Estate 2025, la guida definitiva ai festival estivi
Quando per la prima volta facemmo uno Specialone di questo tipo, anno 2022, il successo fu strepitoso. Venne letto tanto, venne apprezzato tantissimo. Per certi versi: pure troppo. Sentimmo infatti di aver contribuito, involontariamente, all’idea che fare festival “belli” in Italia fosse facile, fosse alla portata di tutti. In più il 2022 era la prima… The post Estate 2025, la guida definitiva ai festival estivi appeared first on Soundwall.

Quando per la prima volta facemmo uno Specialone di questo tipo, anno 2022, il successo fu strepitoso. Venne letto tanto, venne apprezzato tantissimo. Per certi versi: pure troppo. Sentimmo infatti di aver contribuito, involontariamente, all’idea che fare festival “belli” in Italia fosse facile, fosse alla portata di tutti. In più il 2022 era la prima “libera” dal Covid, c’era una grande energia sia fra il pubblico che gli fra gli addetti ai lavori, energia – anche economica – repressa per due anni di fila. La coda lunga di tutto questo si è avuta nel 2023, già col 2024 i primi scricchiolii e le prime difficoltà. Non per colpa di nessuno, se non del fatto che fare festival è maledettamente difficile: ci vuole fegato, perseveranza, umiltà, un minimo di autolesionismo e voglia di immolarsi per la causa… e la conoscenza musicale, beh, arriva solo dopo tutte queste voci. Tanti invertono la classifica, per troppo amore dell’arte e della musica che amano, e sbagliano.
È stata però una chiacchierata col dipartimento marketing di AlphaTheta (l’azienda dietro l’iconico marchio Pioneer Dj) a farci capire che è il momento di tornare a dare, nel nostro micropiccolo, un contributo di supporto e visibilità – nessun festival infatti ha sborsato nemmeno mezzo euro per essere presente in questa lista, opportuno specificarlo in tempi in cui le testate editoriali fanno mercimonio di se stesse e chiedono soldi anche solo per una recensione o una citazione. Ad AlphaTheta, tornando al punto, ci raccontavano di come la strategia per questa estate in Italia fosse, per un anno, prendersi una pausa coi grandi eventi e dare invece supporto a realtà più piccole, particolari e battagliere, in cui l’arte del deejaying si esprime in modi e contesti differenti: un approccio che ci è piaciuto parecchio, e che ci ha fatto capire ancora meglio quanto chi, nel 2025, passata la grande sbornia post Covid, trovandosi nella posizione non solo di esserci ma di portare avanti un discorso solido, sincero, personale, appassionato, fosse davvero persona o realtà collettiva con una motivazione forte, e voglia di professionalità. La passione è fondamentale, ma non basta. Fare festival, proprio perché ad un certo punto hanno voluto farlo tutti e sembrava una vacca grassa da cui mungere allegramente ed all’infinito, è in realtà un’arte molto complessa. Da mal di testa. Dove si rischia parecchio.
Vale per i grandissimi eventi (qui ci sono), per le realtà consolidate negli anni (qui ci sono), per le novità o comunque le esperienze con ancora pochi annii alle spalle (qui ci sono). Non è un elenco esaustivo: il criterio-base sono festival che in qualche maniera con Soundwall, col suo modo di vedere la musica e il mondo, hanno affinità (…per chi non ci conoscesse: partendo dalla club culture più articolata, alla ricerca di voci fresche e non convenzionali a trecentosessanta gradi, restando coinvolgenti). Non è nemmeno un elenco definitivo: sicuramente nell’arco delle settimane ci sarà qualche aggiunta, e ve lo faremo sempre sapere. Di sicuro, è un elenco che fa impressione: perché anche se solo parziale ed incompleto, siamo praticamente a quota cinquanta, da oggi 30 maggio fino a metà settembre, e sappiate che comunque è stata fatta molta selezione e molto ragionamento: per ogni festival infatti c’è una spiegazione “ideale”, più che il mero elenco di artisti in line up, visto che il tentativo è quello di creare un affresco più narrativo che elencatorio. Per ogni scelta, insomma, c’è un perché. Non un bonifico, o un favore da fare a qualche ufficio stampa.
L’ordine è in linea di massima cronologico, così vi potete orientare meglio anche voi, scrollando subito verso il periodo che vi interessa. Buona lettura! Ah, e un post scriptum: una rassegna NON è un festival, anche se prova a farsi chiamare “festival” perché suona bene così…
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Botanica, 30-31 maggio
Sanremo
Buone vibrazioni in una villa immensa nel verde a Sanremo, un perfetto warm up alle emozioni che poi potranno dare un Transatlantica o un Jazz:Re:Found, comunque con un twist personale. Il perno sono i talenti di casa nostra (DayKoda, Addict Ameba) ed un bel gruppo di gente in grado di padroneggiare come pochi la console, a partire dall’illustre reverendo LTJ Experience e dalla regina CC:DISCO, sempre siano lodati. Cose buone.
https://www.instagram.com/botanicafestivalsanremo/
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Jazz Is Dead, 30 maggio – 2 giugno
Torino
Tagliamola corta: Jazz Is Dead è sotto certi punti di vista il miglior festival italiano, come direzione artistica. Lo è perché sorprende, lo è perché mette in campo accostamenti inaspettati (ma poi, se ci pensi, assolutamente azzeccati), lo è perché sempre più nel suo piccolo mette insieme “alto” con “basso”, avanguardia+ferocia con improvvise schegge pop o da club culture “classica”. Il festival con più idee in Italia, ecco, e idee basate su una enciclopedica conoscenza musicale che, attenzione!, non è cerebrale, non è autocompiaciuta, zero!, ma invece è sintonizzata sul divertire e coinvolgere chi al festival si “abbandona” con fiducia, accettandolo con gioia il famolo strano. Fatelo anche voi.
https://www.instagram.com/jazz_is_dead/
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The Island, 30 maggio – 2 giugno
Pantelleria
La location è di lusso (Pantelleria), la line up decisamente pure (Floating Points, John Talabot, Bradley Zero, Moxie, la cricca Toy Tonics), il talento di casa nostra in console poi non manca certo (da Bugsy a Bulma Brief, da Nunzio Borino ai Dirty Channles); chiaro, una cosa così bella sta in piedi solo se ci sono partner importanti ed economicamente munifici – nato tutto su impulso di Plenitude, ora è Fuze Tea a fare da title sponsor – sennò ciao, ed arrivare a Pantelleria non è per tutte le tasche, ma quello che pareva un miracolo inspiegabile, effimero, elitario ed isolato vuole diventare evidentemente un appuntamento con tutti i crismi. Finché lo fa così, complimenti.
https://www.instagram.com/the_island_festival/
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Nameless, 31 maggio – 2 giugno
Annone Brianza
E che gli vuoi dire, a Nameless? Se non che è – titolo conteso col Kappa FuturFestival – il più grande festival open air in Italia (le adunate rock a Firenze o Roma NON sono festival), parliamo di obiettivi tipo 100.000 presenze complessive per intenderci, o che è il posto coi palchi più incredibili e tecnologici (soprattutto il Main, ma anche la Nameless Tent non scherza da anni) e gli effetti speciali più affilati. Nato come festival EDM, ha sempre avuto una caratteristica che ce l’ha fatto amare, ed è una caratteristica che ha mantenuto nella sua crescita e progressiva iper-professionalizzazione: è fatto col cuore, non col portafogli. Sì, segue la strada della spettacolarizzazione, dei dj e dei live attira-folle, della line up “commerciale” (ma occhio alla sua capacità di restare sempre connesso col cuore hardcore della scena EDM/dubstep/Bass), tutto vero; ma ha un pubblico che è uno spettacolo di per sé e ti regala sempre, immancabilmente, giorni di felicità e presa bene, anche grazie al team che ha fondato e dirige con mano ferma il tutto. A Nameless trovi veramente l’Italia giovane migliore, tra il pubblico e non solo tra il pubblico. E lo capisci solo se ci vai, lottando contro tuoi eventuali snobismi; ma se ci vai, accidenti se lo capisci…
https://www.instagram.com/namelessfestival/
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Naturalis, 7-8 giugno
Castel Volturno
La line up è strepitosa, da intenditori veri: Ben UFO, DMX Krew, Luke Vibert, Mad Professor, Red Axes, Vladimir Ivkovic, giusto per citare gli headliner. Ma non bastasse questo – e potrebbe in realtà già bastare – la location è molto particolare, vicino a Napoli ma in realtà in un vero e proprio “altro mondo” a cui abbandonarsi felicemente, senza contare che puoi anche incappare in talk in cui GNMR parla di suo padre Claudio o Irvine Welsh (sì, proprio lui, l’autore di “Trainspotting”) dispensa aneddoti sapidi. Sulla carta, Naturalis è un serio candidato a “Festival esperienziale dell’anno”. Sì, ci sbilanciamo così.
https://www.instagram.com/naturalis_fest/
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Adriatic Sound, 13-14 giugno
Fano
Beh, la scommessa è grossa: partire subito con una edizione-grandi-nomi è uno sport rischioso di suo, ma in Italia – per una serie di motivi – è rischioso due volte. Vediamo allora come se la caverà Adriatic Sound, con una line up molto orientata sui clubber non giovanissimi (Sven, Richie, Tiga, Van Helden, Green Velvet tra gli headliner… più fresco anagraficamente semmai il comparto femminile, vedi Brina Knauss, Stella Bossi, Sama’ Abdulhadi) e partendo da un territorio, Fano, dove non c’è una grandissima tradizione di grandi eventi danzettari (…mentre c’è, quello sì, un ottimo jazz festival, Fano Jazz By The Sea, tra fine luglio ed inizio agosto). Scommessa grossa, insomma, ma proprio questo interessante. Funzionerà?
https://www.instagram.com/adriaticsoundfestival/
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Beaches Brew, 10-11 giugno
Marina di Ravenna
Appuntamento di lunga data – una propaggine estiva dell’attività di quell’infaticabile motore che è Chris Angiolini del Bronson, avercene di persone come lui – storicamente ha un tiro molto indie (nel senso vero del termine, non quello mainstreamoso che ha preso piede da noi da un decennio) ma negli ultimi tempi vira sempre di più verso l’elettronica “alla C2C”, un po’ digitale un po’ performativa. Il posto è bellissimo (tant’è che negli anni spesso è stata una chiave per spuntare cachet di favore agli artisti…): si sta letteralmente in riva al mare. La vibrazione, da sempre, è bella. Consigliato!
https://www.instagram.com/beachesbrew/
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Libera Repubblica di Ivreatronic, 14-15 giugno
Torino
“In pratica la nostra classica festa al Bunker, ma più in grande”: Cosmo ha riassunto la faccenda così, e ok. Ma la verità è che Ivreatronic con tante piccole scelte sta riscrivendo – in meglio – le regole del clubbing in Italia: no superstarismi (e lui è il primo a tirarsi indietro…), console ad altezza pubblico, orari diurni, no line up predeterminate ma flussi, valorizzazione dei “network attitudinali”, il clubbing insomma non come borsetta ed accessorio di moda irregimentato da sfoggiare ma come autentica esperienza liberatoria e liberata. Partendo da questi presupposti, una sua versione XXL lunga due giorni rischia di essere una delle esperienze più atipiche, sorprendenti e psichedeliche di quest’estate.
https://www.instagram.com/ivreatronic/
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Liguria Transatlantica, 19-22 giugno
Rocce di Pinamare
C’eravamo rimasti male – per amor di Genova, prima di tutto – quando Transatlantica si era spostato dal capoluogo ligure alle Rocce di Pinamare, tra Diano ed Andora, molto più a ovest: beh, sbagliavamo. La nuova location è magica, il Main Stage adagiato sul mare è uno spettacolo, il “covo clubbaro” nella pineta è una bomba, e di pomeriggio si può comunque anche ballare sulla spiaggia. Quest’anno meno nomi altisonanti rispetto all’anno scorso magari, ma gusto e qualità non hanno flessioni: Danilo Plessow, Quantic, Tama Sumo, Lakuti, e se vi sentite canterini pure Venerus, ma in realtà di gente-che-ne-sa il cartellone è pieno. Festival estivo se ce n’è uno, da fare in costume da bagno soprattutto nel daytime. E poi, tutto attorno a te è perfettamente amichevole e ben organizzato: aspetto da non sottovalutare.
https://www.instagram.com/liguriatransatlantica/
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Bloc Fest, 20-21 giugno
Cilento
Da sempre, Bloc è uno dei festival meglio progettati nel lavorare su un impatto reale nel territorio. Territorio tra l’altro bellissimo, ma che per mille motivi – ogni tanto anche inspiegabili – è evitato dal turismo, o comunque non abbastanza valorizzato. Eppure il Cilento, affascinante e “puro” com’è, si presta bene ad ospitare un festival fatto con gusto, competenza e voglia di elevare l’asticella qualitativa: cosa che nel 2025 Bloc Fest è e lo è in abbondanza, basta anche solo dare un’occhiata alla line up (…ma di nuovo: non è solo quello), o ai contenuti della preview fatta a Napoli a fine maggio (Deena Abdelwaheed, e non solo). Davvero un bel lavoro.
https://www.instagram.com/bloc.fest/
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La Prima Estate, 20-29 giugno
Marina di Pietrasanta
Il format del festival è sempre dispersivo (cinque giornate complessive, sparse però su due weekend), la Versilia è sempre un po’ “matrigna” non capendo che fortuna sia avere qualcuno che prova a fare un festival musicale così di qualità dalle sue parti, ma il Parco Bussola Domani è confortevole, alcuni errori logistico-organizzativi sono stati progressivamente limati edizione dopo edizione, la line up è sempre ben fatta. Notevole la tripletta di headliner del primo weekend (Mogawai, Air, St. Vincent), da circoletto rosso per noi pure la serata con Moodymann e Tony Humphries (e occhio la sera prima all’after con Moodymann e Tom Trago – perché sì, ci sono anche gli after). Un festival signorile.
https://www.instagram.com/laprimaestatefestival/
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Dancity, 21-22 giugno
Montefalco
Dancity esiste, resiste, insiste. Non è magari più il festival-bandiera di una Foligno che, proprio grazie a Dancity, è rinata (un vero e proprio case study, se fossimo una nazione più reattiva e intelligente nelle scelte amministrative), quello no; ma continua a lasciare una traccia fortissima come scelte di direzione artistica. Scelte capaci di alternare dancfloor e sperimentazione, vecchio e nuovo, sorprese e certezze mai abbastanza celebrate: in tal senso un esempio assoluto, imitato da molti, ma in pochi raggiungono davvero la qualità e la competenza di Dancity. Valeva allora come principio, vale oggi. Plus: in Umbria come cibo e vino si sta sempre, beh, divinamente.
https://www.instagram.com/dancityfestival/
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Groundup, 26-28 giugno
Alberobello
Attenzione, attenzione: questo festival potrebbe essere la sorpresa dell’anno. Molti diranno: “E che è? Mai sentito!”. Ci sta, perché in effetti parliamo di un format che sbarca per la prima, primissima volta da noi in Italia. E che format, però: si tratta di un festival che è diretta emanazione dell’universo Snarky Puppy, il più fiammeggiante e celebrato collettivo jazz della nuova generazione, quello in grado di fare un jazz che esalta sia gli esperti sia chi invece questa musica afroamericana la orecchia e basta, e al massimo guarda i clippini su YouTube. Non assomiglia quindi a nessun altro festival in Italia quest’anno, Groundup: è proprio tutta un’altra storia, come impostazione artistica. E la qualità promessa, in line up, ospiti di casa nostra compresi, è alta assai.
https://www.instagram.com/groundupfest/
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Woodoo Fest, 26-29 giugno
Cassano Magnago
Un vero e proprio festival coinvolgente e felicemente popolare sotto forma di “rito nei boschi”, consumato nel nord della Lombardia: in auge ormai da un decennio, Woodoo è quel posto dove i dj set e i live rischiano sempre gioiosamente e con naturalezza di assumere un sapore unico e speciale, per l’interazione intensa tra pubblico e contesto silvestre.
https://www.instagram.com/woodoofest/
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BOEM, 27-28 giugno
Bogliasco
Un piccolo gioiellino ad ingresso gratuito, dietro cui sta Francesco Bacci, aka Lowtopic, uno in gamba e che ha dato un calcio all’indie mainstream per mantenere l’integrità artistica. È sempre affascinante quando un festival nasce prima di tutto come emanazione dei gusti, network e desideri di un artista – perché in questi casi vedi davvero che si ragiona in altro modo rispetto alle liste-della-spesa offerte (e talora imposte…) dalle agenzie. Un po’ si balla, un po’ si sogna. Lo si fa bene.
https://www.instagram.com/boemfestival/
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Terraforma, 28-29 giugno
Milano
Ok, non è il più il Terraforma che abbiamo imparato a conoscere e ad amare, quello che ti portava a vita vertiginosa, psichedelica e silvestre negli sconfinati dedali verdi di Villa Arconati; col trasferimento nel centralissimo Parco Sempione milanese ha perso un po’ di magia ed unicità, va bene, ma la legacy del festival resta fortissima, le spore di questa rinnovata gemmazione sono interessanti e si estendono anche in tutta Italia (vedi Underground Resistance a Roma a settembre e Rrose a Palermo ad ottobre), insomma, non c’è motivo per non inserire anche quest’anno Terraforma fra gli eventi da non perdere, fra gli eventi che ti accrescono emozionalmente e culturalmente.
https://www.instagram.com/terraformafestival/
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Videocittà, 3-6 luglio
Roma
Il programma è vasto, e non è certo solo musicale: Videocittà infatti da sempre è un sabba multidisciplinare e sfaccettato, molto “romano”, sì, ma nel senso più nobile ed accattivante del termine: per la grandeur di certi nomi coinvolti, per l’intersezione col mondo dello spettacolo e della spettacolarità, per la bellezza industrial-capitolina delle location (quest’anno si sta al Gazometro e, beh, qualcuno già sa cosa questo significhi: anche se ovviamente Videocittà è tutta un’altra storia).
https://www.instagram.com/videocitta/
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Kappa FuturFestival, 4-6 luglio
Torino
Un dato che non si sottolinea mai abbastanza: il Kappa FuturFestival è l’unico evento in Italia in grado di attirare decine di migliaia di stranieri e di essere, insomma, un evento di rilevanza globale. Forse solo la stagione lirica all’Arena ci riesce con gli stessi numeri, ma spalmata su due mesi, lì dove il Kappa invece dura tre giorni. No, lo ripetiamo, qualora non fosse chiaro: il Kappa è un’eccellenza mondiale. No italiana, no europea – mondiale. Punto. E lo è con la musica “nostra”, con la gente “nostra”. Lo è con il lavoro costante e continuo di chi lo ha creato, lo è con una location unica, lo è con la capacità di essere cresciuto e migliorato in maniera siderale negli ultimi anni, lo è con una line up che ormai è quasi imbarazzante per completezza in campo dance (dai nomi-attirafolle a scelte sofisticatissme da giga-intenditori: ci sono tutti, TUTTI). Non diamolo per scontato. E non lasciamolo in mano agli stranieri, come pubblico: ok, sono tantissimi, sono coloratissimi, sono presi bene, hanno migliorato l’anima del festival, lo hanno reso stupendo, certo; ma noialtri qua in Italia il Futurfestival lo dobbiamo supportare fin che campa, e lo diciamo sia a noi stessi appassionati che alla pubblica amministrazione. Dovremmo farne la nostra bandiera, amandolo e vivendolo con tutto noi stessi, senza se e senza ma: se lo merita.
https://www.instagram.com/futur_festival/
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Lost, 4-6 luglio
Parma
“Experimental music festival in the world’s largest labyrinth”: il claim recita così, e dice veramente tutto (…e non è per nulla poco). Lost è per certi uno specchio di Terraforma nella sua versione originaria: meno mediatico (si sa, l’Emilia è meno chic di Milano), con nomi in parte meno scintillanti, ma con un’attitudine seria e bella – ed una maniacale attenzione alla qualità ed alla ricerca. “Perdersi” così ha senso, eccome.
https://www.instagram.com/lost.music.festival/
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Confluenze, 4-6 luglio
Termoli
La location è affascinante, il luogo non è abituale (il Molise non esiste!?), e la line up dà a capire che con quelli di Confluenze, beh, abbiamo a che fare con gente che se ne intende assai, e se ne fotte delle mode (A Guy Called Gerald, il Mathew Jonson che oggi ha abbandonato il “circo” e vive più sperimentale e sereno, DMX Krew, Margaret Dygas, BINH, Nicolas Lutz…). Fare festival elettronici di qualità non dozzinali è uno sport in cui l’Italia è diventata brava, e non solo nei soliti posti e con le solite persone; anzi, un certo tipo di “intelligenza” e competenza è ormai diffusa. Confluenze lo dimostra. Chi l’avrebbe mai detto, dieci/quindici anni fa?
https://www.instagram.com/confluenzefestival/
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Monitor, 10-11 luglio
Torino
“Guarda mamma, senza bando!”: con una battuta, potremmo riassumere così la nascita e l’esistenza di Monitor, vero erede dell’eredità “morale” di ToDays (un’eredità sfiorita da sgraziati e disgraziati maneggi del Comune di Torino). Meno indie e più viaggio sonori in giro per il mondo, uguale fascino e gusto. Così come è uguale la location “storica”, ovvero lo Spazio 211. Davvero, fidatevi: line up magnifica, non solo un festival da sostenere per questioni di principio. Non derubricatelo a tale.
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Limbo, 10-13 luglio
Garfagnana
Limbo è veramente una rara avis fra i festival italiani. Perché non punta ai numeri ma all’esperienza, con eventi anche diurni e non solo musicali; perché la direzione artistica è saldamente in mano ad un artista (Luca Bacchetti) e la cosa si sente, con scelte preziose e consapevoli lontane da ogni moda e da ogni amichevole suggerimento d’agenzia; perché la location è davvero particolare, con accesso solo tramite navette fino ad un altopiano dove veramente ti senti in contatto col cielo (e con l’immensità di quel luogo particolare che è la Garfagnana). Da provare, per ritrovare il proprio centro di gravità.
https://www.instagram.com/limbo.festival/
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Electropark, 10-13 luglio
Genova
Tra prologhi vari (uno a maggio, uno a giugno) Electropark ormai si sta espandendo sul calendario e se va avanti di questo passo non sarà più “festival” ma “rassegna”: ma tutto questo, a ben pensarci, è coerente con la sua natura liquida. Liquida perché Genova è sul mare (e si sente!), liquida perché lo è una delle attività dance più iconiche del festival (la giornata domenicale a ballare, letteralmente, sul mare), liquida per la sua convinta crossmedialità, liquida per la capacità di navigare i flutti della complessità contemporanea, mescolando arti sonore digitali, folk, sperimentazione, ballo con gusto, con competenza, con curiosità. Non è da tutti. Ma non lo è nemmeno Genova.
https://www.instagram.com/electropark/
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Gaeta Jazz Festival, 11-13 luglio
Gaeta
Storico festival jazz in un luogo bellissimo – Gaeta – che ha saputo da qualche anno rinnovare con freschezza il proprio linguaggio, sintonizzandosi e sincronizzandosi con le vibrazioni più recenti e hipsterose, senza però mai perdere uno spessore di fondo che è davvero ammirevole ed integerrimo. Assolutamente consigliato farci un salto. Se conoscete già i nomi in cartellone non servono ulteriori spiegazioni, e se non li conoscete… sappiate che il Gaeta Jazz Festival potrebbe essere il posto giusto per innamorarvene, in scioltezza.
https://www.instagram.com/gaetajazzfestival/
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Ayura, 12 luglio
Peccioli
Lil’ Louis e Carl Craig (…e Ralf, e Alex Neri: mica male!) tutti insieme e tutti in una notte a guidare un neonato festival ad alto tasso di nobiltà e storicità clubbing, festival che conquista, a sorpresa, un posto veramente ma veramente particolare. Se vi piace fare da sherpa e scoprire eventi alla loro prima edizione, questa potrebbe essere veramente una mossa azzeccata ed una scommessa intrigante.
https://www.instagram.com/ayurafestival/
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Wonderlast, 12-13 luglio
Gubbio
Una sorta di “piccolo Nameless” incastonato in Umbria. Meno gigantismi da restare a bocca aperta qui, ovviamente, la scala è ridotta, ma c’è tanta presa bene e tanta voglia di far vivere un’esperienza che ti faccia tornare a casa col sorriso stampato sulla bocca. Riuscendoci, di brutto. Molto bene!
https://www.instagram.com/wonderlastfestival/
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Nextones, 17-20 luglio
Val d’Ossola
Parte già di suo avvantaggiato, Nextones, perché è un festival che nasce in uno dei setting più incredibili che voi possiate immaginare: le cave di marmo della Val d’Ossola. Arrivarci non è mai semplice e il meteo è sempre un’incognita, vero, ma vale la pena correre il rischio e la fatica: da qualche anno poi la direzione artistica è curata dalla unit che ha dato vita a Terraforma e, insomma, si vede – nomi di prestigio e progetti speciali manco fossimo a Berlino. Un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Pioggia permettendo. Ma poi oh, gli inglesi vivono sotto la pioggia…
https://www.instagram.com/nextones/
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Underfest, 22-26 luglio
Marina di Ravenna
Se l’hip hop per voi è una cultura e non una moda, se il rap per voi è un linguaggio esistenziale dell’anima e non un mezzo per fare i gaggi a favore di Instagram, bene: Underfest è semplicemente un “luogo dell’anima”. Lo spirito più vero ed autentico di ‘ste faccende alberga qua, oh sì, tramandato ormai da oltre un decennio dal meraviglioso e coriaceo Moder e da sua sorella, una forza della natura, così come dal network di amici, fiancheggiatori ed alleati che si è costituito negli anni non per convenienza, ma per sorellanza di fede ed entusiasmo. Davvero: ad Underfest, l’hip hop torna alla purezza delle origini, e ci sta solo chi ci crede davvero. Una sensazione, fidatevi, poco glamour ma tanto tanto stupenda.
https://www.instagram.com/underfestival/
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Polifonic, 23-27 luglio
Valle d’Itria
Polifonic si concentra sul suo core business, ovvero il festival in Puglia, e al solito quando c’è da parlare di line up fa le cose in grande, anzi, in grandissima, meglio di tutti probabilmente, non solo per quantità ma anche e soprattutto per qualità. Un who’s who di chi sa tenere in pugno una console e il dancefloor senza farsi il problema di scavare anche tra stimolanti novità e venerati maestri se necessario, senza quindi la necessità di dipendere sempre e solo dai soliti nomi. Ogni anno, i loro annunci non possono che strappare ammirazione, ed anche la convinzione che fra trulli e masserie la club culture possa davvero svilupparsi mediterraneamente al meglio. C’è stata qualche svista in passato a livello di produzione, ma questi intoppi dovrebbero essere superati. Per il resto, basta che il pubblico badi più alla gioia del ballo e meno ad Instagram: se scatta questa dinamica, diventa tutto super. Onorando il grande lavoro di chi disegna la direzione artistica sonora del festival.
https://www.instagram.com/polifonic_/
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Vox Marmoris, 25-26 luglio
Colonnata
Vale quanto detto per Nextones: un festival in cui una cava di marmo è il dancefloor, e dove pareti candide diventano un campo d’azione per visual intelligenti e vertiginosi vale da solo un viaggio, punto. In più Vox Marmoris riesce in un miracolo assoluto: portare sempre una marea di gente, soprattutto nella giornata del sabato, pur senza lesinare mai in qualità della proposta artistica (vale anche quest’anno, controllare il link per credere). Arrivare lì in cima a Colonnata è un’avventura: e poi, l’atmosfera che poi si respira al festival è impagabile. Ed è per tutti, non solo per manipoli di avanguardie intellettuali e sofisticate (che peraltro, hanno molto di cui nutrirsi e molto di cui godere).
https://www.instagram.com/voxmarmoris/
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Ortigia Sound, 31 luglio – 3 agosto
Siracusa
Salvate il soldato OSS. Fatelo. Sì, lo sappiamo: Ortigia Sound System si è messo in cattiva luca con le polemiche sui mancati pagamenti ad alcuni artisti e collaboratori. Una situazione di fragilità economica e strutturale che il festival siracusano si porta in realtà dietro già dalle prime edizioni, e che è purtroppo una situazione comune a molti eventi musicali – molti più di quello che si crede. Hanno le loro colpe e le loro negligenze, certo, ma non per questo va buttato a mare un patrimonio di cose belle create negli anni e che anche quest’anno potrebbero percorrere gli spazi ed i mari, decisamente magici, di Ortigia.
https://www.instagram.com/ortigiasoundsystemaps/
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Viva!, 1-3 agosto
Locorotondo
Sì, lo sappiamo, la line up è meno spettacolare di quella degli anni scorsi, si è lavorato un po’ d’ingegno e un po’ di fantasia per acchittare un cartellone sostenibile, cartellone che in questa edizione 2025 tra l’altro si allontana un po’ dalle wave musicali delle edizioni storiche. Ok. Ma ci sono scommesse molto interessanti e possibili rivelazioni, c’è il paese di Locorotondo che domina dall’alto l’area del festival ed è di una bellezza quasi irreale: insomma, motivi per fissare sul proprio calendario l’appuntamento annuale con Viva! ne restano ancora, anzi, per certi versi potrebbero essercene pure di più, se non per forza misurate un festival dalle cose che conoscete e straconoscete già in cartellone. Non lo fate, vero?
https://www.instagram.com/viva_festival/
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MAST, 1-9 agosto
Scicli
Un festival davvero pieno di significato e di significati. Soprattutto, un festival atipico: più un percorso sensorial-intellettuale che un mero festival musicale. È molto affascinante la direzione che ha preso MAST, e potrebbe fare da esempio – e da idea di evoluzione possibile – per molti eventi estivi di casa nostra: più contatto col territorio, più coraggio, più ricerca, più voglia di soluzioni non convenzionali che forniscano davvero un’esperienza a trecentosessanta gradi, al di là della routine vengo / bevo / canto / bevo / ballo.
https://www.instagram.com/mast_fest/
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Ypsigrock, 7-10 agosto
Castelbuono
Non esattamente nelle coordinate musicali più specifiche di Soundwall (…ma lo abbiamo scoperto andandoci a vedere i Moderat, anni ed anni fa: più Soundwall di così!), Ypsirgrock è molto semplicemente uno dei festival più belli e incredibili che possiate immaginare, punto. Perfettamente integrato nel tessuto cittadino (…e Castelbuono e la sua area sono notevolmente affascinanti), tanto che tra un concerto e l’altro esci dalla zona palco e vai a prenderti una granita in centro, da tre decenni – tre decenni! – Ypsigrock è un miracolo semplicemente inspiegabile. Uno dei migliori festival indie al mondo – sì, al mondo – in un piccolo paese della Sicilia, intimo, caloroso, unico, appassionato. Potremmo perdere le giornate a parlarne bene. Tanto, se ci siete già stati, lo state già facendo pure voi.
https://www.instagram.com/ypsigrock/
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Festivalle, 8-11 agosto
Agrigento
L’unico difetto di Festivalle è che quest’anno si svolge nello stesso weekend di Ypsigrock. Punto. Detto questo, è un festival in crescita verticale, costruito ogni anno con amore, gusto e notevolissima competenza. Sta diventando così “adulto” da incontrare anche i nomi più irregolari del pop nazionale (vedi alla voce Vinico Capossela): ma la matrice è sempre quella di un festival per intenditori e per gente armata di sorrisi, non di paranoie o voglia d’ostentazione. Una gemma. Che è bello appunto vedere in ascesa – ascesa assolutamente meritata.
https://www.instagram.com/festivalledeitempli/
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Time In Jazz, 8-16 agosto
Berchidda e nord della Sardegna
Per capirci: Time In Jazz sta al jazz come Ypsigrock sta all’indie. Ovvero festival di durata più che trentennale, di valore semplicemente mondiale e che, sulla carta, manco dovrebbero esistere. Com’è possibile infatti che un piccolo paesino isolato della Sardegna diventi ad agosto una delle capitali globali del jazz? È possibile se in quel paesino c’è nato Paolo Fresu. Fresu che però non è un uomo-solo-al-comando, attenzione: negli anni, cocciutamente, ha infatti costruito un festival solido e collettivo, sempre attento a coinvolgere il territorio e ad esplorare luoghi magici, festival declinato anche in diverse attività collaterali che creano cultura vera, non mostrini da assessorati. In più, c’è anche la curiosità intellettuale: quella che per dire porta Time In Jazz quest’anno ad ospitare nel main stage Trentemøller con la sua band. Perché il jazz è apertura mentale, non (solo) gatekeeping.
https://www.instagram.com/timeinjazz/
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Selinus Art Music Week, 11-17 agosto
Valle del Belice
Vi diamo subito la coordinata fondamentale: Selinus Art Music Week è una espensione – di contenuti e di calendario – di quell’Unlocked Music Festival che ogni anno portava in Sicilia a Ferragosto un grande nome attira-folle del clubbing (che manco quest’anno mancherà, vedi alla voce Mochakk, ma occhio che arrivano poi pure aggiunte di gran qualità in line up), alla ricerca di un evento estivo che sia abbastanza epocale. Ora però ecco anche teatro, musica classica, food experience, cultura hip hop, trekking, di tutto di più: molto interessante, questo tentativo di evoluzione.
https://www.instagram.com/selinus_artmusicweek/
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Color Fest, 12-14 agosto
Lamezia Terme
Il luogo commune vuole che fare musica in Calabria – in primis sotto forma di festival e concerti – sia una causa persa, o giù di lì. A parte il fatto che in questo modo si ignora la legacy storica di quel laboratorio indie e hip hop che è stata (ed è?) Cosenza, per fortuna le cose stanno cambiando. Color si sta rivelando come la creatura più solida nata in terra calabra, e non è peraltro l’unica. L’edizione di quest’anno è notevole per quantità e qualità dei nomi in line up, senza esagerare sul fronte della sperimentazione (come fatto invece da anni dal super meritorio FRAC, un’apripista), ma puntando ad accontentare un po’ tutti. Facendolo però con nomi freschi e vitali, occhio, non con dinosauri sanremici che piacciono alla zia tardona dell’assessore (…quante volte ancora lo vedremo accadere?).
https://www.instagram.com/color_fest_/
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Panorama, 14-16 agosto
Lecce
Ferragosto, Salento, i nomi più grandi sulla piazza globale del clubbing: stop, la ricetta di Panorama è molto semplice, ed è la stessa da anni. Per cucinarla, questa ricetta, bisogna però avere il fisico, perché sembra facile da sviluppare ma invece è un fardello ed una responsabilità che ti si può ritorcere contro male: e Panorama il fisico, così come la professionalità, ce l’ha. Pochissimi in Italia potrebbero dire lo stesso, nel settore. Pochissimi.
https://www.instagram.com/panoramafestival_/
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Opera Festival, 21-24 agosto
Milo
Avete mai provato a stare vicino all’Etna? Se la risposta è “Sì”, beh, non dobbiamo aggiungere altro. Se la risposta è invece “No”, fidatevi: il vulcano esercita un magnetismo ed un’aura di potenza incredibile, inspiegabile. Quanto sarebbe bello farci un festival di musica coinvolgente ed ipnotica, coraggiosa e non convenzionale? La risposta c’è già, ed è Opera. Un boutique festival curatissimo nelle scelte artistiche, una vera delizia per intenditori.
https://www.instagram.com/opera_festival/
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Rosadira, 22-24 agosto
Cortina
Invadere Cortina in una fase di bassa stagione, per vedere l’effetto che fa? Ecco, se l’invasione è in mano al team di Rosadira, con stretti fiancheggiatori di qualità e conoscenza (vedi alla voce Burro Studio e derivati), allora l’effetto potrebbe essere invero frizzante e piacevole, esattamente come la possibilità di sfuggire alla coda lunga della canicola agostana ballando bene, ballando tanto, ballando forte fra le Dolomiti, alla faccia dei riccastri che ti guardano straniti.
https://www.instagram.com/rosadirafestival/
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Jazz:Re:Found, 27-31 agosto
Cella Monte
Vogliamo bene – o comunque guardiamo con interesse – a tutti i festival all’interno di questo specialone. Ma a Jazz:Re:Found vogliamo bene un po’ di più, ecco, non ce lo nascondiamo, non ve lo nascondiamo. Già da qualche anno quando ci chiedono “Ma insomma, qual è il miglior boutique festival d’Italia?” la risposta porta ad indicare questo gioiello nato ruspante a Vercelli quasi un ventennio fa, cresciuto un po’ a Torino ma diventato infinte magico nel Monferrato, la sede attuale, e tutto questo sempre tenendo dritta la barra della personalità, dell’integrità artistica, della ricchezza umana, del rifiuto della grandeur da divertimentificio in favore invece di un sano “artigianato della bellezza”. La direzione musicale è gillespetersoniana, la gente è bellissima e sorridente, la capienza è contingentata, i panorami sono pazzeschi e, soprattutto, è l’unico festival musicale d’Italia dove davvero “conquisti” tutto il paese che ti ospita, permettendoti davvero quindi una esperienza extra-ordinaria da vera, personalissima Repubblica Dei Sogni.
https://www.instagram.com/jazzrefound2k25/
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Letz, 29-30 agosto
Terni
La location è affascinante, la line up è non sterminata ad ora ma da lode: gli elementi per un festival solidissimo, in grado di mescolare qualità, ricerca, eleganza e fomento, ci sono tutti. E mettere Terni sulla mappa potrebbe essere una faccenda piuttosto interessante, per sparigliare un po’ i soliti itinerari.
https://www.instagram.com/letzfestival/
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Ricci Weekender, 4-7 settembre
Catania
Gilles Peterson è una spiritual guidance per molti connoisseur musicali, a partire da chi appunto anima e rende magico Jazz:Re:Found, ma è a Catania che Gilles ha deciso di piantare il suo evento ufficiale in Italia. Merito dei ricci di mare e della loro bontà – sì, il nome del festival deriva da questo – che ha stregato il nostro. Il Ricci Weekender è assolutamente boutique, piccolo, carino e sofisticato, evento a misura di happy few: se vi sentite tali, accorrete, siateci.
https://www.instagram.com/ricciweekender/
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Komorebi, 5-7 settembre
Forte di Vinadio
Non è nemmeno un boutique festival, no: Komorebi è proprio un microfestival. Ma in quanto tale, delizioso; e lo spirito danzereccio che vi si innesta è macro nella sua qualità ed intensità, non micro. Il sole filtra tra gli alberi, la gioia filtra fra chi balla. Per più e più ore al giorno, ininterrottamente. Magari a piedi nudi. Nel suo piccolo, comunque, la scelta dei nomi in line up è sempre accorta, selezionata ed illuminata – e vale assolutamente anche per quest’anno (Circle Of Live il 5 settembre è semplicemente imperdibile).
https://www.instagram.com/komorebimusicfestival/
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Decibel Open Air, 6-7 settembre
Firenze
Decibel Open Air è stato bersagliato dalla sfiga: prima gli atti carogneschi – sì, non esitiamo a definirli così – delle amministrazioni, con un permesso di vendita alcolici tolto a 48 ore dall’inizio del festival, cosa che avrebbe ammazzaato un bue, e poi l’anno dopo la sfiga meteorologica che si è abbattuta sulla nuova sede, nel modenese, rendendo il tutto davvero faticoso e poco redditizio. Un uno-due che avrebbe abbattuto chiunque; ma Decibel è una realtà consolidata nel tempo e non si arrende mai, col piglio techno e fiero che lo contraddistingue. Rieccolo a Firenze allora, sperando che stavolta non ci siano imboscate legali, anche perché comunque Firenze è “casa”. Così come è “casa” la voglia di mettere in campo una line up solida e, nei limiti del possibile, poderosa: calmierando comunque le aspettative ma anche i prezzi. Al momento l’assalto lungo anni a Kappa FuturFestival e Nameless per il titolo di festival open air più grande d’Italia è fallito, non è più cosa, ma non per questo the game is over, no?
https://www.instagram.com/decibelopenair/
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Spring Attitude, 12-13 settembre
Roma
Ok, non è più di primavera. Ok, non è più una roba (solo) di clubbing. Ok, cambia location ogni due anni o giù di lì (…però ehi, ormai in realtà è almeno il doppio del tempo, per quanto in due zone diverse, che Cinecittà si è fatto casa, ed è un posto comodo per mille motivi). Ok, ok, ok. Quello che volete, ma dopo tutti questi anni Spring Attitude è a dirla tutta un festival sempre più in forma: con un pubblico sempre più bello, sempre più civile, sempre più internazionale, sempre più sorridente, sempre più musicalmente aperto. Una sorta di nostrano Primavera Sound tascabile insomma, senza avere però la pretesa di essere tale (…e, forse proprio per questo, invece ci riesce). Gli vogliamo bene sempre più, a Spring Attitude. Nel 2025, il weekend a Roma a settembre va speso lì, non altrove. Ci ringrazierete assai, per questa dritta.
https://www.instagram.com/springattitudefestival/
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Poplar, 11-14 settembre
Trento
Un contraltare a Spring Attitude – stesse date, e spirito musicale simile – nato dove meno te l’aspetti, in quella Trento dove incaute scelte amministrative scialacquatrici hanno creato quella cosa discutibile chiamata Trentino Music Arena, mentre un altro gruppo di persone di miglior spirito & gioventù ha scelto invece di rimboccarsi le maniche e creare un festival fresco, vivace, pieno di preziose (e non scontate!) attitudini. In realtà dovevamo metterlo ad inizio lista, Poplar: perché Poplar Utopia, l’antipasto del 31 maggio e 1 giugno, già da solo meritava di stare in questo specialone.
https://www.instagram.com/poplar_festival/
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BONUS TRACK: I non-festival pugliesi
Il classico come bonus track, nei nostri articoli sui festival estivi, è storicamente il Locus: questo perché ormai è difficile considerarlo festival – visto che si estende nei luoghi e sul calendario, percorrendo la Puglia e tutta l’estate – ma si contraddistingue sempre per una qualità altissime nelle scelte, una mano artistica ben riconoscibile (anche se negli anni è aumentato il numero di eventi mainstream e un po’ “facili”, ma con tutte le cose belle e ricercate che fanno ci sta), un’esperienza complessiva di enorme livello. Ogni estate, soprattutto se si sa che prima o poi si passa in Puglia, la prima cosa che consigliamo di fare è: dare un occhio al sito del Locus. La cosa interessante è che questa “espansione” da festival a rassegna sfaccettata la stanno avendo anche altre realtà pugliesi: pensiamo a Farm, o a SEI, nuclei agguerriti dalla splendida etica – per davvero, coi fatti – che vi consigliamo di seguire e supportare. O c’è anche il contrario della espansione, come Fuck Normality che ormai si è ritarato sulla giornata singola ma offre sempre una cazzimma, un’intensità ed un’autenticità semplicemente meravigliose.
https://www.instagram.com/locusfestival/
https://www.instagram.com/farm_festival/
https://www.instagram.com/seifestival/
https://www.instagram.com/fk_normality/
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PREMIO SPECIALE: Sicilia
Ormai è qualche anno che frequentiamo la Sicily Music Conference, nata come “piccolo scherzo tra amici volenterosi” e diventata passo dopo passo una realtà seria ed autorevole, una sorta di Music Week in piccolo che ha avuto il merito – non semplice, non scontato – di dare progressivamente visibilità e rappresentanza alle tantissime energie che ci sono in Sicilia, musicalmente parlando. Sì: grazie ai fondi europei la Puglia è esplosa e ora fa ed ha di tutto, grazie alla sua tradizione e ad una amministrazione sufficientemente sveglia l’Emilia è ben organizzata, grazie alla cultura ed alla qualità ambientale Torino ha i professionisti e i festival, grazie ai soldi alla fine Milano vince su tutto, ma se c’è un’area geografica italiana su cui sommetteremmo è oggi la Sicilia: c’è una quantità incredibile di gente cazzuta e profondamente appassionata, negli anni abituata a far da sola sfidando tutte le difficoltà e i disinteressi delle amministrazioni, e se tutta questa energia impara a mettersi in rete e a fare fronte comune, beh, la Sicilia ha tutto per diventare la regina italiana dei festival e un’eccellenza europea assoluta. Del resto, come dice ampiamente l’immagine qua sotto, significativa traduzione visiva operata dal team della Sicily Music Conference, già adesso è un sorprendente vulcano di creatività, qualità, idee, energie, eventi di assoluto rilievo.
…chiudiamo in bellezza con una foto di Ypsigrock, scattata da Elisabetta Brian: spiega perfettamente perché l’Italia può essere uno dei posti migliori del mondo – se non il migliore – per i festival estivi. Ricordiamocelo. Amiamoli. Supportiamoli.
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