Formidabile Luisa Iovane

Tecnica, allenamento e spensieratezza. Ripercorriamo la carriera della scalatrice veneta, capace di alzare l’asticella dell’arrampicata al femminile dalle falesie alle vie lunghe su roccia L'articolo Formidabile Luisa Iovane proviene da Montagna.TV.

Jan 14, 2025 - 18:29
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Formidabile Luisa Iovane

Luisa Iovane apre Weg der Blumen al Sass dla Crusc nel 1979. Foto E. Wurm

Noi non abbiamo tempo di scrivere, dobbiamo arrampicare
La spontanea risposta di Luisa alla richiesta di un articolo

Le montagne non sono stadi dove soddisfo la mia ambizione di arrivare. Sono cattedrali, grandiose e pure, i templi della mia religione.
Anatolij Bukreev

Luisa, la ragazza che danza sul calcare della Spiaggia delle Lucertole con una canottiera rossa e blu, nasce il 27 giugno 1960 a Mestre. Il mare è vicino ma la passione per la montagna la pervade e inizia subito a frequentare le Dolomiti, prima con il padre e, poi, durante le vacanze con la parrocchia e gli scout. Con loro percorre le prime ferrate, senza attrezzatura ovviamente, allora la sicurezza non era un imperativo, e con don Franco sale perfino la Cima Grande di Lavaredo.

Presto si inserisce nell’ambiente del Club Alpino Italiano dove trova, oltre a tanti libri e testi da divorare, nuovi amici, spesso muniti della tanto agognata auto. A 14 anni l’esperienza dell’arrampicata la conquista e le falesie di Santa Felicita, Rocca Pendice e Lumignano diventano la sua seconda casa.
Mentre si trova con il padre in un rifugio presso le Tre Cime di Lavaredo conosce il Ragno di Lecco Benvenuto Laritti e Giovanni Costa che la portano sulla via Comici a Punta Frida, un vero battesimo alle vie lunghe ad appena 15 anni. Inizia ad esplorare le grandi pareti attorno a Cortina e le Pale di San Martino guastandosi le lunghe giornate di arrampicata.
Il 1977 è l’anno in cui affronta numerose vie di VI con Giancarlo Milan, come la Fachiri alla Punta Scotoni, la Bellinzer alla Torre d’Alleghe e la Ronchi alla Cima d’Auta.

A cavallo degli anni ‘80, mentre studia per raggiungere la Laurea in Geologia, scala anche con Claudio Barbier e Almo Gianbisi. Con lui mette per la prima volta i ramponi per andare a scalare sulla Noire al Monte Bianco, una salita della quale ricorda benissimo il duro bivacco in discesa.

Il periodo fiabesco

Nel 1978 al Passo Sella avviene un fortuito incontro che le cambia la vita: quello con Luggi Rieser, Reinhard Schiestl e Heinz Mariacher. Con quest’ultimo Luisa inizia a legarsi sempre più spesso e la loro cordata, anche nella vita, viene siglata dalla salita della Cassin alla Torre Trieste con tanto di bivacco in discesa. Sono giornate spensierate tra falesie e vie lunghe da ripetere o aprire, notti in macchina o dove capita, e poche giornate di riposo obbligate solo dal meteo avverso.
Il gruppo vive il passaggio dalla scalata con gli scarponi, vista come lotta con l’alpe, all’arrampicata sportiva dove lo stile, il divertimento e la difficoltà sono predominanti. Superga e, poi, EB ai piedi, frack, tute colorate e capelli sciolti sono il loro segno distintivo.

Ma per Luisa e gli altri l’arrampicata non è un semplice gioco e richiede tanto allenamento, dedizione e le prime rudimentali diete.Luisa storce il naso alla cordata a tre, troppo lenta e macchinosa, e preferisce ripetere con Heinz le vie simbolo dell’epoca, spuntandole dal celebre libro “Cento scalate estreme”. Seppur non adori le attese in sosta, lo segue anche nelle aperture, fidandosi completamente delle sue capacità e, insieme, realizzano vie leggendarie. Resterà per sempre nella mente la foto di una sorridente Luisa, vestita di rosso, in Dulfer sulla celebre rigola di Tempi Moderni, splendida via da loro aperta sulla Marmolada nel 1982.

Due anni più tardi Luisa, Heinz, Manolo e Bruno Pederiva tornano sulla Regina delle Dolomiti per la prima ripetizione della Via Attraverso il Pesce, aperta con parecchio artificiale da Igor Koller e JindrichSustr nel 1981. Una storia controversa che coinvolse Mariacher stesso e che terminò con la sua personale rivincita nel 1987 quando con Pederiva ne effettuò la prima salita in libera integrale.

Tra gare e gradi

Negli anni 80 la scala chiusa al VI grado è ormai un ricordo e la difficoltà cresce a grandi passi assorbendo le nuove generazioni. Luisa non sfugge al fascino della sfida con se stessi e così nel 1984 raggiunge il 7B e, l’anno successivo, il 7C, grado che conferma con numerose vie anche nel puro stile a-vista. Nel 1986 chiude i conti con il suo primo 8A, ossia Comeback, in Val San Nicolò.

Sempre nel 1985 partecipa alla prima competizione internazionale di arrampicata alla parete dei Militi, vicino a Bardonecchia. Sportroccia 85 è un successo assoluto che vede Luisa sul podio e la motiva ancor di più ad allenarsi per le successive edizioni. Vede le gare come un modo per viaggiare, conoscere nuovi amici e confrontarsi su un terreno più imparziale dei singoli tiri, spesso con difficoltà dipendenti da molti fattori soggettivi.

Tra questi l’essere donna in arrampicata viene più volte messo sul tavolo nelle interviste e il suo punto di vista è ironicamente ben condensato in queste parole: “Gli uomini nell’arrampicata sono come al volante”, dice scherzando. “ Mi sembra un paragone abbastanza calzante. Tu non vedrai mai le donne così incattivite, e lo stesso nell’arrampicata. Le donne arrampicano finché si divertono però non si sentono offese se la donna a fianco arrampica meglio. Mentre per i ragazzi devo dire che è così”.
Gareggia fino al 2005, arrivando seconda alla Coppa del mondo del 1989, e divenendo campionessa nazionale per ben 8 volte. Nonostante il saluto alle competizioni continua ad allenarsi con rigore e grande motivazione.
Luisa Iovane, minuta e determinatissima, è tra le migliori alpiniste di sempre, una vita tra le montagne del mondo immortalata in mille foto, da Arco alla Marmolada, dal Sahara al Nevada, sempre con l’inconfondibile sorriso!

Vie in Falesia

  • Doping – 8A+ – Val San Nicolò – 1998
  • Cesarline – 8A – Val San Nicolò- 1994
  • Vision Thing – 8A – Rifle (USA) – 1994
  • El Somaro – 8A – Lumignano – 1990
  • ExExpress – 8A – Val di Gresta – 1990
  • Comeback – 8A – Val San Nicolò – 1986

Vie alpinistiche

  • 1977 – Via dei Fachiri – Cima Scotoni
  • 1977 – Bellenzier – Torre Alleghe
  • 1978 – Solitaria della via Irma – Gruppo del Sella/PizCiavazes
  • 1978 – Seconda salita con Mariacher della Via Messner – Sass dlaCrusc/Pilastro di Mezzo
  • 1978 – Ripetizione della Via dell’Ideale con numerose varianti – Marmolada – con Mariacher
  • 1979 – Prima salita della via Nuovo Pilastro – Marmolada – con Mariacher, Franz Kroll e Peter Brandstätter
  • 1979 – Prima salita di Vogelwild – Marmolada – con Mariacher e Rieser
  • 1980 – Salathé – El Capitan (USA) – con Mariacher
  • 1980 – Prima salita di Abrakadabra – Marmolada – con Mariacher
  • 1981 – Prima salita della Via della Mancha – Marmolada con Mariacher
  • 1982 – Prima salita di Tempi moderni – Marmolada – con Mariacher
  • 1984 – Seconda salita della via Attraverso il Pesce – Marmolada – con Mariacher, Bruno Pederiva e Maurizio Zanolla
  • 1986 – Prima salita di Tempi modernissimi – Sass delle Undes con Mariacher

Testi

  • “Luisa Iovane – Heinz Mariacher” – Alp. Speciale ritratti n.4
  • “Ritratti d’alpinismo vol.1 – L’altro volto” – di Edoardo Faletta
  • Intervista a Luisa Iovane di Michela Canova nel 2013 su Altitudini.it

Film

  • “Ritorno al silenzio” – film di 30 minuti di Heinz Mariacher e Sepp Wörmann – 1992
  • “HARD ROCKS” – di Heinz Mariacher – 1988

    “Noi, che ci eravamo riempiti di panini bianchi con la Nutella, eravamo ancora pieni di energia e dovevamo trascinare Luggi in discesa”

    Aneddoto di Luisa Iovane

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