Novagorica: storie di musica, amicizia e confini da superare

Nel panorama musicale italiano emergono i novagorica, una band che ha saputo trasformare incontri casuali in un progetto artistico unico. Tra influenze che spaziano dal rock alternativo italiano al post-punk internazionale, il gruppo ha sviluppato un’identità sonora personale, capace di unire potenza e poesia. In questa intervista esclusiva, il gruppo ci racconta la loro storia, […] The post Novagorica: storie di musica, amicizia e confini da superare appeared first on Indielife.it - Magazine indipendente dedicato agli artisti emergenti.

Jan 15, 2025 - 11:13
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Novagorica: storie di musica, amicizia e confini da superare

Nel panorama musicale italiano emergono i novagorica, una band che ha saputo trasformare incontri casuali in un progetto artistico unico. Tra influenze che spaziano dal rock alternativo italiano al post-punk internazionale, il gruppo ha sviluppato un’identità sonora personale, capace di unire potenza e poesia.

In questa intervista esclusiva, il gruppo ci racconta la loro storia, dall’imprevedibile nascita della band ai momenti più memorabili sul palco, passando per il loro approccio creativo e i progetti futuri. Scopriamo insieme cosa significa condividere una passione che va oltre la musica, tra amicizie, ispirazioni e una ricerca costante di superamento dei confini artistici e umani.

Come si è formata la band?
Gli anni dieci volgevano al termine e come in ogni storia tragica e disgraziata fuori stava piovendo. Raccontare la formazione di una band può essere intricato e particolarmente noioso, la narrazione si limiterebbe a un elenco di nomi e di date. Nomi di chi c’è stato, nomi di chi c’era e di chi c’è ancora. Le persone vanno e vengono e a volte capita che si incontrino. E proprio in questo modo è nata la band, incontrandosi. Prima Giuio che incontra Mario, poi Mario che conosce già Peppe, il quale non sa assolutamente chi sia Simone, che però è amico d’infanzia di Andrea che guarda caso oggi è il batterista dei novagorica. Ci siamo incontrati.

Quali sono le vostre principali influenze musicali?
Prima di essere una band noi siamo un gruppo di amici che nutre una passione esagerata per tutto ciò che riguarda suoni e parole. Probabilmente se non facessimo canzoni insieme ci incontreremmo comunque per scambiarci opinioni sulle band o per ascoltare qualche disco dall’inizio alla fine, alla vecchia maniera. Sicuramente nutriamo tutti la stessa fascinazione per un certo tipo di attitudine nei confronti della musica, al di là dei gusti e dei secret pleasures personali. Novagorica è una band che trae la sua linfa vitale nelle sonorità alternative rock degli anni ’90 e nella attitudine sfacciata del post punk inglese e irlandese. Se dovessimo fare dei nomi potremmo sicuramente indicare gli IDLES e dei Fontaines DC come i nostri punti di riferimento stilistico e sonoro. E poi siamo cresciuti con la poetica del rock alternativo italiano della prima decade del 2000, con band che ci hanno segnato nel profondo e rimarranno sempre nel nostro DNA, tra tutti Il Teatro degli Orrori, Verdena, Ministri e sicuramente gli Afterhours. Chiaramente a tutto questo grande nutrimento abbiamo poi fatto corrispondere una nostra via personale, un modo tutto nostro di intendere i suoni e le parole.

Chi si occupa principalmente della composizione dei brani?
Le canzoni sono creature strane, arrivano senza avvisarti e se ne fregano di quello che vuoi, o le prendi così come sono o scappano via fottendosene di te. Questo accade anche con i brani che suoniamo. Ce ne sono alcuni che nascono chitarra e voce fra le mani di Giulio, altri che prendono vita direttamente in sala prove con il lavoro collettivo di tutti. Sulla musica poi c’è il lavoro di Mario (nome d’arte Monakos) che oltre a suonare la chitarra si occupa anche della produzione artistica dei brani. Per quanto riguarda i testi Giulio ne scrive la parte maggiore, ma su alcune canzoni le parole nascono da Simone e Elisa, che anche in passato ha collaborato con alcune canzoni dei novagorica.

Qual è il processo creativo che seguite quando lavorate a nuove canzoni?
Non amiamo darci dei tempi stretti. Molte volte è successo che ci siamo incontrati per fare le prove e poi ci siamo ritrovati a fare tutt’altro, forse anche per questo abbiamo sempre evitato di vederci nelle sale prove a pagamento. Abbiamo il nostro posto in un paese della provincia di Roma perso fra i monti Lepini, ci chiudiamo lì nei weekend, conviviamo tutti insieme come fossimo una strana famiglia, cuciniamo, suoniamo e quando fa freddo accendiamo il camino. Stare in una band vuol dire principalmente questo, condividere momenti insieme, un gruppo di amici che riesce a parlare anche attraverso le canzoni. Preghiera violenta e Altitudine sono il frutto di questo grande amore disfunzionale.

Qual è il significato dietro il nome della vostra band?
Quando sul finire della Prima guerra mondiale l’Italia riuscì ad annettere la città di Gorizia, venne a mancare un baricentro strategico ed amministrativo nell’area della ex Jugoslavia, motivo per cui nacque Nova Gorica, città di confine, di palazzi in cemento. Abbiamo scelto il nome novagorica come allegoria dei confini, di queste linee artificiali che separano, ma che possono anche unire. La nostra è una ricerca di superamento dei limiti sia artistici che umani, la volontà è quella di non di non rimanere incastrati nella propria comfort zone, ma di esperire anche ciò che ci spaventa e di accoglierlo, piuttosto che tenerlo fuori. Siamo tutti idealmente un confine, sta a noi decidere che significato dargli.

Quale è stata la vostra esperienza più memorabile durante un live?
Partiamo da questo presupposto: quello che accade ai concerti rimane ai concerti. Potremmo raccontarvi di quella volta in cui il cane di Giulio è salito sul palco a dedicare dolci attenzioni allo stivale del padrone, oppure di quell’altra in cui è crollato il palco. Potremmo raccontarvi degli aneddoti, alcuni divertenti, altri commoventi ed altri ancora…no quelli non ve li raccontiamo. La verità è che ogni live è un’emozione, che sia su un palco grande o su uno piccolo. Ogni live ci regala qualcosa, ad ognuno di noi, ad ognuno in modo diverso. Non sappiamo dire in modo univoco quale sia stato il live più memorabile (anche perché non sempre ce li ricordiamo tutti allo stesso modo). Possiamo però dirvi che il prossimo concerto potrebbe esserlo e quindi venite o rischiate di perdervelo.

Cosa provate nel vedere il pubblico cantare le vostre canzoni durante i concerti?
Come dicevamo ogni concerto ha una storia a sé. Con i novagorica abbiamo avuto la fortuna di suonare su palchi importanti e anche nelle peggiori bettole e siamo assolutamente grati e certi che entrambe le esperienze servano esattamente allo stesso modo. Tutto ciò avviene anche nel giro di poco e forse questo è il bello. Ad esempio c’è stato il live di presentazione di Preghiera violenta al Mentelocale di Palestrina, in cui eravamo circondati da una marea di volti noti che urlavano le nostre canzoni e nemmeno una settimana dopo ci siamo ritrovati a suonare in un localino di un paese sopra Trento dove non ci conosceva veramente nessuno. Sicuramente suonare davanti chi conosce e canta le tue canzoni è più facile, ti dà una carica maledetta e quando la voce del pubblico supera la tua sai che stai facendo qualcosa di giusto. Però forse la soddisfazione più grande noi l’abbiamo proprio trovata nei locali più assurdi, quando alla fine del concerto ti ritrovi a parlare e a abbracciarti con completi sconosciuti che hanno capito e sentito davvero quello che stai cercando di fare.

Chi è il più perfezionista della band?
Veri perfezionisti non ci sono. Siamo cinque casinisti che non si sa per quale assurdo motivo riescono a convivere e divertirsi insieme senza volersi scannare. Poi ci sono le ossessioni, quelle ne abbiamo tante. Chi del controllo, chi della pulizia, chi dei comportamenti autodistruttivi. Ma la perfezione no, quella non ci appartiene, anzi a noi la perfezione fa proprio schifo.

Avete qualche rituale prima di salire sul palco?
Ognuno ha il suo riscaldamento, c’è chi fa le scale, chi si prende a bacchettate le ginocchia, chi fa i gorgheggi e chi sta ancora fumando. Poi quando arriva il momento di attaccare, semplicemente ci guardiamo fra di noi e questo basta a darci la carica.

Quali sono i vostri progetti futuri? State lavorando a un nuovo album o tour?
A marzo uscirà Altitudine il nostro secondo disco, per la prima volta con l’etichetta Tosco-Americana Through the void. Lo stesso marzo inizierà il tour di presentazione dell’album che ci porterà a suonare in diverse città d’Italia.

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