Tom Rowlands dei The Chemical Brothers firma la musica per M: Son Of The Century

Che ruolo può avere la musica elettronica nel raccontare uno dei capitoli più oscuri della storia? Tom Rowlands, metà del leggendario duo The Chemical Brothers, si confronta con questa sfida nella colonna sonora di M: Son Of The Century, la serie drammatica che esplora l’ascesa di Benito Mussolini. La serie, basata sul romanzo vincitore del […] L'articolo Tom Rowlands dei The Chemical Brothers firma la musica per M: Son Of The Century sembra essere il primo su Parkett.

Jan 17, 2025 - 15:49
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Tom Rowlands dei The Chemical Brothers firma la musica per M: Son Of The Century

Che ruolo può avere la musica elettronica nel raccontare uno dei capitoli più oscuri della storia? Tom Rowlands, metà del leggendario duo The Chemical Brothers, si confronta con questa sfida nella colonna sonora di M: Son Of The Century, la serie drammatica che esplora l’ascesa di Benito Mussolini.

La serie, basata sul romanzo vincitore del Premio Strega di Antonio Scurati, segue il dittatore italiano dal 1922 al 1943, mostrando come il suo potere abbia seminato le basi per l’espansione del fascismo a livello internazionale. Diretta da Joe Wright (Espiazione, L’Ora Più Buia) e con Luca Marinelli nei panni di Mussolini, M: Son Of The Century promette di essere una delle produzioni più discusse del 2024. La colonna sonora di Tom Rowlands è il cuore pulsante di questo racconto storico, capace di proiettarlo in una prospettiva dove suoni, manipolati per evocare emozioni precise, creano un dialogo diretto con lo spettatore, un filo conduttore invisibile che lega l’esperienza visiva a quella sonora. In questo contesto, la musica elettronica diventa un linguaggio narrativo autonomo, capace di esprimere ciò che le parole e le immagini non possono raccontare da sole.

La combinazione sonora di Tom Rowlands: elettronica e tradizione

Per questa colonna sonora, Tom Rowlands ha adottato un approccio che intreccia passato e futuro, combinando strumenti elettronici moderni con acustici tradizionali. Questo metodo ha permesso di creare un linguaggio sonoro che riflette tanto le tensioni di un’epoca oscura quanto il dinamismo della narrazione contemporanea.

È interessante notare come la musica elettronica, spesso associata a contesti futuristici e da club, riesca ad adattarsi con naturalezza a una storia che affonda le sue radici nel passato più inquietante d’Europa. Grazie alla sua capacità di evocare emozioni forti e amplificare le tensioni narrative, l’elettronica diventa qui un linguaggio capace di raccontare il potere, la violenza e la propaganda.

I Chemical Brothers e il legame con il cinema

Anche se questa colonna sonora è un progetto solista di Tom Rowlands, il legame dei Chemical Brothers con il cinema non è una novità. Brani iconici del duo sono apparsi in film cult come The Matrix (con Leave Home), Hanna e Black Swan, sempre apprezzati per la loro capacità di aggiungere tensione e movimento alle immagini.

Un esempio perfetto è il videoclip di Star Guitar, diretto da Michel Gondry: una sinfonia visiva che sincronizza ogni beat con il paesaggio di un treno in corsa, dimostrando come i Chemical Brothers abbiano sempre cercato di mescolare suono e immagine in modo innovativo. Questo legame tra musica e narrazione visiva è chiaramente presente anche nel lavoro di Rowlands per M.

La techno come linguaggio della violenza e del potere

La techno, spesso associata al dancefloor e alla cultura underground, trova in M: Son Of The Century una nuova dimensione: diventa lo strumento per raccontare una storia di violenza, potere e manipolazione. Con beat incalzanti, dissonanze e strutture ritmiche ripetitive, Tom Rowlands traduce in suono il dinamismo della propaganda fascista, il suo ritmo inesorabile e la tensione che permea ogni atto del potere autoritario.

Ma c’è di più. La colonna sonora richiama in parte il futurismo, un movimento artistico e culturale che all’inizio del XX secolo abbracciava la celebrazione della velocità, della tecnologia e del rumore. Luigi Russolo, nel suo manifesto L’arte dei rumori (1913), immaginava una musica che si distaccasse dall’armonia tradizionale per abbracciare i suoni urbani, industriali e tecnologici. Questi principi, che un tempo furono influenzati dal contesto politico dell’epoca, vengono qui rielaborati in chiave contemporanea da Rowlands.

Progetti come quello di Rowlands dimostrano quanto la musica elettronica possa andare oltre i dancefloor, trasformandosi in un linguaggio narrativo per storie drammatiche e complesse. Un parallelo interessante è quello con Blade Runner 2049, dove la musica di Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch ha utilizzato suoni sintetici per amplificare la sensazione di isolamento e tensione in un mondo futuristico. Allo stesso modo, Rowlands sfrutta l’elettronica per rendere palpabile la brutalità e la tensione del fascismo, costruendo una colonna sonora che amplifica emozioni e conflitti.

La techno è il linguaggio ideale per esplorare questa ambivalenza. I suoi suoni ripetitivi e ipnotici possono rappresentare l’ambivalenza del potere: il progresso contro l’alienazione, la libertà contro il controllo. Nell’ambito di M, questa dualità rispecchia il fascismo stesso: un’ideologia che seduce e manipola attraverso la retorica del movimento, del cambiamento e del potere inarrestabile. Il ritmo della techno diventa metafora del meccanismo propagandistico: avvolgente, inesorabile, quasi impossibile da sfuggire.

Un dialogo tra passato e presente

La scelta della techno per raccontare una storia ambientata negli anni ’20 e ’30 non è solo audace, ma profondamente simbolica. Come il futurismo celebrava il rumore e la modernità del suo tempo, la techno, con i suoi sintetizzatori e i suoi suoni industriali, diventa il linguaggio perfetto per collegare passato e presente. La colonna sonora di M usa i principi del futurismo non per glorificarli, ma per rielaborarli in una critica al potere totalitario e alla sua capacità di manipolare e annientare.

In questo contesto, la techno è un mezzo per alterare la percezione del tempo e immergere lo spettatore in un ciclo ritmico ossessivo, che riflette la propaganda fascista e il suo impatto sulla società. Ogni beat, ogni oscillazione elettronica, sembra allungare o comprimere il tempo, creando una tensione costante che porta lo spettatore a vivere il ritmo del potere fascista: rapido, martellante, travolgente.

Se il futurismo una volta celebrava l’avanzata tecnologica e il progresso, oggi la techno riflette una consapevolezza diversa: che il progresso può essere tanto liberatorio quanto alienante

In M: Son Of The Century, questa consapevolezza è palpabile. Le sonorità moderne della techno ci ricordano che la storia non è un capitolo chiuso, ma un ciclo che continua a ripetersi in nuove forme.

La musica di Rowlands evoca il passato e invita a riflettere sul presente. Il ritmo inesorabile della propaganda fascista, rappresentato nella colonna sonora, ha eco nei meccanismi di manipolazione e controllo dei giorni nostri. E proprio come la musica della serie si muove tra passato e futuro, anche il messaggio di M invita lo spettatore a confrontarsi con l’attualità.

In questo senso, la colonna sonora di Rowlands diventa qualcosa di più: è una lente sonora che amplifica l’orrore del fascismo e la sua capacità di persistere sotto nuove spoglie. È una riflessione sulla forza e sulla fragilità delle democrazie, sul modo in cui il potere seduce e manipola, e su quanto sia facile, oggi come allora, essere trascinati dal suono della storia.

I suoni sono manipolati per evocare emozioni precise, creando un dialogo diretto con lo spettatore. In questo contesto, la musica elettronica diventa un vero e proprio linguaggio narrativo, capace di raccontare ciò che le parole e le immagini non possono esprimere.

Tom Rowlands e la musica che amplifica l’inquietudine

Uno degli aspetti più affascinanti della colonna sonora di M: Son Of The Century è la sua capacità di rappresentare la violenza attraverso il suono. Non si tratta di una violenza fisica, ma di un’aggressività musicale che invade le scene, amplificando il senso di pericolo e di inquietudine.

Questa brutalità sonora viene resa attraverso suoni stridenti, beat martellanti e dissonanze, elementi che ricordano l’impatto psicologico del ticchettio ossessivo nella colonna sonora di Dunkirk di Hans Zimmer. In M, ogni traccia sembra evocare il caos organizzato di un’ideologia che avanza come una macchina ben oliata, implacabile e spietata.

La tracklist: quando la musica racconta la storia

Ogni traccia della colonna sonora è un tassello che ci immerge nel periodo fascista, raccontando eventi chiave della storia di Mussolini. Titoli come Matteotti Breakdown (che ricorda l’assassinio di Giacomo Matteotti), March on Rome (sull’ascesa del regime nel 1922), Facta Humiliation (fa probabilmente riferimento all’umiliazione subita dall’allora primo ministro Luigi Facta, incapace di contrastare la Marcia su Roma) o The Way Violence Should Be (riflette l’approccio machiavellico del regime nell’uso della violenza come mezzo per consolidare il potere) sono veri e propri strumenti narrativi che catturano la brutalità e il caos dell’epoca.

Ecco la tracklist completa di M – Son of the Century (Original Series Soundtrack):

  1. Lost Population
  2. Chasing M
  3. Avanti
  4. State of Emergency
  5. 48 Hrs
  6. Barbarism
  7. Victim
  8. The Way Violence Should Be
  9. Black Dam
  10. Floria
  11. Avanti 2
  12. Facta Humiliation
  13. La Gioconda
  14. Matteotti Breakdown
  15. March on Rome
  16. Black Dam 2
  17. Not A Bloodthirsty Dog
  18. The Violence Must Stop
  19. Cesarino Testimonial
  20. M Chiamo Mussolini

La collaborazione tra regista e compositore

Ogni grande colonna sonora nasce da una collaborazione stretta tra il regista e il compositore. In progetti complessi come M: Son Of The Century, questa relazione assume un ruolo fondamentale: la musica amplifica il significato delle immagini e contribuisce a creare un’atmosfera profondamente coerente con la narrazione.

Pensiamo ad altre collaborazioni storiche, come quella tra Christopher Nolan e Hans Zimmer, dove il regista affida spesso alla musica il compito di guidare le emozioni dello spettatore. In Interstellar, ad esempio, il tema musicale si intreccia profondamente con la narrazione, diventando parte integrante della trama.

Allo stesso modo, Tom Rowlands e Joe Wright sembrano seguire una dinamica simile. Wright è noto per la sua attenzione maniacale ai dettagli musicali nei suoi film, e questa sensibilità emerge chiaramente in M: Son Of The Century, dove la colonna sonora non si limita a sottolineare i momenti chiave: li trasforma in esperienze quasi coreografiche. Questo tipo di sinergia eleva la serie, rendendola un’opera che unisce potenza visiva e profondità sonora.

Luca Marinelli e Joe Wright

Luca Marinelli, nel ruolo di Benito Mussolini, porta in scena tutta l’ambivalenza del dittatore: carismatico, ma profondamente inquietante. Dopo il successo di Martin Eden, Marinelli si conferma uno degli attori italiani più talentuosi.

Dal canto suo, Joe Wright, già acclamato per film storici come L’Ora Più Buia, dimostra ancora una volta di saper intrecciare rigore e potenza visiva. La sua collaborazione con Rowlands eleva la serie, trasformandola in un’esperienza visiva e sonora senza precedenti.

La modernità nel raccontare il passato

Una delle scelte più audaci di Tom Rowlands è stata quella di utilizzare strumenti moderni per raccontare una storia ambientata nel passato. L’idea di mescolare suoni elettronici e strumenti acustici non è nuova, ma in questo caso assume un significato particolare: la musica diventa un ponte tra passato e presente, suggerendo che i temi affrontati dalla serie – il populismo, la propaganda, la violenza politica – sono ancora estremamente attuali.

Questa scelta si collega anche a una tradizione di sperimentazione musicale che mira a rompere i confini temporali. Ad esempio, Ennio Morricone spesso mescolava strumenti tradizionali e moderni per creare colonne sonore che sembravano fuori dal tempo, come in C’era una volta in America. Rowlands, allo stesso modo, crea un suono che non appartiene né al passato né al futuro, ma che sembra sospeso in una dimensione universale.

Il risultato è una colonna sonora che accompagna la narrazione e invita lo spettatore a riflettere sulle connessioni tra la storia e il mondo di oggi. In un periodo in cui i movimenti populisti stanno riemergendo in molte parti del mondo, questa scelta artistica diventa incredibilmente pertinente.

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