The White Lotus, recensione (no spoiler) della serie con Jennifer Coolidge
Il geniale sceneggiatore, regista a produttore americano Mike White firma nel corso del 2021 una delle miniserie più interessanti e dense degli ultimi anni. Ambientata nel paradisiaco mondo delle Hawaii, stiamo parlando di The White Lotus che, visti gli straordinari ascolti e il plauso unanime della critica, si trasforma da miniserie autoconclusiva in serie antologica. […]


Il geniale sceneggiatore, regista a produttore americano Mike White firma nel corso del 2021 una delle miniserie più interessanti e dense degli ultimi anni. Ambientata nel paradisiaco mondo delle Hawaii, stiamo parlando di The White Lotus che, visti gli straordinari ascolti e il plauso unanime della critica, si trasforma da miniserie autoconclusiva in serie antologica.
La seconda stagione che ha debuttato su HBO (da noi in esclusiva su Sky Atlantic) nel 2022, cambia il setting (dalle Hawaii alla nostra Taormina) e buona parte del cast e della narrazione; ma tra gli attori rimane una costante che sembra trascinarsi tutto il successo più pop di The White Lotus: l’irriverente Tanya interpretata da Jennifer Coolidge.
La trama di The White Lotus
Essendo una serie antologica che cambia ambientazione, interpreti e narrazione, è difficile riassumere la trama di The White Lotus, ma ci proveremo. Creata, scritta e diretta da Mike White, la serie firmata HBO si incentra sulle vicissitudini personali e professionali del personale e degli ospiti di un resort durante il corso di una settimana esatta. Nella prima stagione, il resort della compagnia White Lotus si trova nel paradiso naturale delle Hawaii, nel secondo appuntamento italiano nella bellissima Sicilia.
Il cast della serie di Mike White, oltre alla citata Jennifer Coolidge, è straordinario: basti citare nomi come F. Murray Abraham, Alexandra Daddario, Murray Bartlett, Aubrey Plaza e le nostre Sabrina Impacciatore, Beatrice Grannò e Simona Tabasco. La popolarità della serie ha regalato a The White Lotus ben 10 Emmy per la prima stagione e 2 Golden Globe per la seconda; in attesa del numero di nomination che potrebbe ottenere l’appuntamento televisivo ambientato nella nostra Taormina agli Emmy 2023.
Perché vedere The White Lotus?
Perchè non è la solita commedia televisiva, nonostante di risate a denti stretti se ne facciano moltissime nel corso delle due stagioni (ed è stata già annunciata una terza, ambientata in Thailandia); a cavallo tra ironia beffarda e tragicomicità, The White Lotus è un progetto televisivo che racconta molto di più di quanto non dia a vedere all’inizio. Ebbene sì, perché dietro alle location paradisiache, ai facoltosi ospiti dei vari resort attorno al globo e alle loro storie private, c’è una critica sociale molto forte.
Basta saper leggere oltre la filigrana dell’ironia e delle situazioni narrative spesso al limite del grottesco per capire che Mike White ha firmato probabilmente il suo capolavoro per il piccolo schermo. Diviso tra Hawaii e Sicilia, lo showrunner americano parla al suo pubblico di temi fondamentali come il neo-colonialismo, l’ipocrisia della nuova borghesia contemporanea, il declino dei valori occidentali e dell’importanza del sesso nelle relazioni che intessiamo con gli altri nella società di ieri e di oggi. Contenuti che non sembrano all’apparenza adatti ad una serie in equilibrio tra satira e commedia, ma che White riesce a mescolare con grandissima sapienza, dando vita infine ad uno dei progetti televisivi più originali degli ultimi anni.
The White Lotus, perché non vederla
Per un prodotto così peculiare ed unico come The White Lotus, è molto facile immaginare la scontentezza di una fetta di potenziale pubblico, incapace magari di comprendere appieno tutte le allegorie e le stratificazioni di significato degli eventi e dei personaggi che popolano i resort hawaiani e siciliani dello show HBO. Per questo motivo The White Lotus non si addice ad una visione “mordi e fuggi” incentrata più sulla bellezza delle differenti location o sulla simpatia o meno di alcuni dei suoi protagonisti.
Lo show firmato HBO ed ideato interamente da Mike White si appresta difatti ad una visione più socialmente attenta ed aperta a diverse sfumature di lettura, oltre gli eventi tragicomici dei suoi tanti personaggi che la caratterizzano. Che è un po’ la solita storia della lama a doppio taglio delle serie televisive multisfaccettate: da una parte della medaglia c’è la possibile visione superficiale focalizzata solo sulla trama (e onestamente, la serie funzionerebbe anche in questa modalità), dall’altra c’è l’analisi di metafore, piani di lettura e significato molto più profondi di quanto non appaia a prima vista. Sta quindi nella buona volontà dello spettatore cogliere la sfida e decidere se farsi ammaliare da The White Lotus solo “in superficie” oppure in profondità.