lo scozzese Stuart Fulton.

Libri

  • Se non dovessi tornare”, – Enrico Camanni – 2023
  • “Gary Hemming, una storia degli anni ’60”, di Mirella Tenderini – 2015
  • “Solo Faces”, di James Salter – 2008

Film

  • “Gary Hemming, le beatnik descimes, di Jean Afanassieff – 1995

Come i marinai, Hemming ha una donna in ogni città. Come i girovaghi, non ha una casa. Come gli artisti, molti amici e nessun vero amico.

Enrico Camanni

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