Pinguini Tattici Nucleari: “Se non ti schieri mai, non sai di niente”

Mentre si preparano al debutto del nuovo tour negli stadi i Pinguini Tattici Nucleari si raccontano in una lunga intervista a Fanpage L'articolo Pinguini Tattici Nucleari: “Se non ti schieri mai, non sai di niente” proviene da imusicfun.

May 23, 2025 - 07:40
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Pinguini Tattici Nucleari: “Se non ti schieri mai, non sai di niente”

Mentre si preparano al debutto del nuovo tour negli stadi i Pinguini Tattici Nucleari continuano a dimostrarsi una delle realtà più solide e autentiche del panorama musicale italiano. In un’intervista rilasciata a Fanpage, Riccardo Zanotti ed Elio Biffi raccontano il loro rapporto con la fama, l’incontro con Max Pezzali, la responsabilità di chi ha un microfono in mano e la necessità, oggi più che mai, di prendere posizione.

Suonare negli stadi è un sogno per molti, ma anche una sfida: «È sempre complicato creare intimità in questi spazi enormi, ma è una cosa che ci è sempre piaciuto affrontare – spiega Elio –. Lo scambio di energia col pubblico è ciò che rende unici i nostri concerti». Riccardo aggiunge: «Essere in sei ci aiuta a coprire meglio il palco e a farci percepire più vicini».

La collaborazione con Max Pezzali in “Bottiglie Vuote” è arrivata dopo anni di attesa: «Ci ha conosciuto prima ancora del successo, ci avevano contattati dei suoi nipoti per incontrarlo. È un osservatore instancabile, curioso, con cui condividiamo molto» racconta Elio. «Max è esattamente ciò che sembra, non c’è una maschera» aggiunge Riccardo. I tempi sono stati maturi solo recentemente: «Quando le cose si fanno con calma, vengono meglio. E con Max è stato bellissimo».

Nessuna menzione al flop del brano, che su Spotify conta solo 6 milioni di stream, un terzo rispetto, per esempio, ad Amaro, uno dei brani dell’ultimo album, mai scelto come singolo.

La band canta «ci vuole un terapista pure per curare un sold out», e Riccardo spiega il senso di questa frase: «Quando lotti per farti ascoltare stai male per l’attesa, ma quando arrivi in alto, la paura di cadere fa ancora più male. C’è la pressione di dover replicare sempre il successo».

Per i Pinguini, cambiare è essenziale: «Crescere è cambiare. Lo abbiamo imparato stando insieme» dice Elio. «La paura più grande è smettere di ascoltare gli altri – aggiunge Riccardo –. Se perdi la capacità di aprirti al mondo, esaurisci presto ciò che hai da dire».

Sul “pop”, Riccardo è chiaro: «Il pop non esiste in senso assoluto. È ciò che va, è il sentimento popolare del momento. Noi abbiamo fatto un pop laterale, ma necessario, fatto di armonia e strumenti suonati. E la gente ne aveva bisogno».

«È difficile fare incontri sinceri quando la tua storia personale precede chi sei – confessa Elio –. Però cerchiamo sempre spazi dove questa cosa è laterale». Riccardo, invece, trova rifugio nelle relazioni più semplici: «Divento molto amico degli anziani, con loro non c’è pregiudizio. Con gli altri artisti è più complicato, viviamo in mondi un po’ diversi».

Uno dei momenti più forti dell’intervista arriva quando si parla della Palestina. La band, durante i concerti, legge poesie di Mahmoud Darwish, poeta simbolo della causa palestinese. «La situazione è peggiorata, ed è per questo che continuiamo a parlarne. È importante accendere una luce» dice Elio.

Riccardo aggiunge con forza: «Se non ti schieri mai, non sai di niente. L’artista ha il dovere di parlare e il diritto di sbagliare. È una frase di Pasolini che ci guida». E a chi li critica? «Il nostro pubblico ha capito il nostro intento umano, non politico. Abbiamo dialogato anche con chi aveva opinioni diverse. L’importante è restare aperti al confronto».

I Pinguini Tattici Nucleari continuano a dimostrare che il pop anche responsabilità, riflessione, capacità di cambiare e cambiare gli altri. E in tempi in cui l’industria discografica premia spesso la leggerezza, la loro scelta di alzare la voce per i più deboli – anche da un palco affollato – diventa un atto di coraggio.

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