Lapolveriera: “Un posto in cui tornare”, l’EP che segna una nuova direzione musicale

Lapolveriera torna con “Un posto in cui tornare”, un EP che segna una svolta nel loro sound, passando da sonorità folk a un mix di elettronica e indie rock. Il titolo evoca il desiderio di un rifugio sicuro, tema centrale dei brani che raccontano storie di speranza e ricerca di soluzioni. Con questo lavoro, la […] The post Lapolveriera: “Un posto in cui tornare”, l’EP che segna una nuova direzione musicale appeared first on Indielife.it - Magazine indipendente dedicato agli artisti emergenti.

Jan 23, 2025 - 06:56
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Lapolveriera: “Un posto in cui tornare”, l’EP che segna una nuova direzione musicale

Lapolveriera torna con “Un posto in cui tornare”, un EP che segna una svolta nel loro sound, passando da sonorità folk a un mix di elettronica e indie rock. Il titolo evoca il desiderio di un rifugio sicuro, tema centrale dei brani che raccontano storie di speranza e ricerca di soluzioni. Con questo lavoro, la band si allontana dai suoni del passato per esplorare nuove strade musicali, ispirandosi a gruppi come Baustelle e Pixies. Il loro viaggio continua con un concerto-festa a Verona il 20 febbraio, dando il via ad una nuova fase del loro progetto.

Cominciamo parlando del titolo del vostro nuovo EP, “Un posto in cui tornare”. Cosa rappresenta questo titolo per voi e qual è il messaggio principale che avete voluto trasmettere con questo lavoro?
Ciao e grazie per l’ospitalità! Per noi, “un posto in cui tornare” significa storie alla ricerca di un rifugio, di un luogo sicuro. Significa situazioni complicate in cerca del bandolo della matassa: quello che cerchiamo di esprimere, attraverso questo EP, è il fatto che – per quanto possano essere complicate le vicende che ciascuno di noi vive – una soluzione c’è sempre. E spesso è più vicina a noi di quanto non crediamo. Ciascuno ha un proprio “posto in cui tornare”, uno safe space in cui rifugiarsi, che può essere sia dentro di noi sia fuori di noi, come ad esempio un luogo, una persona, un ricordo.

Avete menzionato che questo EP segna una evoluzione rispetto al vostro lavoro precedente, “Tempi Moderni”. In che modo avete fatto evolvere il vostro sound e quali sono stati i principali spunti creativi che hanno guidato questa trasformazione?
Non sappiamo quale sia il modo tramite il quale siamo cambiati, ma sentiamo di non essere più Lapolveriera del 2019, di quando è nato il progetto: siamo cresciuti, ci stiamo evolvendo, ma manteniamo fermo il desiderio di raccontare. Questo EP rappresenta una bella svolta nella focalizzazione del sound e del modo di scrivere: rispetto al primo disco, ci siamo lasciati alle spalle l’impronta folk-cantautoriale degli inizi ed i suoni sono più grossi, più dritti, molto più focalizzati sul significato che vogliamo trasmettere con i nuovi brani. Ci riavviciniamo ai synth, agli overdrive più corposi, e lasciamo che i brani sfreccino nelle orecchie uno dopo l’altro. Fa eccezione solo Cartolina, canzone molto più “calcuttiana” ma non meno effettiva nel senso che si vuole rendere.

Vi è mai capitato di scrivere un brano che inizialmente sentivate distante dalla vostra realtà e che, col tempo, ha preso una nuova forma che vi rispecchiava maggiormente? Come si evolve un testo nelle mani di una band come la vostra?
Questa domanda ci fa sorridere perché ciascuno di noi ha una quantità incredibile di bozze, note, spunti, frasi, testi che ha scritto e delle quali – per un verso o per l’altro – non era pienamente soddisfatto. Di quei testi non va mai buttato via nulla perché rileggendoli a distanza di tempo si riesce sempre a percepire una frase, un’immagine o un concetto “efficace” che a sua volta dà l’avvio alla scrittura di un nuovo brano. E in questo procedimento macchinoso e apparentemente senza fine, ogni tanto salta fuori qualche testo che ci convince. A quel punto, il procedimento creativo è solo iniziato: il brano subisce la revisione e le aggiunte di ogni componenete della banda e, nel mentre, ci si scrive sotto la musica. È un procedimento bellissimo, che racchiude tutto il fascino del songwriting. Ma cavoli se è dura… di 100 idee ne nasce forse una canzone!

In un’epoca in cui l’industria musicale è sempre più digitale, come percepite la connessione con il pubblico attraverso lo streaming rispetto ai live e alle esperienze dal vivo? Questo cambiamento vi ha influenzato nella scrittura dei vostri brani?
Indubbiamente, per le band emergenti (soprattutto, ma non solo!) il rapporto con il pubblico è ultra determinante: gli ascolti in streaming, benché indicativi di una certa partecipazione e vicinanza dal pubblico, non si possono paragonare con il calore del pubblico “vero” in carne ed ossa che viene ad ascoltare i live.
Sicuramente l’impatto e l’”aspettativa” per un musicista emergente che si appresta a pubblicare qualcosa è sconfortante perché bisogna sempre essere sul pezzo, l’industria musicale vuole sempre brani nuovi e così gli ascoltatori.
Noi de Lapolveriera, però, abbiamo raccolto la sfida e abbiamo deciso che non smetteremo di scrivere e di pubblicare. Perché ci piace e perché crediamo tantissimo in questo progetto!

Il sound indie che esplorate in “Un posto in cui tornare” lascia molto spazio a sperimentazioni musicali. Quali sono stati gli artisti o le band che vi hanno ispirato durante la creazione di questo EP?
Ne citiamo alcuni in ordine sparso di grandezza e fama: Baustelle, Lepre, I Segreti, Elephant Brain, Pixies e il duo Marco Franzoni – Manuele Zamboni. Sono tutti riferimenti che ci hanno trasmesso qualcosa, sia come tensione di scrittura dei testi sia come articolazione della produzione musicale. Ci sono arrivati proprio al cuore, e non abbiamo potuto resistere nel farci ispirare/trascinare.

Infine, guardando al futuro, quali sono i vostri prossimi passi come band? Avete già nuovi progetti in cantiere?
A lungo termine ci piacerebbe trasformare questo sogno in un lavoro, ma accontentiamoci intanto di mettere un passo davanti all’altro: ora che abbiamo tra le mani “Un posto in cui tornare” vogliamo portarlo in tour ovunque perché speriamo possa piacere almeno tanto quanto piace a noi. Nel breve periodo, tra una data e l’altra del tour in giro per lo stivale, stiamo organizzando un concerto-festa a Verona, nel salotto di casa, il 20 febbraio allo Spazio Modus e non vediamo l’ora! Per quanto riguarda la scrittura, stiamo già pensando a nuovi brani in vista dell’estate. Ma su questo, no spoiler! <3

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