Instore pieni, Spotify vuoto: il paradosso dei dischi dei cantanti di Amici 24

I cantanti di Amici 24 trainano le classifiche FIMI grazie agli instore, ma lo streaming dice altro. Un successo solo apparente? Dopo lo stop della pandemia i firmacopie dei cantanti italiani sono tornati anche se, sembrava, in modo meno presente rispetto al passato. Eccezione fatta per gli artisti pop, sopratutto quelli legati ad Amici di […] L'articolo Instore pieni, Spotify vuoto: il paradosso dei dischi dei cantanti di Amici 24 proviene da All Music Italia.

Jun 10, 2025 - 13:05
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Instore pieni, Spotify vuoto: il paradosso dei dischi dei cantanti di Amici 24

I cantanti di Amici 24 trainano le classifiche FIMI grazie agli instore, ma lo streaming dice altro. Un successo solo apparente?

Dopo lo stop della pandemia i firmacopie dei cantanti italiani sono tornati anche se, sembrava, in modo meno presente rispetto al passato. Eccezione fatta per gli artisti pop, sopratutto quelli legati ad Amici di Maria De Filippi.

Certo, anche altri artisti organizzano instore, ma nessuno con la stessa intensità, frequenza e impatto sulle classifiche fisiche. È proprio con Amici che il firmacopie è tornato a essere un vero e proprio strumento di marketing, capace di trainare vendite e posizionamenti FIMI in modo vistoso. Ed è proprio qui che nasce la nostra riflessione che, per l’appunto, vuole essere una riflessione alla luce di quanto successo in passato ad altri cantanti, e non una critica.

Come dicevamo, dai negozi di dischi ai centri commerciali le file per incontrare gli artisti sono tornate ad animare le gallerie, con un entusiasmo che sembrava ormai appartenere a un’altra epoca.

Ma se da una parte il pubblico si accalca per una foto e una firma, dall’altra i dati di ascolto raccontano una storia ben diversa. I dischi dei ragazzi di Amici 24, usciti tra fine maggio e inizio giugno, stanno vendendo soprattutto dove è richiesto l’acquisto fisico per accedere all’instore. Ma sullo streaming, cioè dove oggi la musica viene davvero consumata, gli stessi album risultano invisibili.

Un controsenso nel mercato musicale

Viviamo in un’epoca in cui anche nei grandi store di elettronica i lettori CD sono un miraggio, eppure il supporto fisico continua a essere fondamentale per scalare le classifiche FIMI. Ma solo in apparenza. La realtà è che l’acquisto del CD è ormai spesso solo un passaggio obbligato per accedere all’evento fan-based del firmacopie, più che un atto d’amore per la musica.

La dinamica è semplice: acquisti il CD, entri in fila, scambi due parole con il tuo artista, scatti una foto, consegni un regalo. Ma quanti avrebbero acquistato quel disco senza l’incentivo dell’incontro? La risposta, guardando le vendite del resto dell’anno, è chiara: pochi.

La fotografia degli EP dei ragazzi di Amici 24 con gli instore

I primi quattro EP dei cantanti di Amici sono usciti il 23 maggio. In quel weekend le attività instore erano ancora limitate, e i risultati ne hanno risentito. Vediamo nel dettaglio cosa è successo nelle prime due settimane.

TrigNO

  • Debutto: #22 FIMI album / #7 formato fisico
  • Instore: 1 nella prima settimana, 3 nella seconda, 15 in arrivo
  • Seconda settimana: ancora #7 fisico, ma scivola al #41 negli album

Antonia

  • Debutto: #37 FIMI album / #13 fisico
  • Instore: nessuno nella prima settimana, 1 nella seconda, 9 in arrivo dal 6 giugno
  • Seconda settimana: fuori dalla Top 100 album e dalla Top 20 fisico

Jacopo Sol

  • Debutto: #25 FIMI album / #6 fisico
  • Instore: 6 nella prima settimana, 1 nella seconda, 7 in arrivo
  • Seconda settimana: fuori da entrambe le classifiche

Nicolò Filippucci

  • Debutto: #17 FIMI album / #3 fisico
  • Instore: 4 nella prima settimana, 3 nella seconda, 14 in arrivo
  • Seconda settimana: #6 fisico / #42 FIMI album (perde 25 posizioni)

LUK3 e Senza_Cri: effetto instore immediato

LUK3

  • Uscita: 30 maggio
  • Debutto: #7 FIMI album / #2 fisico (il migliore della stagione)
  • Instore: 7 nella prima settimana, 6 in arrivo
  • Album più venduto tra i ragazzi di Amici
  • Non entra nella Top 200 album di Spotify

Senza Cri

  • Uscita: 30 maggio
  • Debutto: #87 FIMI album / #12 fisico
  • Instore: 4 nella prima settimana, 2 in arrivo
  • Anche il suo album non entra nella Top 200 Spotify

poco streaming, tanto rumore (dal vivo)

Il dato più preoccupante è proprio questo: nessuno degli album dei ragazzi di Amici, né nella settimana di debutto né in quella successiva, ha fatto ingresso nella Top 200 degli album più ascoltati su Spotify Italia. E parliamo di una classifica dove ancora compaiono dischi del 2015.

È la prova che il supporto fisico funziona, ma solo quando abbinato all’incontro personale con l’artista. E nel modo in cui oggi viene consumata quotidianamente la musica, nello streaming, questo tipo di impatto risulta sempre più effimero.

Il paradosso: Ultimo e Alfa

Per capire quanto poco conti l’instore nel lungo termine, basta guardare i due nomi che hanno occupato la vetta di entrambe le classifiche FIMI, album e fisico, nelle due settimane prese in esame: Ultimo e Alfa. Ultimo, con il suo disco live, ha conquistato il primo posto FIMI senza fare firmacopie e debuttando alla #30 su Spotify. Alfa, invece, ha rilanciato l’album con una deluxe edition, ha fatto sei instore ed è salito fino alla #7 su Spotify. La differenza? L’interesse reale del pubblico nel tempo, non l’evento spot.

Vale la pena ribadirlo: questo articolo non è una critica a chi lavora nel settore. È normale e legittimo che manager, artisti ed etichette sfruttino il momento di massima visibilità. Ma resta una riflessione aperta: oggi, chi compra un disco in formato fisico lo fa davvero per la musica?

Dietro le file, i regali, le foto e le dediche, spesso c’è più amore per il personaggio che per le canzoni. E questo è un campanello d’allarme: perché quando finisce l’onda, finisce anche l’interesse. Lo hanno vissuto in molti tra i cantanti passati dal talent show di Canale 5: Riki, Einar, Federica Carta, Luigi Strangis, Thomas, Biondo, Petit, giusto per fare qualche nome. Il talento resta, ma il pubblico cambia. E alla fine, se non c’è una base solida di ascolto vero, il castello crolla.

E allora: gli instore fanno bene a tutti. Ma raccontano poco sul futuro musicale degli artisti che li riempiono.

 

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