Il caso Kneecap, il rapper Liam O’Hanna sotto accusa: l’ombra del terrorismo

Il rapper Liam O’Hanna del controverso gruppo Kneecap è stato incriminato per terrorismo dopo aver mostrato una bandiera associata a Hezbollah durante un concerto a Londra. L'artista, noto come Mo Chara, nega ogni legame con il gruppo libanese. Un arresto che riaccende la polemica sul trio nordirlandese.

May 23, 2025 - 07:35
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Il caso Kneecap, il rapper Liam O’Hanna sotto accusa: l’ombra del terrorismo

In questi ultimi mesi si è parlato moltissimo dei Kneecap, un gruppo rap nordirlandese che ha spesso portato sul palco temi divisivi e controversi tali da scatenare grandi polemiche e tensioni con pubblico e fan. Ma le ultime scelte della band, in particolare del loro rapper Mo Chara, al secolo Liam O’Hanna, potrebbero avere serie conseguenze sul futuro del gruppo.

O’Hanna, 27 anni, è stato formalmente incriminato per terrorismo. Si tratta di un’accusa molto grave, che potrebbe avere ripercussioni rilevanti anche sulla sua carriera musicale.

Kneecap, il rapper Mo Chara
Mo Chara, rapper dei Kneecap, sotto accusa per terrorismo – Credits Instagram @kneecap32 (Soundsblog.it)

Kneecap, concerti e polemiche

L’accusa è stata formalizzata in seguito a un episodio avvenuto durante un’esibizione live dei Kneecap, attivi ormai da alcuni anni con una proposta hip hop molto alternativa, lo scorso novembre a Londra.

Secondo la ricostruzione fornita da Scotland Yard, O’Hanna avrebbe esposto una bandiera associata a Hezbollah, l’organizzazione terroristica dichiarata illegale in Gran Bretagna.

Il fatto risale al 21 novembre 2024. I Kneecap erano di scena all’O2 Forum di Kentish Town, nella periferia nord della capitale britannica. L’esposizione della bandiera non è stata interpretata come espressione artistica, ma come potenziale sostegno a un’organizzazione fuorilegge.

La band è stata fermata al termine del concerto, identificata e schedata. Poi le autorità hanno avviato un’indagine formale anche a seguito di un video relativo alla performance rapidamente diventato virale. O’Hanna è ora atteso in tribunale il prossimo 18 giugno 2025 presso la Westminster Magistrates’ Court.

Kneecap, la band sotto accusa

I Kneecap sono composti da Mo Chara (Liam O’Hanna), DJ Próvaí (Naoise Ó Cairealláin) e Móglaí Bap (JJ Ó Dochartaigh). Attivi dal 2017, si sono distinti per un linguaggio provocatorio e per l’uso costante della lingua irlandese nei loro brani. Tra le loro canzoni più note figurano Get Your Brits Out, un brano che esprime un dissenso radicale verso la politica britannica e la monarchia, A Better Way to Live e 3Cag, brano che inneggia invece alle droghe sintetiche, MDMA in particolare. La popolarità della band è cresciuta anche grazie a un film semi-autobiografico, Kneecap, vincitore di un BAFTA nel febbraio scorso.

Nonostante il successo e un seguito crescente tra i giovanissimi, la band è finita più volte al centro di controversie, accusata di portare in scena messaggi politici estremi e legami impliciti con il repubblicanesimo irlandese. Le accuse più gravi sono giunte ad aprile, dopo la pubblicazione di altri filmati nei quali i membri del gruppo sembrerebbero inneggiare a Hamas e Hezbollah, entrambe organizzazioni considerate terroristiche nel Regno Unito.

Liam O’Hanna e le accuse di terrorismo

L’accusa formale contro Liam O’Hanna fa riferimento alla sezione 13(1)(b) e (3) del Terrorism Act del 2000. Secondo quanto dichiarato dalla polizia metropolitana di Londra, l’artista avrebbe mostrato la bandiera incriminata “in modo tale da suscitare un sospetto ragionevole che fosse un sostenitore di un’organizzazione vietata, nello specifico Hezbollah”.

La polizia britannica ha confermato che “l’indagine è partita in seguito alla segnalazione di un video, ricevuta il 22 aprile”, e che il Crown Prosecution Service ha autorizzato formalmente il rinvio a giudizio di O’Hanna.

Kneecap, le reazioni e le difese

Attraverso un comunicato congiunto, i membri dei Kneecap hanno negato con decisione qualsiasi forma di legame con organizzazioni terroristiche: “Non abbiamo mai sostenuto né Hamas né Hezbollah – si legge nella loro nota – il video è stato decontestualizzato e strumentalizzato per attaccare la nostra libertà artistica”.

Il gruppo parla apertamente di “un tentativo sistematico di censura” e di una campagna orchestrata per metterli a tacere. “I politici stanno cercando di costruire artificialmente un’indignazione morale sulle frasi di una giovane band punk, ignorando deliberatamente quello che accade a Gaza”.

Kneecap, T Shirt
Una T-shirt eloquente dello stile provocatorio dei Kneecap – Credits Instagram @kneecap32 (Soundsblog.it)

Kneecap, concerti annullati e festival confermati

Dopo l’esplosione della vicenda mediatica, diverse esibizioni del gruppo sono state cancellate, inclusa quella prevista per il 4 luglio – estremamente attesa – all’Eden Project in Cornovaglia. Tuttavia, gli organizzatori del Wide Awake Festival, in programma domani – 23 maggio – a Brockwell Park hanno confermato la presenza dei Kneecap nel cartellone ufficiale. Cosa che sta sollevando parecchie polemiche e una certa preoccupazione.

In una nota diffusa dagli organizzatori si legge: “Dopo un confronto costruttivo con tutte le parti coinvolte, possiamo confermare che i Kneecap si esibiranno come previsto. Il Wide Awake Festival ha sempre sostenuto la scena musicale alternativa e continua a farlo anche in questo contesto”.

Kneecap e il precedente a Coachella

Non è la prima volta che i Kneecap si trovano nel mirino della critica. Durante la loro partecipazione al festival di Coachella negli Stati Uniti, lo scorso aprile, i tre musicisti irlandesi hanno urlato a gran voce e mostrato cartelli con messaggi politici riferiti alla guerra in Medio Oriente. La performance ha avuto conseguenze immediate: la band è stata abbandonata dal proprio sponsor e dal booking agent Independent Artist Group (IAG). Anche Sharon Osbourne, ex giudice di X Factor, moglie del leggendario Ozzy Osbourne, ha chiesto la revoca dei visti statunitensi per i membri del gruppo che era sotto contratto con la sua agenzia.

Successivamente, sono emersi nuovi filmati di esibizioni passate che hanno alimentato ulteriori inchieste da parte della polizia britannica. Tra questi, un video in cui i rapper sembrano urlare frasi come “Kill MPs”, rivolte contro i parlamentari britannici.

Kneecap, un passato di provocazioni e premi

Il gruppo non ha mai fatto mistero della sua volontà di provocare. In un’intervista rilasciata qualche mese fa, i Kneecap dichiaravano… “Ci piace far arrabbiare la gente. È parte del nostro modo di esprimerci”.

La loro estetica, i testi e persino i gadget sono spesso attraversati da riferimenti politici, simboli identitari e slogan carichi di significato storico. Il loro stesso nome sembra un riferimento anatomico: l’osso patellare del ginocchio in gergo viene chiamato Kneecap, ma con quel termine alcune gang indicano anche il modo in cui i nemici devono aspettare il colpo di grazia con la pistola. Dietro la testa…