Meteo: 2018 BIS? il Grande Gelo può irrompere in Europa
Nella terza decade di gennaio 2025, l’evoluzione del vortice polare (PV) potrebbe avere un impatto considerevole sulle condizioni meteo di Europa, Asia e America. Gli attuali modelli meteorologici suggeriscono un possibile allungamento del vortice, un fenomeno che facilita la discesa di aria gelida verso le latitudini medie. Questo potrebbe tradursi in nevicate e temperature estremamente […] Meteo: 2018 BIS? il Grande Gelo può irrompere in Europa
Nella terza decade di gennaio 2025, l’evoluzione del vortice polare (PV) potrebbe avere un impatto considerevole sulle condizioni meteo di Europa, Asia e America. Gli attuali modelli meteorologici suggeriscono un possibile allungamento del vortice, un fenomeno che facilita la discesa di aria gelida verso le latitudini medie. Questo potrebbe tradursi in nevicate e temperature estremamente basse, simili a quanto accaduto nel passato, come nel gelo storico del febbraio 2018.
Tuttavia, l’evoluzione di questo scenario resta incerta. Le principali simulazioni meteorologiche presentano divergenze sulle modalità con cui il vortice influenzerà il continente europeo. La possibilità di una configurazione W2, tipica di condizioni influenzate da La Niña, aggiunge ulteriore complessità all’analisi.
Rottura d’onda: blocco anticiclonico o onda ciclonica?
Uno degli aspetti più rilevanti da monitorare è il tipo di rottura del vortice polare, che potrebbe assumere due configurazioni principali:
Anticiclonica (AWB): Se un blocco anticiclonico si sviluppasse nei pressi del Regno Unito, l’aria gelida potrebbe scendere verso l’Europa meridionale, portando gelo intenso e nevicate anche sull’Italia.
Ciclonica (CWB): Se invece prevalesse una fase di NAO negativa, con un rafforzamento dell’onda ciclonica nei pressi della Groenlandia, il freddo si concentrerebbe sull’Europa centrale, con impatti più contenuti per il sud del continente.
Al momento, il vortice polare appare robusto, ma non del tutto accoppiato con la troposfera. Una possibile fase negativa dell’Atlantico orientale potrebbe alzare il flusso del getto polare, favorendo l’arrivo di correnti fredde nord-orientali sul continente europeo.
Il gelo del 2018 come precedente storico
Un episodio analogo si verificò nel febbraio 2018, quando il fenomeno dello stratwarming distorse e indebolì il vortice polare. Le conseguenze furono un’ondata di freddo eccezionale che colpì duramente molte aree d’Europa e dell’Italia. Masse di aria siberiana, note come Buran, portarono nevicate abbondanti persino a Roma e Napoli, causando disagi significativi e un forte aumento della domanda energetica per il riscaldamento.
L’evento del 2018 sottolineò la velocità con cui il clima può mutare in risposta a fenomeni stratosferici, evidenziando la necessità di prepararsi adeguatamente agli eventi meteo estremi.
Possibilità di un nuovo Buran nel 2025
Le condizioni attuali suggeriscono che l’inverno del 2025 potrebbe essere caratterizzato da dinamiche simili a quelle del 2018. L’instabilità del vortice polare, combinata con l’influenza di La Niña e le oscillazioni dell’Atlantico, aumenta la probabilità di un’ondata di gelo significativa. Le previsioni meteorologiche indicano un possibile raffreddamento verso la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, con il rischio di nevicate a bassa quota e temperature ben al di sotto della media stagionale.
In caso di attivazione del Buran, le regioni adriatiche e il Sud Italia sarebbero le più esposte agli effetti del gelo, con possibili nevicate diffuse anche nelle grandi città costiere. Il Nord Italia, invece, potrebbe sperimentare accumuli di neve più consistenti sulle Alpi e nelle aree di pianura.
Scenari meteo possibili: blocco o perturbazioni atlantiche?
Se si verificasse un blocco anticiclonico sull’Atlantico, le correnti gelide nord-orientali potrebbero invadere l’Europa, causando un calo drastico delle temperature e nevicate diffuse a bassa quota. Al contrario, un flusso ciclonico in Atlantico confinerebbe il freddo alle regioni centrali e settentrionali, lasciando l’Italia meridionale relativamente al riparo.
Entrambi gli scenari richiedono un’attenta osservazione, poiché le dinamiche atmosferiche sono complesse e possono evolvere rapidamente. L’interazione tra il vortice polare, lo stratwarming e le oscillazioni oceaniche determina gran parte delle anomalie climatiche invernali.
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