Intervista a Nuela: “Per me la musica è un gioco, e vorrei che rimanesse così”

E' uscito l'EP di debutto di Nuela, "In bocca al lupo, crepa!", progetto che si snoda in sei tracce dalla chiara impronta pop rock L'articolo Intervista a Nuela: “Per me la musica è un gioco, e vorrei che rimanesse così” proviene da imusicfun.

Jan 19, 2025 - 19:49
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Intervista a Nuela: “Per me la musica è un gioco, e vorrei che rimanesse così”

E’ uscito l’EP di debutto di Nuela, In bocca al lupo, crepa!, progetto che si snoda in sei tracce pop rock che raccontano l’esperienza del giovane artista nell’industria musicale. Con la consueta ironia che lo ha reso famoso dal successo virale di Carote (2019), Nuela affronta le difficoltà di rimanere al centro dell’attenzione e di esprimere liberamente la propria creatività.

Dopo aver accumulato 25 milioni di stream e firmato un contratto con una major, Nuela ha trascorso cinque anni bloccato in una situazione contrattuale che gli impediva di pubblicare il suo album, come rivelato sui social. Questa vicenda ha acceso il dibattito sui contratti legati a X Factor, portando nuovamente il suo nome alla ribalta.

Con questo EP, Nuela lancia un messaggio di riscatto personale: “È una pacca sulla spalla che mi do da solo, perché finalmente mi racconto come voglio io, e non come voleva un discografico”. Una risposta decisa agli auguri del settore musicale e un’affermazione della sua identità artistica.

Intervista a Nuela

1. In bocca al lupo, crepa!” segna il tuo debutto come artista indipendente. Cosa rappresenta per te questo EP, sia a livello personale che artistico?

È un traguardo incredibile! Sin da quando sono uscito da X Factor mi sono promesso che sarei riuscito a creare un progetto come questo, sono passati degli anni, mi sono perso e ritrovato, ma finalmente ci siamo. E poi, è mio in tutti i sensi, è una grande conquista.

2. Hai dichiarato che questo progetto è una risposta ai in bocca al luporicevuti dai big del mondo della musica. Quanto è stato importante per te lavorare in piena libertà creativa?

È stato assolutamente necessario, non mi sarei potuto esprimere come ho fatto in questo EP in nessun altro modo. Ho capito che i progetti come il mio hanno bisogno di una grande fiducia da parte dei tuoi collaboratori, e che non tutti hanno il coraggio di dartela. Non c’è niente di male in questo, però per mia esigenza personale non sarei riuscito a lavorarci senza permettermi di fare tutto. Mi sono divertito molto.

3. La scelta di pubblicare un EP anziché singoli sembra una dichiarazione di indipendenza dalle logiche dellindustria musicale. Come hai vissuto questa scelta controcorrente?

E se non devo andare io controcorrente chi lo deve fare! È un’industria complicata e piena di regole, ma in fin dei conti se non ti liberi da questi costrutti non porti niente di nuovo sul tavolo. Per me la musica è un gioco, e vorrei che rimanesse così.

4. Tra le tracce dellEP spicca *Sarà perché ti odio*, un twist

ironico su una hit italiana. Come è nata lidea per questa canzone?

Sarà perché ti odio nasce dalla voglia di raccontare una relazione che mi stava stretta e che ha esaurito praticamente tutte le mie energie. Ho voluto sfogarmi facendolo in modo ironico, in stile Nuela, con questo twist birichino che mi è venuto casualmente in mente, e poi non ne è più uscito da lì.

5. I testi delle tue canzoni combinano ironia e autenticità. Come hai trovato il giusto equilibrio tra queste due caratteristiche nel tuo lavoro?

Non sono sicuro di averlo trovato un equilibrio, ogni tanto esagero e me ne rendo conto. Ho oltrepassato il limite a volte? Probabile, ma mi diverte anche quello. L’importante per me è cercare di comunicare attraverso i testi.

6. Nel 2019, con “Carote*, sei diventato un fenomeno virale. Quanto quellesperienza ha influenzato il tuo approccio alla musica oggi?

È stata un’esperienza così coinvolgente in ogni aspetto della mia vita che inevitabilmente ha influenzato molte mie decisioni. Se penso a questo EP, è un racconto che parte tutto da lì e dagli sviluppi che ne ha causato. È un capitolo della mia vita che ricordo con tanto affetto, e la canzone, vabbè, è la figlia a cui tengo di più.

7. Dopo lesperienza con una major, hai deciso di pubblicare questo EP da indipendente. Quali sono state le maggiori difficoltà e quali le soddisfazioni di questa scelta?

È stato molto difficile doversi prendere le responsabilità di tutte le mie decisioni. In passato ho sempre potuto lasciare che fossero altre persone a fare le scelte più difficili per me, invece qui è tutta colpa mia! Ma è stato molto soddisfacente vedere il risultato finale, un racconto esattamente come lo volevo io, nonostante le difficoltà.

8. Sei molto attivo sui social, dove hai un pubblico numeroso. In che modo i social hanno influenzato il tuo percorso musicale e il tuo rapporto con i fan?

Il rapporto che ho con le persone che mi seguono sui social è fantastico. Mi ha permesso di raccontarmi e parlare con loro andando oltre qualsiasi barriera, ho trovato tanti amici così! È anche pieno di tanto odio e cattiveria ma non è una cosa che mi ha mai preoccupato tanto. Non ti piaccio? Pace, me ne faccio una ragione, mi concentro su chi invece mi supporta.

9. La tua creatività ti ha portato a scrivere questo EP tra il letto e i marciapiedi di Seoul. Cosa ti ha ispirato in quel contesto così particolare?

Il periodo che ho passato a Seoul mi ha arricchito tantissimo sotto ogni aspetto, mi ha fatto crescere tanto a livello personale e professionale. È proprio lì che ho deciso di intraprendere questo percorso da indipendente, e ho iniziato a mettere i pezzi insieme. Nello scrivere canzoni, essere così lontano da casa, dall’altra parte del mondo, amplifica come percepisci le emozioni. Per esempio Bordello, che è un pezzo che ho scritto interamente per strada a Seoul, è così drammaticamente tragico!

10. Con il brano “Tante di quelle lacrime, affronti il tema delle difficoltà personali. Come la musica ti ha aiutato a superarle e trasformarle in arte?

La musica è medicina per i momenti difficili. Ogni volta che sono in un momento di down apro Spotify e mi sparo una playlist pop sulla cassa, e mi alleggerisco. Scrivere Tante di quelle lacrime in questo è stato proprio catartico, volevo catturare il concetto che anche nei momenti più tristi, in cui non riusciamo a vedere neanche uno spiraglio di luce, possiamo comunque prenderci meno sul serio. Perché dobbiamo camminare noiosamente se possiamo trottolare allegramente? Questo è il concetto.

11. Sei conosciuto per il tuo stile ironico e dissacrante. Quanto è importante per te mantenere questa leggerezza anche nei momenti più complessi?

Ti ringrazio per aver notato questa cosa! Sì, per me la leggerezza è fondamentale, sopratutto nei momenti più difficili. È il punto principale della mia musica, e rispecchia proprio la mia filosofia di vita. E poi, se devo pensare a quando porteremo questa musica sui palchi, io voglio far divertire chi viene a sentirmi! È l’unica cosa che voglio!

12. Il tuo percorso è stato segnato da un mix di creatività, provocazione e autenticità. Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere con questo EP?

Questo EP racconta i miei primi anni in questo mondo così diverso e pazzo in cui mi sono ritrovato a 16 anni. È un manifesto nel continuare a credere nei propri sogni, lasciare indietro le persone che non vedono la luce in te, e andare avanti, che la vita è una!

13. Cosa significa per te la frase: Che senso ha giocare a questo gioco se non lo si può fare liberamente?” E come questa filosofia si riflette nella tua musica?

Penso che negli ultimi tempi il mercato musicale stia spingendo sempre di più gli artisti a lavorare a progetti che ‘funzionino’ e che siano facilmente consumabili, nel tempo più breve possibile. Per me la musica è arte, e l’arte la fa l’artista per se stesso, non perché debba accontentare qualcun altro, e penso questo traspaia in In bocca al lupo, crepa!

14. Guardando al futuro, pensi che continuerai a seguire la strada dellindipendenza artistica o sei aperto a nuove collaborazioni con lindustria musicale?

Sono aperto a tutto! Non mi piace fare la stessa cosa due volte, purtroppo. Questa era la mia ‘opera prima’ e avevo bisogno di realizzarla da solo, ma se trovassi qualcuno interessato a portarmi a esplorare nuovi universi, perché no!

15. Infine, Nuela, che cosa speri che gli ascoltatori portino con sé dopo aver ascoltato “In bocca al lupo, crepa!?

Spero sia un progetto che possa fare compagnia mentre andate a lavoro o mentre lavate i piatti.  Già i messaggi che ho ricevuto finora mi hanno reso molto grato, sono molto contento che ci sia qualcuno ad ascoltarmi. Grazie!

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