La vedova nera: un anonimo true-crime sul caso che ha sconvolto la Spagna – Recensione

Il titolo italiano La vedova nera, adattamento pari-pari dell’originale La viuda negra, non lascia molto all’immaginazione e non a caso questa nuova esclusiva del catalogo di Netflix procede su un tracciato consolidato. Libero adattamento, con tutte le modifiche del caso per questioni di privacy o di libertà narrative, di un caso di cronaca nera realmente […]

Jun 10, 2025 - 13:50
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La vedova nera: un anonimo true-crime sul caso che ha sconvolto la Spagna – Recensione
La vedova nera - Netflix

Il titolo italiano La vedova nera, adattamento pari-pari dell’originale La viuda negra, non lascia molto all’immaginazione e non a caso questa nuova esclusiva del catalogo di Netflix procede su un tracciato consolidato. Libero adattamento, con tutte le modifiche del caso per questioni di privacy o di libertà narrative, di un caso di cronaca nera realmente avvenuto a Valencia nell’estate del 2017 e ribattezzato come il delitto di Patraix.

Un crimine che ha visto la morte di un uomo, ucciso con sette coltellate nel garage della sua abitazione: una vicenda che scosse profondamente l’opinione pubblica nazionale e che ora rivive in una trasposizione che si rivolge soprattutto a quel pubblico appassionato di true-crime, con le indagini di una coriacea ispettrice di polizia a caratterizzare le due ore di visione.

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Il corpo senza vita di un individuo di nome Arturo viene ritrovato nel parcheggio sotto casa, assassinato con una serie di brutali fendenti. La moglie Maje è apparentemente sconvolta, ma fin dall’inizio l’ufficiale di polizia Eva nota nella fresca vedova delle stranezze e decide perciò di concentrare le sue attenzioni su di lei. Ben presto è chiaro che la donna sia legata in qualche modo all’omicidio e le intercettazioni telefoniche, e i relativi flashback ad hoc, iniziano a svelare quanto avvenuto nei mesi precedenti, mostrando come Maje avesse molte cose da nascondere…

La sceneggiatura come anticipato ha modificato i nomi e alcuni risvolti, ma l’ossatura alla base è la medesima e il fatto che l’effettiva villain sia una ninfomane, che sfrutta e usa gli uomini a suo piacimento salvo poi disfarsene quando non le tornano più utili, cerca di spruzzare qua e là di un macabro erotismo i vari step della vicenda. Tentativo maldestro, con una visione meccanica del sesso e del piacere e la poca credibilità nelle vesti di femme fatale di Ivana Baquero, i cui lineamenti dolci probabilmente non erano adatti a una figura così subdola e ambigua.

Scontro tra donne

Più efficace invece la detective interpretata da Carmen Machi, attrice che vanta nella sua lunga carriera collaborazioni con grandi registi come Pedro Almodóvar e Álex de la Iglesia, e che qui si mette al servizio del personaggio e della storia con efficacia, senza strafare. Il resto del cast non brilla particolarmente e così neanche la regia di Carlos Sedes, regista attivo soprattutto sul piccolo schermo o in produzioni seriali.

E proprio quella patina da operazione televisiva prende presto il sopravvento, senza guizzi stilistici di sorta a far deragliare la messa in scena dal più canonico dei compitini, per il massimo risultato – il film ha scalato le classifiche dei titoli più visti su Netflixcon il minimo sforzo. Peccato che La vedova nera manchi di tensione e di emozione e arrivare ai titoli di coda senza tirare qualche sbadiglio non sia semplice, complice anche un minutaggio davvero troppo lungo per quanto vi fosse effettivamente da raccontare.

Conclusioni finali

Un drammatico fatto di cronaca nera che ha sconvolto l’opinione pubblica spagnola nell’estate del 2017 è al centro di questo scialbo adattamento, modificato qua e là, che in due – eccessive – ore riassume la fase investigativa atta a rintracciare gli autori dell’orrendo delitto.

Come già anticipato dal titolo La vedova nera, il film mette subito in chiaro chi sia la principale colpevole, svelando poi progressivamente i retroscena di quel caso criminale e passionale, tra amanti ingannati e sessualità deviate, con lo spettro del fanatismo religioso quale potenziale causa scatenante e il sentirsi chiusi in gabbia a ingiustificato movente.