Ondata di CALDO lunga tutta l’Estate, ecco cosa ci aspetta dal Meteo
I cambiamenti meteo degli ultimi decenni hanno visto le ondate di calore in Italia diventare più intense e più durature. Non si tratta di percezioni soggettive o esagerazioni mediatiche: dietro c’è una trasformazione profonda della circolazione atmosferica sull’intero emisfero settentrionale. Uno degli attori chiave di questo cambiamento è il cosiddetto blocco atmosferico, una configurazione che, […] Ondata di CALDO lunga tutta l’Estate, ecco cosa ci aspetta dal Meteo

I cambiamenti meteo degli ultimi decenni hanno visto le ondate di calore in Italia diventare più intense e più durature. Non si tratta di percezioni soggettive o esagerazioni mediatiche: dietro c’è una trasformazione profonda della circolazione atmosferica sull’intero emisfero settentrionale. Uno degli attori chiave di questo cambiamento è il cosiddetto blocco atmosferico, una configurazione che, quando si stabilizza, può tenere il nostro Paese intrappolato per settimane in condizioni meteo estreme.
Cos’è un blocco atmosferico e perché ci riguarda da vicino
In meteorologia, si parla di blocco atmosferico quando un’area di alta pressione si installa su una determinata zona e vi resta per diversi giorni, o anche settimane, impedendo il normale scorrere delle perturbazioni occidentali, che vengono deviate o rallentate. In sostanza, la dinamica tipica delle latitudini temperate si inceppa, e la conseguenza diretta è che le condizioni meteo su una stessa regione rimangono invariate troppo a lungo.
Nel caso dell’Italia, quando si verifica un blocco, spesso assistiamo alla persistenza dell’anticiclone subtropicale africano, che si insedia nel cuore del Mediterraneo e lo trasforma in una cappa di calore, note anche col nome inglese di heat dome, dove il caldo si autoalimenta anche per subsidenza. Le perturbazioni atlantiche rimangono confinate più a nord, mentre le masse d’aria calda sahariana risalgono con continuità verso l’Europa centrale, interessando anche la Penisola in modo diretto.
Perché i blocchi diventano più frequenti e più resistenti
Negli ultimi anni, i blocchi atmosferici si sono fatti più duraturi, statici e difficili da scardinare. Le cause sono complesse e interconnesse, ma un elemento ricorrente nei modelli climatici è l’alterazione del getto polare, il forte flusso d’aria che separa le masse d’aria fredde artiche da quelle calde subtropicali. Quando il getto si indebolisce e si ondula, le sue curve più ampie (chiamate “onde di Rossby”) favoriscono l’insediamento di anticicloni stazionari, specialmente tra l’Atlantico e l’Europa.
Queste onde più lente e profonde, rallentando il movimento delle strutture meteorologiche, rendono molto più difficile l’arrivo di aria fresca dalle alte latitudini. Di conseguenza, anche le classiche irruzioni temporalesche estive diventano meno frequenti e sono spesso il frutto di instabilità localizzata che non spezza la calura se non in maniera effimera. Una di queste situazioni è in procinto di verificarsi tra questo weekend e i primi due giorni della prossima settimana.
L’Italia: posizione geografica vulnerabile
L’Italia, per la sua posizione di cerniera tra Mediterraneo e Europa centrale, è particolarmente sensibile a questi pattern. Quando l’anticiclone africano si spinge verso nord, trovando terreno libero fino alla SCANDINAVIA, la nostra Penisola si ritrova sotto il suo bordo meridionale, la zona più calda e umida, dove si accumulano calore e umidità nei bassi strati.
In queste condizioni, le temperature possono restare oltre i 35–37 °C per molti giorni consecutivi, e spesso accompagnate da livelli di umidità elevatissimi, soprattutto lungo le coste e nelle aree urbane del Nord e del Centro Italia. A peggiorare il quadro c’è il fatto che, anche nelle ore notturne, l’aria resta intrappolata tra l’asfalto rovente e l’umidità stagnante, dando origine a notti tropicali, con minime superiori ai 23 °C. Sono le condizioni meteo attese proprio in questi giorni e che precedono lo scoppio dei temporali.
Un cambiamento destinato a intensificarsi?
Molti climatologi stanno osservando con attenzione il legame tra cambiamento climatico e blocchi atmosferici. Sebbene la ricerca sia ancora in corso, ci sono crescenti evidenze che il riscaldamento artico più rapido rispetto alle latitudini tropicali stia contribuendo a un’amplificazione delle onde di Rossby, con un impatto diretto sulla frequenza e durata delle ondate di calore estive in Europa.
In sintesi, le ondate di calore italiane sono oggi più persistenti e meno interrotte rispetto al passato non solo perché l’atmosfera è mediamente più calda, ma perché il meccanismo meteo che dovrebbe spezzare il dominio dell’anticiclone – il flusso occidentale – è diventato più debole e irregolare.
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