Electropark è un’onda (e quest’anno però ti sfida)

Già era uno dei nostri festival preferiti, per la costanza, il coraggio, la voglia di “sporcarsi le mani” a Genova – dopo una fuga a Milano, presto rientrata – (ri)portando così il capoluogo ligure ad essere un punto di riferimento anche per la ricerca musicale e la sperimentazione, come dovrebbe essere, come ha tutte le… The post Electropark è un’onda (e quest’anno però ti sfida) appeared first on Soundwall.

May 29, 2025 - 21:05
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Electropark è un’onda (e quest’anno però ti sfida)

Già era uno dei nostri festival preferiti, per la costanza, il coraggio, la voglia di “sporcarsi le mani” a Genova – dopo una fuga a Milano, presto rientrata – (ri)portando così il capoluogo ligure ad essere un punto di riferimento anche per la ricerca musicale e la sperimentazione, come dovrebbe essere, come ha tutte le potenzialità e l’attitudine per essere, lontano dai lustrini. Con l’edizione 2025, Electropark rafforza questo nostro gradimento, e lo fa per un motivo ben preciso e, volendo, paradossale: si complica la vita.

Già.

Quest’anno infatti ci saranno più giorni – si inizia con le prime preview già domani, molto interessanti, anche se il grosso del festival è a metà luglio – e soprattutto ci saranno più discipline d’espressione, rendendo sempre più il tutto un’esperienza a trecentosessanta gradi, senza affidarsi solo alla routine “trovo i live e i dj set giusti e intelligenti, il resto seguirà”, che se di suo è già meritoria (siamo ancora la nazione piena di concerti e festival stantii, che si reggono su idee nazionalpopolari e dozzinali: sempre aria fresca che devia da questa rotta) in realtà se si vuole essere coerenti con un’idea di crescita culturale bisogna iniziare a dire che è una condizione necessaria, in qualche caso anche più che sufficiente, ma non è comunque quella più avventurosa e costruttiva. No, non lo è più. In Italia abbiamo imparato a fare i (boutique) festival “belli”; chi alza ancora di più l’asticella, tentando di proporre davvero qualcosa di nuovo e di inedito al pubblico, merita un bonus di complimenti. E di incoraggiamento.

(Una immagine degli anni scorsi tratta dalla parte “diurna” di Electropark; continua sotto)

Chiaro, avere metà di The Knife (Olof Dreijer, nello specifico) non è cosa da tutti, e vediamo come sarà il suo dj set, la curiosità è tanta, lui è uno davvero molto “sfidante” oltre che ben conosciuto. Scartabellando poi tra il programma musicale segnaliamo volentieri Bendik Giske, sassofonista norvegese che supera spesso i confini del fisico, o gran talenti di casa nostra come Ginevra Nervi e Lowtopic, o ancora Annie Errez ed Interstellar Funk (che in console potrebbero davvero sorprendervi e/o euforizzarvi e/o farvi viaggiare). E non mancherà ovviamente il rito The Groove Island, il “dancefloor galleggiante” (lo è davvero, si balla in mezzo al mare, su un’isola artificiale), che quest’anno sarà officiato dalla cricca The Disco Express.

(The Groove Island, l’anno scorso; continua sotto)

Ma al di là del fatto che gli act musicali non sono solo questi (occhio, pure tra quanto non nominato qua sopra potreste fare delle scoperte notevolissime tra dj egiziani ed agitatori culturali lusitani), quest’anno come non mai Electropark si espande appunto sia nel calendario (30 maggio / 1 giugno, 12 giugno / 15 giugno, 10 luglio / 13 luglio) che nelle forme d’espressione, come un’onda colorata e fertile sulla città. Ci sarà teatro, ci sarà meditazione, ci saranno le performance che trasformano le strade in dancefloor, ci saranno tecniche di danza che inducono in stati di trance, ci sarà addirittura una forma di circo 2.0, davvero iper-contemporaneo ed alto impatto visivo ed emotivo (questo già nell’inaugurazione assoluta il 30 maggio, al Teatro della Tosse, protagonista l’artista e coreografa brasiliana Diana Salles).

(Già l’anno scorso, per dire, Electropark conquistava la strada, lo faceva per davvero; continua sotto)

Insomma, studiare il programma di Electropark 2025 non sarà così semplice come dare un occhio a una line up su uno o due palchi, dove l’80% dei nomi li conosci già e dovrai solo decidere se ballare o meno, se esaltarti per la musica o meno. Il festival genovese, quest’anno, è molto più complicato e chiede molto di più a chi lo vorrà seguire, a chi lo vorrà adottare. Una scelta non semplice, una scelta controcorrente, una scelta però coraggiosa che dà molta fiducia – e responsabilità – a chi dice di essere davvero, a Genova e non solo, un fiancheggiatore della cultura più coraggiosa, sperimentale, libera dalle routine di mercato.

Una gran bella sfida. Siamo curiosi di vedere come andrà a finire. E siamo convinti che valga la pena ritrovarsi a supportare, ad esserci, ad apprezzare. Qui i biglietti, qui tutte le informazioni.

Tutte le immagini pubblicate sono a cura di Silvia Aresca

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