Alex Britti contro Lucio Corsi e il sistema Sanremo: “Io penso a De Gregori, non a Instagram”
Alex Britti critica il sistema Sanremo e il cantautorato moderno: rifiutato dal Festival, attacca Lucio Corsi e presenta "Feat.Pop" L'articolo Alex Britti contro Lucio Corsi e il sistema Sanremo: “Io penso a De Gregori, non a Instagram” proviene da imusicfun.

Alex Britti critica il sistema Sanremo e il cantautorato moderno: rifiutato dal Festival, attacca Lucio Corsi e presenta il nuovo progetto musicale Feat.Pop.
Alex Britti torna a parlare, e lo fa senza filtri; l’artista romano presenta il nuovo progetto Feat.Pop – una rivisitazione dei suoi brani storici in duetto – e coglie l’occasione per lanciare qualche frecciatina al mondo della musica di oggi; bersagli principali: il Festival di Sanremo e Lucio Corsi, astro nascente del nuovo cantautorato italiano.
“Negli anni ho mandato qualche canzone, ma a Sanremo non mi vogliono. Pago un po’ lo scotto di non essere con una major”, racconta Britti all’Ansa, con amarezza ma anche con un certo distacco. “Non me ne faccio una malattia, vivo lo stesso bene e mi diverto con la mia musica”.
La sua ultima partecipazione al Festival risale al 2015, con Un attimo importante, che si classificò undicesima. Da allora, silenzio. “Il Festival è sempre più un circuito chiuso – dice oggi – Hanno accesso pochi manager e poche discografiche. E io ho un modo di fare musica che non va tanto di moda”.
Se Sanremo oggi strizza l’occhio al cantautorato contemporaneo, come dimostra il successo di Lucio Corsi, arrivato secondo all’ultima edizione e in seguito scelto per rappresentare l’Italia all’Eurovision, Alex Britti mostra più di una perplessità:
“Lucio Corsi? Sì, è bravo. Ma è un cantautore molto Instagram”, afferma, senza mezzi termini. “Arriva prima il personaggio, la sua faccia truccata di bianco. C’è un grande lavoro d’immagine”.
E ancora: “Io faccio parte di un’altra generazione. Quando penso a un cantautore, penso a Francesco De Gregori, non a Lucio Corsi. E voglio continuare a pensare a De Gregori”.
Britti non si ferma però al confronto generazionale. Il suo presente è fatto di musica e collaborazioni, come racconta presentando il progetto Feat.Pop, in cui ripropone i brani storici di It.Pop con ospiti diversi:
“Vedrà la luce poco a poco e potrebbe durare sei mesi o anche di più. Non ho fretta e non ho niente da dimostrare”, sottolinea l’artista. Dopo il duetto con Marco Mengoni su Oggi sono io, tocca ora a Clementino interpretare Solo una volta.
Un’altra tappa significativa per Britti sarà il concerto alle Terme di Caracalla il 22 giugno:
“È l’unico palco che mi mancava nella mia città. Oltre all’autogrill sul raccordo, ovviamente”, ironizza.
Le parole di Alex Britti fanno rumore perché esprimono una visione lucida e disillusa del sistema musicale italiano. Rifiutato da Sanremo, lontano dai meccanismi delle major, ma ancora legato a un’idea di cantautorato che mette la musica davanti all’immagine:
“Io appartengo a un altro tempo, ma sono ancora qui. E voglio suonare come ho sempre fatto”.
La stoccata a Lucio Corsi – forse eccessiva nei toni – è il segnale di una frattura generazionale che attraversa tutta la scena musicale italiana: da una parte chi cerca nuovi linguaggi e nuove estetiche, dall’altra chi rivendica la profondità di un passato fatto di poesia, sostanza e chitarre vere.
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