Gran Sasso: la storia del Rifugio Garibaldi. E gli itinerari per raggiungerlo
Considerato il più antico rifugio dell’Appennino, dovrebbe riaprire la prossima estate al termine della ristrutturazione. Ma il luogo in cui sorge è comunque una splendida meta per escursioni L'articolo Gran Sasso: la storia del Rifugio Garibaldi. E gli itinerari per raggiungerlo proviene da Montagna.TV.
Piccola e in posizione quasi nascosta, nel cuore di Campo Pericoli c’è una costruzione in pietra posta a 2.231m. Offre riparo a escursionisti e scialpinisti dal 1886, fu la prima struttura del genere costruita in Appennino e la storia della sua realizzazione mobilitò un’intera valle.
Voluto dalla sezione Romana del CAI, il Rifugio Garibaldi fu costruito soprattutto grazie al contributo degli abitanti del borgo di Camarda che sotto gli occhi vigili del capomastro Romualdo Baglioni portarono a compimento l’ambizioso progetto di avere un primo vero rifugio in Appennino.
Il Rifugio Garibaldi è raggiungibile sia in estate sia in inverno percorrendo diversi sentieri più o meno impegnativi, per certo nella stagione fredda spesso può risultare anche difficile localizzarlo se le precipitazioni nevose sono abbondanti. A tal proposito va fatto notare, che pur provvisto di un locale invernale sempre aperto (sul lato sinistro guadando l’accesso principale), spesso la porta che permette di accedervi è letteralmente sommersa dalla neve. Fu realizzato, durante un’opera di restauro e consolidamento della struttura, un accesso sul tetto che permette di accedere al locale principale anche se il rifugio è completamente coperto di neve, cosa non rara vista la posizione in cui è stato realizzato. Per proteggerlo dal vento e dalla neve fu inizialmente costruito un muro di protezione che non si rivelò all’altezza delle necessità per cui era stato ideato.
Il Rifugio fu costruito nel periodo in cui i soci del CAI di Roma esploravano in modo continuo e importante il massiccio del Gran Sasso e fu per più di vent’anni riferimento unico e prezioso degli alpinisti che volevano raggiungere il Corno Grande, Pizzo d’Intermesoli e anche Monte Corvo. Il suo decadimento iniziò dopo il 1908 quando, sempre dal CAI di Roma, fu realizzato sulla cresta di Monte Portella il Rifugio Duca degli Abruzzi. Per evitare che la struttura andasse in rovina nel 1924 fu preso in gestione dalla sezione aquilana del CAI, che lo affidò alla famiglia Pilato di Assergi che fece il primo intervento di restauro e lo salvò dal declino almeno fino al 1933. La realizzazione della funivia e dell’Albergo di Campo Imperatore portò poi all’abbandono della struttura.
Nel 1977 fu ceduto dal CAI di Roma alla sezione aquilana che già nell’ottobre dell’anno seguente lo riaprì con il caratteristico “camino” che rappresenta l’unico vero accesso invernale. Attualmente è in corso un’importante azione di restauro e riqualificazione che dovrebbe terminare questa estate.
Come arrivare al rifugio nella bella stagione
Sono tanti gli alpinisti che lo hanno utilizzato nel corso di oltre un secolo e Stefano Ardito ha ricordato con un suo articolo la tragedia del 1929 quando persero la vita Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti.
Per raggiungere il Rifugio Garibaldi in estate i sentieri che principalmente vengono percorsi sono due, da Pietracamela e da Campo Imperatore. Dal paese teramano esce una strada bianca che si addentra nella Val Maone verso le caratteristiche cascate, per poi diventare una mulattiera che sale con pendenze mai impegnative prima nel bosco poi nell’alta Valle fino a raggiungere un antico e importante sito: Le Capanne della Val Maone. Si tratta dei resti di un antico complesso pastorale posto tra le pendici di Pizzo d’Intermesoli e il Corno Grande. Era costituito da capanne a “falsa” cupola e da ricoveri sotto roccia chiusi con i caratteristici muri a secco, ora è abbandonato e le prime tracce risalgono alla fine del 1800. Continuando lungo il sentiero il panorama si apre ancora e ci si trova circondati da una corona di alte cime che formano il circo glaciale di Campo Pericoli.
Provenendo da Campo Imperatore si possono scegliere due linee diverse, una che traversa a est e permette di raggiungere “La Portella” da dove si scende ripidamente verso il Rifugio e un’altra a ovest (la più frequentata) che porta prima a Sella di Monte Aquila per poi scendere dolcemente verso il rifugio, sentiero sempre ben segnalato e visibile.
Il Rifugio Garibaldi in estate si può raggiungere anche dalla Val Chiarino e riscendendo dalla Sella dei Grilli dopo aver traversato la Valle del Venacquaro, piuttosto che percorrendo l’intera cresta di Monte Aquila da Vado di Corno.
Affascinante, molto bella ma decisamente impegnativa è la traversata da Prati di Tivo a Campo Imperatore che con una piccola deviazione permette di raggiungere il Rifugio Garibaldi. Presenta alcuni tratti esposti solo in parte protetti con cavo e pendenze importanti, tuttavia, i luoghi che si attraversano sono straordinari e indimenticabili. Da Prati si sale fino alla Madonnina sia da sentiero sia (se in funzione) con la cabinovia per raggiungere il Rifugio Franchetti poi Sella dei due Corni. Da qui si raggiunge il Passo del Cannone per poi scendere lungo la Via Normale Estiva fino a Sella del Brecciaio dove si apre la vista su Campo Pericoli. Si continua lungo il ripido ghiaione che porta al bivio del sentiero per il Rifugio Garibaldi. Per concludere la traversata si segue poi il sentiero in salita che inizia subito dopo il rifugio e che porta a Sella di Monte Aquila da dove si raggiunge Campo Imperatore.
Una volta raggiunto il Garibaldi, è d’obbligo continuare il cammino sulla piccola altura che domina il rifugio, il sentiero inizia proprio dietro la costruzione e sale verso il Corno Grande. Dopo circa 300 metri sulla sinistra appare una piccola valle sempre fiorita dove con un po’ di attenzione si riesce a vedere la traccia che porta a una piccola piramide. È il luogo dove è sepolto Edoardo Martinori, ingegnere e importante numismatico ricoprì l’incarico di vice-presidente dell’omonimo istituto ma era soprattutto viaggiatore alpinista e pioniere dello sci-alpinismo (nel 1886 traversò con gli sci la Lapponia, donando poi l’attrezzatura sci alla sezione romana del CAI).
Con gli sci
In inverno tutto cambia e le linee da seguire le decidono le condizioni del manto nevoso e la stagione. Da Campo Imperatore in genere si raggiunge il Rifugio Duca degli Abruzzi (ramponi e piccozza) per percorrere la cresta est di Monte Portella (Pizzo Confalonieri) e scendere a Sella di Monte Aquila da dove con le ciaspole o gli sci si arriva senza linea obbligata al Rifugio Garibaldi. Con buone condizioni della neve, Sella di Monte Aquila si può raggiungere anche traversando sotto Monte Portella. Da Pietracamela si percorre la stessa linea estiva facendo molta attenzione alle condizioni del manto nevoso subito dopo essere usciti dal bosco.
I più esperti scendono con gli sci dalla Portella e dal Rifugio Duca degli Abruzzi ma si tratta di discese molto impegnative riservate ai più preparati.
In genere in primavera con neve molto ben assestata sono possibili due traversate, la alta e la bassa. La prima è riservata a chi ha ottima esperienza perché è necessario raggiungere prima Sella di Monte Aquila poi la Cima Occidentale di Corno Grande dalla Direttissima per poi scendere dal Calderone verso il Rifugio Franchetti e affrontare l’insidioso passo delle scalette. La bassa è meno tecnica ma non va assolutamente sottovalutata sia per la lunghezza sia per la necessità di saper valutare bene le condizioni della neve, passando per Sella di Monte Aquila fino a scendere al Rifugio Garibaldi per proseguire in discesa lungo la Val Maone fino a Pietracamela.
Come arrivare
Tempi di percorrenza estivi e distanze:
da Campo Imperatore circa un’ora, 3km e 300 m di dislivello
da Pietracamela tre ore, quasi 10km, 1.150mdi dislivello
per la Val Chiarino oltre 6 ore, circa 18km, oltre 2.000m di dislivello
dal parcheggio di Vado di Corno circa tre ore, 7km, 750m di dislivello
Prati di Tivo si raggiunge, sia in estate sia in inverno, percorrendo l’autostrada Roma-L’Aquila-Teramo uscendo ai caselli di Colledara (provenendo da Roma) o Basciano-Villa Vomano se si arriva da Teramo.
Campo Imperatore in estate può essere raggiunto in auto percorrendo la A24 fino al Casello di Assergi per seguire poi le indicazioni per Campo Imperatore. In inverno necessariamente si deve utilizzare la funivia del Gran Sasso.
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