“Siamo la cosa più attuale che esista, Forum per credere”: intervista ad Albertino

Intervista ad Albertino in occasione della data celebrativa al Forum di Assago per i 30 anni del programma radiofonico Deejay Time L'articolo “Siamo la cosa più attuale che esista, Forum per credere”: intervista ad Albertino proviene da Boh Magazine.

Jan 14, 2025 - 14:54
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“Siamo la cosa più attuale che esista, Forum per credere”: intervista ad Albertino

A distanza di trent’anni, sabato 3 febbraio va in scena al Forum di Assago lo show del Deejay Time.

Il programma radiofonico che ha fatto la storia della musica dance è pronto per celebrare quei 4 supereroi, Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso, che nel corso degli anni ’90 hanno fatto ballare e appassionare intere generazioni di quelli che sono considerati gli amici della cassettina.

In occasione di questo evento, importante oltre che per la storia anche dal punto di vista dello sviluppo della musica elettronica italiana tutta, abbiamo avuto l’onore di scambiare quatto chiacchiere con Mr. Albertino.

Partiti da un’analisi proprio sul successo del Deejay Time e sulla sua influenza anche ai giorni d’oggi, interessante è stato anche porre una lente d’ingrandimento sulla scena italiana, sulla situazione e sul sistema delle discoteche (o presunte tali).

Buona lettura!

Se tempo fa mi avessero dato la possibilità di fare una sola domanda ai 4 supereroi della dance italiana probabilmente avreo chiesto: ma perchè il Deejay Time è rimasto così tanto impresso nella mente ma soprattutto nel cuore di così tante persone? Come mai la gente ci è così tanto legata?

Per me è un po’ difficile rispondere, forse è più facile che la risposta te la dia un ascoltatore o un amico della cassettina. Sai, a volte anch’io mi sorprendo di quanto questo fenomeno del Deejay Time sia stato così importante negli anni ’90 e sia ancora così presente.

Boh, ci potremmo dare delle spiegazioni che sono varie. Intanto credo che noi prima di tutto abbiamo fatto una cosa rivoluzionaria dal punto di vista della scelta della musica, della ricerca, di cose che nessuno proponeva, del linguaggio, del modo di comunicare. Anche dal punto di vista del sound design siamo stati innovativi perchè abbiamo avuto una approccio sulla sua costruzione (quindi jingle, sigle ecc.) completamente nuovo rispetto a quello che c’era allora in giro.

Oggi probabilmente qualcuno ancora scimmiotta, però tutto nasce da lì. Prima di quella roba lì non c’era niente, nè jingle fatti dai cantanti nè vocine o centraliniste che intervenivano. La verità è questa.
Un’altra spiegazione che potrei darti, un po’ più “sociologica” diciamo, è quella che il Deejay Time è stato un programma generazionale. Negli anni ’90 era il programma dei ragazzi, di chi tornava da scuola e dalle 2 alle 4 si sintonizzava sulle nostre frequenze.
Quello è il periodo più bello della propria vita. I ragazzi di allora associano me, noi, quella musica alla propria adolescenza, quindi al momento della spensieratezza, della gioia. Quindi sarà per quello che quando mi vedono mi abbracciano e mi vogliono bene. A volte è anche esagerato, perchè io fondamentalmente sono uno che dice cazzate alla radio e che mette musica. Non voglio sminuire il nostro lavoro, però non è che sono David Bowie, capisci?

I protagonisti del Deejay Time. Da sinistra: Fargetta, Albertino, Prezioso e Molella

E quanto hanno influito invece i vostri personaggi?

Eh, questa è una bella domanda. La mia scelta per distinguermi rispetto agli altri conduttori è nata dalla volontà di portare un certo tipo di suono, che mi ha reso immediatamente identificabile. Cioè, se tu dalle 2 alle 4 accendevi la radio e smanettavi nell’etere capivi subito che ero io, perchè ero diverso da tutti. Questa è stata una scelta molto coraggiosa, però è stata anche legata ad un momento musicale in cui stavano nascendo dei generi, come l’hip hop, la techno e la house.

Da ascoltatore prima e da protagonista poi, mi sono accorto che non succedeva più niente nella radio, ma succedevano tante cose nel mondo dei DJ. C’era un fermento incredibile, e quindi ho avuto l’intuizione di portare in radio quel mondo lì. Poi probabilmente l’ho fatto anche in modo figo, perchè dico spesso che la mia bravura stava nel farti sembrare bella anche una canzone di merda. E io ne ho messe di canzoni di merda. E hanno avuto anche successo tra l’altro (ride, nda)

Inserire oggi il Deejay Time in una scena elettronica che è profondamente cambiata rispetto agli anni ’90 potrebbe apparentemente sembrare un po’ anacronistico. Quindi come il progetto ha lavorato (se lo ha fatto) per continuare ad essere rilevante anche tra i (nuovi) giovani? Penso ad esempio alla connessione con Nameless Festival o l’aver fiutato un ritorno alle sonorità dal caratteristico basso in levare.

Beh, forse sarebbe anacronistico se noi facessimo una serata anni ’90 con le ballerine, i pompon e le musiche originali. Invece quando ho deciso di riproporre questo format ho voluto dare un segnale di forte modernità, sia dal punto di vista dei visual, con il Forum che vedrà l’apice di questo segnale con una produzione molto importante, che da quello musicale, con le versioni che sono state riadattate con dei drop attuali.

In verità noi siamo la cosa più attuale che esista, perchè tutti i dischi usciti negli ultimi 2/3 anni in ambito dance/pop sono delle cover, a volte anche brutte, della musica degli anni ’90. Si sente in molti dei DJ più bravi al mondo, che prima ad esempio potevano essere nel mondo EDM. Anche lo stesso Fatboy Slim, che ho visto a Milano un anno fa, ha questi drop fighi e poi ci infila dentro dei ritornelli anni ’90.
Ma è quello che stanno facendo tutti. La cosa buffa è che tutto il mondo della dance attuale si è rigirato verso di noi, non è stato necessario fare un grande sforzo. Ovviamente sono molto realistico, so che magari per i giovani siamo una roba un po’…boh. Però il lato positivo della faccenda è che noi per i giovani potremmo essere una cosa nuova. Un po’ come Spotify, no? Per me è un serbatoio dove posso cercare le robe che mi piacciono, per un quindicenne è tutto nuovo. Tipo Corona è nuova. Infatti vedo che conoscono solo quelle.

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Diciamo che di trasformazione e rinnovamento ne sapete qualcosa, lì a m2o. Secondo te però perchè può (o non potrà più) essere replicato il successo del Deejay Time? Quali dinamiche sono cambiate(oppure quali sono rimaste le stesse)?

Diciamo che la cosa che probabilmente non è più replicabile è il fatto che partiva dalla radio. Oggi le grosse radio non osano più, sono delle aziende dove si guardano i numeri e il fatturato. Poi aggiungerei che dovrebbe essere legata ad un pubblico un po’ più giovane, e il pubblico un po’ più giovane non ha l’abitudine di ascoltare la radio. Lo fa magari quando inizia a salire sulla prima auto dai 20 anni in su, prima non sa neanche che esiste.

Oggi è cambiato il fatto che i DJ superstar lo diventano con un percorso alternativo legati a dei club importanti, vedi Joseph Capriati o Marco Carola, che sono riusciti a crearsi una loro identità pur non avendo delle produzioni importanti fuori. Oppure per chi lavora in un altro circuito la chiave è produrre musica, riuscire a fare uno o più successi. Mi vengono in mente artisti come Purple Disco Machine, James Hype o i MEDUZA in questo momento, che hanno fatto il percorso ideale per trovare il proprio spazio.

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Però il vostro successo non è esattamente paragonabile a quello di un artista o di una classica reunion di una band…

La roba che abbiamo fatto noi è strana perchè è diversa. Non era solo la musica, era un cartoon, c’erano gli slogan, era tutto un mondo…

E soprattutto è come se voi quattro non ve ne foste mai andati

Beh, un po’ è così. Abbiamo avuto alti e bassi però alla fine abbiamo sempre continuato a lavorare, a girare (chi più chi meno). Però se mi parli di cambiamento guarda Gala: Freed From Desire è tra i dischi più ballati al mondo, anche tra i giovani. E l’ha prodotta Molella.

Esatto, mi riferivo anche a questo tipo di eventuale successo replicabile oggi

In Italia ci sono ancora molti pregiudizi, molto classismo, abbiamo ancora la storia del commerciale ecc. Vedo che all’estero tutto ciò è meno sentito, c’è più rispetto: se uno fa bene una roba nel proprio settore è stimato a prescindere, non è che il pop è una cosa di serie B.

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Anzi, tutt’altro direi.

Da noi è sempre stato un po’ così. Ma il problema è più della gente che dei miei colleghi. Dai miei amici Ralf, Alex Neri, Ilario Alicante (per citarne 3 diversi tra loro) ho grande rispetto e stima. Dal loro pubblico magari un po’ meno.

Forse sarà una mia impressione, ma trovo lo spirito di unione e del sentirsi parte di un qualcosa di ieri si è sgretolato, anche a causa dell’odio alimentato dai social che spesso e volentieri fa perdere di vista il focus sulla musica. Banalmente, com’è cambiato il modo di andare a ballare?

Io intanto trovo che la discoteca in Italia stia vivendo un momento drammatico. E anche in questo credo che la mia intuizione di tentare di lavorare in un altro circuito, decisamente più ambizioso e per questo non per tutti, è stata la cosa giusta. Ti dico, ultimamente sto facendo meno discoteche, ma per scelta.
C’è molta confusione. Questo fenomeno della trap, ad esempio, dovrebbe avere la sua serata ma non essere LA discoteca, è un’altra roba. Non sto parlando male del genere, ma della gestione dei locali.

Poi l’abbassamento drastico di chi li frequenta ha allontanato anche quelli della tua età (26, nda). Tu esci il sabato e vedi solo bambini che cantano le canzoni. Quello non c’entra niente con la discoteca. Oggi ci troviamo in questa situazione perchè non c’è stato quell’upgrade professionale che hanno fatto ad esempio a Ibiza, dove anche un adulto ha il suo posto e può divertirsi. Oggi un quarantenne è un bambino, non sa dove andare. Ecco perchè il Forum è pieno.

Collegandomi ai luoghi del divertimento, credo concorderai sul fatto che i grandi festival outdoor hanno profondamente cambiato anche il mercato della musica elettronica. Scegliere il Forum vuol dire anche avvicinarsi a quella concezione di show?

Certo. Esattamente quello.

E come i nuovi format e brand come Elrow, Afterlife, Future Rave ecc. ma anche il vostro Carnevale di Viareggio hanno impattato con e grazie alla loro musica?

Quello è una giusta evoluzione di ciò che dovremmo dare al pubblico, perchè se la discoteca è in crisi è perchè tu ti trovi un locale fatiscente, con gli stessi divanetti ecc. Quindi per quale motivo dovrei darti dei soldi per entrare lì, quando mi fanno ballare al bar spendendo 0? All’Ushuaia spendi €80 ma vedi qualcosa, se vieni al Forum spendi €50 ma vedi qualcosa. Il concetto è quello lì. Evolversi in un senso che significa dare qualcosa di spettacolare che giustifichi il costo di un biglietto. Certi locali potrebbero farlo, e infatti lo fanno. Per altri siamo ancora rimasti alla discotechina di paese senza personalità.

E comunque non dimentichiamo che noi il Forum, il Palastampa di Torino e altre location del genere li abbiamo fatti 30 anni fa. Noi eravamo già con la testa lì, ma l’Italia non era pronta. Ci hanno pensato gli altri a prendere quella roba lì e industrializzarla, in America e nel nord Europa ad esempio. Per questo ti dico che noi negli anni ’90 eravamo i numeri 1 come produttori, ma eravamo avanti anche in questo. Poi se rimani in un paese che non ti capisce purtroppo ti devi adeguare. Il vero limite è avere come mercato solo l’Italia, perchè chi lavora con il resto del mondo diciamo che se la gode un po’ di più.

A proposito del limite italiano, cosa manca alla nostra musica per tornare a riproporla al resto del mondo?

Non so perchè ci sono così poche realtà rispetto a prima, però abbiamo dei piccoli grandi episodi tipo i già citati MEDUZA, Benny Benassi ecc. che ci rappresentano bene. Certo, in quel periodo ce n’erano molti di più.

Mi riferivo proprio a tutto il movimento Italodance piuttosto che ad un singolo caso sporadico.

Prima ti ho citato la trap perchè chi fa questo tipo di lavoro magari è più influenzato da quel mondo lì. Cioè nella fase in cui sei più creativo, quello della gioventù, sei molto condizionato da quello che vedi intorno. Un po’ come chiedersi perchè i giovani non vogliono fare la radio ma vogliono fare i social e gli youtuber. E anche quello è un problema, il fatto che non ci sia un ricambio generazionale. Peccato, perchè la dance avrebbe ancora molto da dire e bisogno di nuovi produttori bravi.

Già, anche perchè oggi se ci pensi cos’è la dance? Un qualsiasi brano con la cassa in 4/4? Se pensiamo che è in arrivo Sanremo e leggendo sono quasi tutti brani con la cassa in 4/4 tutto ciò potrebbe contribuire a diffondere la confusione, non credi?

No comment.

Per finire: Sanremo 2024, tutto quello che c’è da sapere

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