Un epico viaggio nel mondo di Dj Mehdi (e della musica francese)

Infanzia in periferia, origini tunisine e uno sguardo sul mondo già diverso da quello di un comune coetaneo in una particolare banlieue parigina: sono solo i primi indizi per capire che il fuoco arde già in tenera età, così come la continua voglia di mettersi in discussione per provare, sperimentare ed arrangiarsi con qualche vecchio… The post Un epico viaggio nel mondo di Dj Mehdi (e della musica francese) appeared first on Soundwall.

Jan 23, 2025 - 09:59
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Un epico viaggio nel mondo di Dj Mehdi (e della musica francese)

Infanzia in periferia, origini tunisine e uno sguardo sul mondo già diverso da quello di un comune coetaneo in una particolare banlieue parigina: sono solo i primi indizi per capire che il fuoco arde già in tenera età, così come la continua voglia di mettersi in discussione per provare, sperimentare ed arrangiarsi con qualche vecchio giradischi diventa la vera arma in più che traccia tutto il suo percorso artistico e di vita. Dj Medhi: Made in France uscito lo scorso settembre – recuperate anche il mini documentario su slow-motion visto che vi trovate su Arte TV – è un contributo prezioso che celebra tutti i momenti fondamentali che hanno portato Mehdi ad essere un elemento chiave all’interno della scena parigina e di quello che comunemente abbiamo sempre definito French Touch.

(continua sotto)

L’immenso operazione è stata magistralmente gestita da Thibaut de Longeville – regista filmaker e boss della 360 creative – con un lavoro fatto per lo più di interviste e documenti inediti che scavano e raccontano la continua relazione tra musicisti e djs, in un mix di musica e profondi legami di amicizia. Negli anni Medhi ha rappresentato il vero ponte tra due culture spesso in contraddizione: da una parte quella maghrebina e africana, che affonda le sue radici nelle sonorità black, dall’altra quella bianca più affine alla techno ed alla nascita dei primi rave.

(Thibaut de Longeville; continua sotto)

Un “enfant prodige” dei piatti, a soli 16 anni produce le sue prime basi con Kery James, che diventerà nel tempo un solido compagno di avventura. Da lì in avanti Medhi si concentrerà sull’hip hop più duro con forti tematiche sul sociale con i gruppi Ideal J, 113 e la Mafia K’1 Fry. Nel 2000 avviene la svolta verso l’elettronica, con uscite sulla leggendaria Ed Banger Records di Busy P e la nascita di progetti come Carte Blanche, in duo con Riton, e il Club 75, un collettivo che riunisce le figure più iconiche del French Touch: Cassius, Justice e Busy P. Mehdi diventa così il simbolo di una generazione capace di mescolare generi e culture, lasciando un’eredità che va oltre la musica.

A scandire tutte le tappe della carriera di Dj Medhi ci ha pensato per noi proprio Thibaut de Longeville, con una sorta di cronostoria musicale fatta di 10 tracce dove ad ogni brano corrisponde un pensiero elaborato dal regista stesso, ad evidenziare la sua particolare visione sulle cose.

(see below for English version)

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IDEAL J – LE COMBAT CONTINUE II

Idéal J è la prima e più iconica band di DJ Mehdi. Un vero leader nell’estetica sonora del rap francese, spesso paragonata ai Gang Starr per la chimica senza pari tra il rapper Kery James e lo stesso Mehdi. Prendendo un campione da “The Music Band” dei War, “Le Combat Continue” è l’inno autentico di Idéal J, con 3 versioni presenti nei due album della band e in uno solista di Kery James.

Idéal J is DJ Mehdi’s first and most iconic band. A true leader in French rap’s sound æsthetics, often compared to Gang Starr because of the unmatched rapper / producer chemistry of the Kery James / DJ Mehdi duo. Lifting a sample from War’s “The Music band”, “Le Combat Continue” is Idéal J’s bona fide anthem, with 3 versions spanning over Idéal J’s two albums and one of Kery James’ solo LPs.

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IDEAL J – NUAGE DE FUMÉE

Secondo singolo dell’iconico album “Le Combat Continue” di Idéal J, questo brano profondamente melodico ed emotivo è il primo in cui DJ Mehdi ha invitato musicisti classici a collaborare su una produzione hip-hop underground. Un’impresa che avrebbe ripetuto brillantemente in molti altri brani, e che sarebbe diventata una sua caratteristica distintiva. I violini in questo pezzo sono stati scritti dal compositore Marie-Jeanne Serero insieme a DJ Mehdi, enfatizzando perfettamente le confessioni personali di Kery James sulla dipendenza da marijuana e la sua analisi su come i ghetti francesi siano stati intorpiditi da droghe e alcool.

The second single off Idéal J’s classic “Le Combat Continue” LP, this deeply melodic and highly-emotional cut is the first song where DJ Mehdi first invited classical musicians on a hardcore underground hip hop production, a feat he would later brilliantly repeat on many other tracks and that he would become known for. The violins on this track were written by classical composer Marie-Jeanne Serero and DJ Mehdi, perfectly dramatizing Kery James’ self-confessions of weed addiction, and his analysis of how French ghettos have been numbed down by drugs and alcohol.

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113 – OUAIS GROS

Questo è uno dei brani cruciali dell’intera discografia di DJ Mehdi, in quanto è la prima volta che ha unito rap hardcore ed elettronica, rendendo omaggio comunque alle origini dell’hip hop di New York. Accoppiando gli eroi del ghetto parigino 113 con i pionieri della techno Kraftwerk, questa traccia d’avanguardia uscì nel 1998 e definì la direzione sonora di “Les Princes de la Ville” dei 113, la creazione più acclamata dalla critica e di maggior successo commerciale del progetto, che valse alla band due “Victoires de la Musique” (i Grammy francesi), cambiando il corso della storia dell’hip hop francese.

The second single off Idéal J’s classic “Le Combat Continue” LP, this deeply melodic and highly-emotional cut is the first song where DJ Mehdi first invited classical musicians on a hardcore underground hip hop production, a feat he would later brilliantly repeat on many other tracks and that he would become known for. The violins on this track were written by classical composer Marie-Jeanne Serero and DJ Mehdi, perfectly dramatizing Kery James’ self-confessions of weed addiction, and his analysis of how French ghettos have been numbed down by drugs and alcohol.

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113 – LES PRINCES DE LA VILLE

“Les Princes de la Ville” è una delle produzioni più celebrate di DJ Mehdi. Prendendo un campione groovy da “Make Me Believe in You” di Curtis Mayfield, la traccia applica per la prima volta le tecniche di filtraggio della house stile French Touch a un brano hip-hop. Con il suo ritornello contagioso e ispiratore scritto dal trio rap 113, la canzone è diventata un inno senza tempo per la gioventù francese, dalla classe operaia alla borghesia, invitando tutti a usare la forza di volontà per elevarsi e diventare “principi della città”.

“Les Princes de la Ville” is one of DJ Mehdi’s most revered and celebrated productions. Brilliantly lifting a groovy sample from Curtis Mayfield’s “Make Me Believe in You”, the track stands as the first track to apply “French Touch” house music filtering techniques to a hip-hop track. With its contagious and inspiring chorus penned by 113 rap trio, the song has become a timeless anthem for French youth, from the underclass to the upperclass, inviting all to use their will power to lift themselves up and become “princes of the city”.

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113 – TONTON DU BLED

Inizialmente concepito per evidenziare le origini etniche e culturali dei tre membri del gruppo rap 113, DJ Mehdi e il rapper Rim’K decisero di estendere il brano trasformandolo in una canzone sfaccettata. Subito adottata dalle comunità nordafricane e afro-discendenti in Francia e successivamente dall’intera popolazione francese, la canzone divenne il più grande successo nella carriera dei 113, Rim’K e DJ Mehdi, nonché uno dei più grandi successi nella storia del rap francese. Campionando un disco algerino poco conosciuto, “Tonton du Bled” è probabilmente il primo brano nella storia del rap francese a includere suoni tradizionali nordafricani nella composizione, aprendo la strada a molte canzoni che celebrano il patrimonio africano negli anni successivi. Al di fuori della Francia, è uno dei primi brani hip hop a campionare musica araba, precedendo brani come “Big Pimpin” di Jay-Z, prodotto da Timbaland.

Initially conceived as one of three interludes highlighting the ethnic and cultural backgrounds of each of the three members of rap group 113, DJ Mehdi and rapper Rim’K decided to extend the track and flesh it out as a full song. Immediately adopted by France’s North African and afro-descendant communities and later by the entire French population, the song went on to become the biggest hit in both 113, Rim’K and DJ Mehdi’s careers, as well as one of the biggest hits in French rap history. Lifting a sample from an obscure Algerian record, “Tonton du Bled” is the first song in French rap history to include traditional North African sounds in its composition, opening the doors for many songs boasting African heritage in the years following its release. Beyond France, this is one of the first hip-hop tracks ever to sample arabic music, before the likes of Jay-Z’s Timbaland-produced “Big Pimpin”.

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DJ MEHDI + THE CAMBRIDGE CIRCUS – SPANISH HARLEM

“Spanish Harlem” è uno dei primi brani strumentali di DJ Mehdi, pubblicato nel 2000 sulla sua etichetta indipendente Espionnage. La traccia rappresenta un periodo chiave nell’evoluzione di Mehdi come produttore, quando, ispirato sia dal movimento French Touch che da DJ Shadow, iniziò a considerare la possibilità di creare brani che non servissero necessariamente le esigenze di rapper o cantanti, ma che potessero brillare autonomamente. Il resto è storia!

“Spanish Harlem” is one of DJ Mehdi’s first all-instrumental tracks, released in 2000 on his own indie label, Espionnage. The track is a testament to a key period in Mehdi’s evolution as a producer, when – inspired by both the French Touch movement and the likes of DJ Shadow – started considering the possibility of creating songs no longer serving the needs of rappers and vocalists, but potentially standing out on their own. And the rest is history!

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KARLITO – LA RUE CAUSE

L’album solista del collettivo African Mafia di Karlito è stato un progetto personale di DJ Mehdi: sviluppando una fruttuosa collaborazione creativa con il sottovalutato rapper, Mehdi utilizzò l’album per sperimentare approcci di produzione elaborati, aggiungendo suoni sia acustici che elettronici ai campionamenti, creando un nuovo e inedito marchio di fabbrica. L’album, il primo LP rap completo su Espionnage Records, ricevette recensioni molto positive dai puristi della scena ed è ancora oggi considerato uno dei gioielli della produzione di DJ Mehdi.

Solo album from the “African Mafia” collective’s self-proclaimed “best kept secret” Karlito was DJ Mehdi’s personal pet project. Developing a fruitful creative partnership with the underestimated rapper, Mehdi used this album to experiment elaborate production approaches adding both acoustic and electronic music-style sounds to the clever sampling he became famous for, creating yet a new and unprecedented “signature sound”. As the first full-length rap LP on Espionnage Records, the album obtained rare reviews from purists and still stands as one of DJ Mehdi’s crown jewels in production, with its instrumental version still in high demand across all continents, a rare feat in the realm of French rap records. Using a sample from jazz singer Andy Bey’s “I Know This Love Can’t Be Wrong” while showcasing Karlito’s captivating voice and poetic style, “La Rue Cause” was the first single from this cult classic.

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CARTE BLANCHE – JACK ON THE MOON

Carte Blanche era il duo DJ/produttivo formato da DJ Mehdi con l’artista britannico Riton. Il loro obiettivo era creare la loro visione di “musica da festa definitiva”, omaggiando al contempo il suono originale della “ghetto house” di Chicago. Con “Jack On The Moon” come manifesto e il suo ritornello coinvolgente “Let there be house”, Carte Blanche è stato il primo e unico progetto di DJ Mehdi dedicato al 100% alla musica house.

Carte Blanche was the DJ / Production duo DJ Mehdi had formed with UK-based artist Riton. The duo’s ambition was to create their vision of “the ultimate party music” while paying tribute to the original Chicago “ghetto house” sound. With “Jack On The Moon” as its manifesto with its infectious “Let there be house!” call-for-action chorus, Carte Blanche was DJ Mehdi’s first and only project that was 100% house music.

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CARTE BLANCHE – GARE DU NORD

Celebrando la connessione Parigi-Londra e ispirata dalla passione del figlio di DJ Mehdi per i treni, “Gare du Nord” è il più grande successo di Carte Blanche. Con una costruzione ritmica che ricorda i treni e il frammento vocale tratto da “Dedication” di Brand Nubian, la traccia rimane un classico intramontabile nei club di tutto il mondo.

Celebrating by the Paris-London connection and inspired by DJ Mehdi’s son’s passion for trains, “Gare du Nord” is Carte Blanche’s biggest tune. With its train-like rhythmic construction and its “2 Express / No local stops / It’s time to get fat and collect our props” vocal bite lifted from Brand Nubian’s “Dedication”, the track still resonates as a timeless club banger across the world.

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DJ MEHDI – SIGNATUNE

“Signatune” è il primo brano strumentale elettronico di DJ Mehdi pensato per i club. Campionando un groove disco-boogie individuato inizialmente da Kavinsky, la traccia è stata trasformata da DJ Mehdi in un pezzo che ridefinisce il dancefloor. Con l’aiuto di Thomas Bangalter dei Daft Punk, il brano è diventato un inno assoluto nei club e ai festival, suonato persino durante le cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi di Parigi 2024.

“Signatune” is DJ Mehdi’s first all-instrumental electronica club banger. The disco-boogie sample used on the song was first spotted by French Touch 2.0 fixation Kavinsky who couldn’t see how to flip it to fit his sound first. He first passed it on to the Justice duo, who – by their own admission – couldn’t find how to chop it up properly. Kavinsky ended up sending the track to DJ Mehdi, who ultimately found his way to chop it up and make it a funky interlude on his “Lucky Boy”.  Daft Punk’s Thomas Bangalter then worked with Mehdi to flesh out a new version adding layers of signature Daft Punk kick drum sounds, turning the track into a an absolute dancefloor banger. This killer track established Mehdi as one of the leading forces of French electronica and international club culture from 2006 on. The song still bangs in clubs and festivals across the world, and was notably played both in the opening and closing ceremonies of the Paris 2024 Olympics.

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DJ MEHDI + ORCHESTRE LAMOUREUX, THOMAS ROUSSEL – POCKET PIANO (ORCHESTRE)

Originariamente composta da DJ Mehdi e dal tastierista Nico Bogue, questa traccia è stata reinterpretata in versione sinfonica in occasione del 15° anniversario della Ed Banger Records nel 2018. Suonata per la prima volta dal vivo al Grand Rex durante la performance celebrativa dell’etichetta, diretta da Thomas Roussel e eseguita dall’Orchestre Lamoureux, questa versione ha generato brividi in tutta la sala nella sezione dedicata al tributo a DJ Mehdi, diventando sia il momento clou dello spettacolo sia il brano più suonato del disco. Ho usato questa canzone come traccia di apertura della mia serie documentaria “DJ Mehdi: Made in France”, confermandosi come il più grande tributo musicale alla sua eredità mai realizzato ad oggi.  

Originally composed by DJ Mehdi and keyboard player Nico Bogue, this track was reinterpreted in this symphonic version on the occasion of Ed Banger Records’ 15th Anniversary in 2018. First played live at Grand Rex for the label’s historic celebratory performance led by Thomas Roussel and played by Orchestre Lamoureux, this version generated chills throughout the venue in the “DJ Mehdi tribute” section of the show, becoming both the show’s biggest highlight and the record’s most-played song. I used the song as the opening track of my “DJ Mehdi : Made in France” documentary series, further cementing it as the biggest musical tribute to his legacy to date.

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English version

Childhood in the suburbs, Tunisian origins, and a perspective on the world already different from that of an ordinary peer in a specific Parisian banlieue. These are the first signs that the fire burned within him from a young age, and his constant desire to challenge himself, to try, experiment, and make do with a few old turntables would become the unique asset shaping his entire artistic journey. DJ Mehdi stands as a key figure in the French music scene from the mid-1990s until his untimely passing in 2011 at the age of just 34. DJ Mehdi: Made in France, released last September – don’t miss as well the short documentary on slow-motion available on Arte TV – is a precious contribution celebrating all the pivotal moments that made him a cornerstone of the Parisian scene and what we commonly define as the French Touch.

The immense project was masterfully led by Thibaut de Longeville—filmmaker, director, and head of 360 Creative—through a work composed mainly of interviews and unpublished documents that delve into and recount the ongoing relationship between musicians and DJs, blending music and profound bonds of friendship. Over the years, Mehdi became a true bridge between two often contradictory cultures: on one side, the Maghreb and African influences rooted in Black sounds, and on the other, the European affinity for techno and the birth of the first raves. A true enfant prodige of the decks, at just 16 years old, he produced his first beats with Kery James, who would go on to become a steadfast partner in his musical journey. From then on, Mehdi focused on the grittiest hip-hop with powerful social themes alongside groups such as Ideal J, 113, and Mafia K’1 Fry. In 2000, he transitioned to electronic music with releases on Busy P’s legendary Ed Banger Records, and the birth of projects like Carte Blanche, a duo with Riton, and Club 75, a collective bringing together the most iconic figures of the French Touch: Cassius, Justice, and Busy P. Mehdi thus became the symbol of a generation capable of blending genres and cultures, leaving behind a legacy that transcends music.

Thibaut de Longeville captured all the milestones of DJ Mehdi’s career through a kind of musical chronicle consisting of 10 tracks, where each song is paired with a thought-provoking reflection that only the director could have conceived.

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