In vetta all’Accellica, gioiello dei Monti Picentini

Escursione invernale non per tutti, in una delle aree più selvagge del Parco regionale dei Monti Picentini, in Campania. Le condizioni spesso mutevoli dei pendii richiedono di prestare la massima attenzione all’attrezzatura L'articolo In vetta all’Accellica, gioiello dei Monti Picentini proviene da Montagna.TV.

Jan 23, 2025 - 07:23
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In vetta all’Accellica, gioiello dei Monti Picentini

I Monti Picentini sono una catena dell’Appennino campano compresa tra le province di Salerno e Avellino, le cui vette principali superano di poco i 1800 metri. Le altezze non elevate di questa catena però non devono far pensare a montagne banali e con scarse attrattive, anzi. Le vette più selvagge possono donare all’escursionista notevoli gratificazioni. Dal 1995 sono compresi nel Parco regionale dei Monti Picentini che ne tutela i beni ambientali ed ecologici. Il Monte Accellica con i suoi 1660 metri della cima nord non è tra le vette più alte del gruppo ma sicuramente tra le più interessanti anche per una risalita invernale.

L’itinerario

Partenza: Giffoni Valle Piana (SA), loc. Piani di Giffoni (750m)
Dislivello: + 856 m
Tempo di percorrenza: 8 ore a/r
Difficoltà: EE con passaggi alpinistici in cresta

La cima che si divide in vetta sud e nord può essere raggiunta da vari punti sia del salernitano che dell’avellinese, ma una salita interessante è quella che parte da Giffoni Valle Piana (SA), paese reso noto dal Giffoni Film Festival, che qui si svolge ogni anno. Dal paese imboccata la stradina Vassi-Piani di Giffoni, si lascia l’auto presso la Caserma Forestale e seguendo le chiare indicazioni (sentiero Cai 106 e 103A) si prosegue per la vetta dell’Accellica Sud.
Dopo pochi passi inizia una ripida salita che parte dalla Vena d’a Mola fino al cosiddetto bivacco San Raione (una struttura all’aperto pomposamente chiamata rifugio) e da qui al valico di Acquafredda. Il passaggio nella fitta faggeta è particolarmente suggestivo, infatti man mano che si sale verso la vetta gli alberi si fanno sempre più contorti e dalle forme rese ancora più bizzarre dalla galaverna formatasi sui rami. Interessante anche fermarsi per fare birdwatching in quanto non è difficile scorgere qualche rapace che volteggia in alto o qualche picchio che si è attardato nel bosco innevato. A volte l’innevamento sulla montagna non è uniforme in quanto, un po’ per le condizioni meteo climatiche favorevoli e un po’ per l’altezza non elevata, i boschi a sud possono risultare privi di manto nevoso mentre quelli a nord possono essere immersi nel gelo, ricoperti di ghiaccio e neve.

Il tratto dopo il valico dell’Acquafredda è riservato ai più esperti e attrezzati in quanto cominciano una serie di saliscendi piuttosto esposti e il cavo metallico a cui assicurarsi può essere nascosto dalla neve. Se non si è più che sicuri meglio fermarsi al valico nei pressi del quale già si può ammirare il panorama circostante che va da Golfo di Salerno e i Monti Lattari alle vicine cime del Gruppo dei Picentini.
Si fa presente che l’Accellica ha due vette, l’Accellica Nord (1660 m), divisa dall’Accellica Sud (1606 m) dal Varco Del Paradiso e dal Ninno (1538 m). Qui il CAI aveva installato una ferrata per superare i profondi precipizi che collegano le due cime, che però a causa di gravi incidenti è stata rimossa nel 2018. Al rientro, al bivio finale per il 106 si può deviare in direzione della Grotta dello Scalandrone che ha uno sviluppo verticale di ben 450 m ed è uno dei più interessanti esempi del carsismo nei Monti Picentini. La visita al suo interno si può realizzare solo affidandosi a guide speleologiche per cui, per ragioni di sicurezza, ci si limiterà ad una occhiata
dall’ingresso.

Come arrivare

Dall’uscita autostradale di Pontecagnano sulla A3 si imbocca la S.P. 25a per Giffoni. Dalla frazione Vassi di Giffoni Valle Piana si segue quindi una stretta carrozzabile asfaltata che in 12 km porta nei pressi della Caserma della Forestale dove inizia il sentiero.

Cosa vedere

Essendo poco distante, una visita al centro storico e al Duomo di Salerno è a portata di mano. In particolare il Duomo, la cui denominazione ufficiale è Cattedrale Primaziale Metropolitana di Santa Maria degli Angeli, San Matteo e San Gregorio VII, risalente all’XI secolo è abbellito da un quadriportico con loggiato soprastante a bifore e pentafore, considerato il principio della cosiddetta Architettura mediterranea.

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