Galoppante rischio meteo di neve nel culmine dell’Inverno ormai vicino

Ed ecco che il modesto aumento della radiazione solare inizierà a manifestare i suoi effetti, come già intravediamo attraverso le proiezioni dei modelli matematici, che indicano la formazione di aree cicloniche estremamente profonde nell’oceano Atlantico, con caratteristiche di uragano extra-tropicale. Queste tempeste si avvicineranno pericolosamente all’Europa, mentre sul continente europeo, e successivamente verso la Russia, […] Galoppante rischio meteo di neve nel culmine dell’Inverno ormai vicino

Jan 14, 2025 - 18:43
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Galoppante rischio meteo di neve nel culmine dell’Inverno ormai vicino

Ed ecco che il modesto aumento della radiazione solare inizierà a manifestare i suoi effetti, come già intravediamo attraverso le proiezioni dei modelli matematici, che indicano la formazione di aree cicloniche estremamente profonde nell’oceano Atlantico, con caratteristiche di uragano extra-tropicale. Queste tempeste si avvicineranno pericolosamente all’Europa, mentre sul continente europeo, e successivamente verso la Russia, la formazione di potenti aree di alta pressione tenderà ad attirare aria fredda.

 

Il mix di queste due condizioni meteorologiche potrebbe provocare, in vari Paesi europei, tempeste di neve e di vento di notevole intensità. Nel breve termine, l’Italia sarà interessata da una bassa pressione che si intensificherà nel Mediterraneo meridionale, influenzando in modo particolare Sardegna, Sicilia (soprattutto nel settore orientale), la Calabria ionica, la Basilicata ionica e parte della Puglia. Questa bassa pressione potrebbe generare precipitazioni eccezionalmente intense, con il rischio di alluvioni lampo. Contemporaneamente, le temperature non elevate favoriranno abbondanti nevicate sui rilievi maggiori, con accumuli significativi, ad esempio, sull’Etna.

 

L’arrivo di queste profonde basse pressioni desta preoccupazione, poiché il loro transito verso est potrebbe dar luogo a tempeste extra-tropicali anche sulle terre emerse, accompagnate da precipitazioni molto intense. Quest’anno, a differenza degli inverni passati, le temperature sull’Europa centrale e settentrionale risultano più basse, con un clima più freddo. Anche in alcune regioni centro-settentrionali italiane si registrano temperature inferiori rispetto alla norma, nonostante si affermi che questo non sia un vero inverno. Queste affermazioni provengono principalmente da aree che stanno vivendo significative anomalie nelle precipitazioni, come il Nord Italia, dove le tradizionali nevicate invernali sono quasi assenti. Tuttavia, altre regioni italiane non sono in condizioni migliori: il clima anomalo è ormai una caratteristica dei nuovi inverni. Va detto, però, che in questo inverno le anomalie climatiche si sono lievemente ridotte, pur restando presenti.

 

La formazione di questi uragani oceanici potrebbe aggravare ulteriormente la situazione, soprattutto a partire dalla seconda decade di gennaio, con un’escalation di fenomeni meteorologici estremi, probabilmente in febbraio, quando potrebbero aggiungersi ulteriori fattori, come una maggiore instabilità del vortice polare o un forte riscaldamento della stratosfera. Questi eventi possono destabilizzare sensibilmente il vortice polare, invertire le correnti e spingere masse d’aria gelida dalla Siberia verso l’Europa.

 

Ci troviamo dunque di fronte a una possibile svolta meteorologica, in un periodo dell’anno in cui l’inverno raggiunge il suo apice, generalmente fino alla seconda decade di febbraio. Successivamente, l’inverno tende gradualmente a indebolirsi, lasciando spazio a quelli che vengono definiti colpi di coda invernale.

 

Tornando all’analisi delle previsioni per i prossimi 10 giorni, ma anche per le settimane successive, colpiscono in particolare questi cicloni oceanici estremamente violenti. Alcune proiezioni indicano valori di pressione minimi inferiori a 930 hPa, associati a veri e propri uragani extra-tropicali, che potrebbero causare ingenti danni se dovessero raggiungere le terre emerse.

 

Per quanto riguarda il freddo, le previsioni per l’Europa sono spesso complicate per motivi orografici e risultano meno affidabili rispetto ad altre aree, come il Nord America, dove l’inverno è considerato più intenso. Lì, le correnti provenienti da nord-ovest trasportano aria fredda dal Canada, che non è però così gelida come quella della Siberia occidentale (associata al fenomeno del Burian). Quando soffiano forti correnti nord-occidentali, si possono registrare temperature estremamente basse, come -20 °C anche in città costiere come New York, accompagnate da venti tempestosi.

 

Le differenze tra i due continenti sono notevoli, ma le proiezioni meteorologiche per il Nord America non sono così precise come si potrebbe pensare, con variazioni considerevoli, analoghe a quelle europee. Anche se, in Europa, queste variazioni si manifestano su scala più ampia, il margine d’errore nelle previsioni locali rimane comunque elevato.

 

Ora, l’attenzione si concentra sull’osservazione dei cicloni atlantici, già presenti per tutto l’inverno, ma destinati a intensificarsi ulteriormente, fino a scontrarsi con le masse d’aria fredda che gradualmente affluiranno sull’Europa. Le conseguenze potrebbero essere rilevanti anche per l’Italia. Non resta che monitorare i prossimi aggiornamenti meteorologici.

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