Max Pezzali: “Senza Repetto non ci sarebbero stati gli 883”

Max Pezzali si racconta in una lunga intervista a Repubblica, ripercorrendo le fasi chiave della carriera, parlando anche di Mauro Repetto L'articolo Max Pezzali: “Senza Repetto non ci sarebbero stati gli 883” proviene da imusicfun.

May 28, 2025 - 10:10
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Max Pezzali: “Senza Repetto non ci sarebbero stati gli 883”

Di Max Pezzali non si può dire che abbia vissuto una nuova giovinezza, semplicemente perché la sua prima non è mai finita. Dalla nascita degli 883 con Mauro Repetto fino alla longeva carriera da solista, Pezzali è sempre rimasto una presenza costante e credibile nel panorama pop italiano. Con oltre 30 anni di musica sulle spalle, non ha mai smesso di raccontare l’Italia di provincia, le emozioni quotidiane e quel senso di appartenenza che attraversa generazioni. Lo confermano i numeri: più di un milione e 300 mila biglietti venduti dal 2022 e un pubblico che continua a seguirlo con la stessa passione di sempre.

In un’intervista a Repubblica, Max Pezzali racconta come il suo repertorio, più che nostalgico, sia “didascalico, legato ai fumetti, ai colori primari, all’effetto Disneyland”. Un’estetica cinematografica che oggi lo rende ancora attuale, tanto da attirare anche artisti delle nuove generazioni: i Pinguini Tattici Nucleari, ad esempio, lo hanno voluto al loro fianco per Bottiglie Vuote.

Ma se oggi Pezzali riempie stadi e palazzetti, è anche grazie a una fanbase fedele e trasversale, che lo segue con la stessa intensità con cui si seguono artisti come Vasco Rossi. Lo farà anche il prossimo 12 luglio 2025, quando si esibirà in un unico, attesissimo concerto all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, per il Max Forever – Grand Prix. Qui il link per l’acquisto dei biglietti.

Il successo di Max Pezzali ha radici profonde. Tutto è cominciato con gli 883, progetto nato con Mauro Repetto, al quale Pezzali continua a riconoscere un ruolo chiave: “Senza di lui sarei a casa dei miei”, dice oggi. Repetto era la spinta, l’entusiasmo, il visionario del duo: “Non ha mai avuto un dubbio sui nostri sogni. La sua frase era ‘dignità zero’ – adesso quel ruolo lo ha preso mia moglie”, racconta con affetto e ironia.

La loro musica nasceva dalla provincia pavese, da quella sensazione di immobilismo e desiderio di fuga che Pezzali ha saputo tradurre in canzoni semplici ma profondamente empatiche. A illuminargli la via furono The River e Nebraska di Bruce Springsteen: “La frustrazione del New Jersey mi sembrava la stessa della mia Pavia”, ha spiegato.

Anche brani iconici come Hanno ucciso l’Uomo Ragno nascono da intuizioni profonde. Pezzali racconta di aver percepito la crisi di un immaginario, quello dei fumetti, come simbolo della perdita di valori: “Temevo che quel mondo stesse finendo. Mi dispiaceva che il mio amico di quando ero ragazzino, il supereroe etico, stesse per estinguersi”. Un racconto in cui si intrecciano malinconia e visione sociale, perfettamente coerente con tutto il suo lavoro.

Oggi, a 57 anni, Pezzali dice di vivere “l’entusiasmo degli esordi”. Eppure confessa anche la sua più grande paura: la perdita della memoria. “Quando si perde la propria storia succede qualcosa di crudele: non poter più raccontare e condividere”. Proprio per questo ogni concerto diventa un rito collettivo, un modo per imprimere quei ricordi nella memoria condivisa del suo pubblico.

Dopo l’appuntamento di Imola nel 2025, Max Pezzali tornerà a esibirsi dal vivo con un nuovo tour negli stadi nel 2026. Queste le date annunciate finora:

  • 19 giugno – Napoli, Stadio Maradona
  • 23 giugno – Roma, Stadio Olimpico
  • 11 e 12 luglio – Milano, Stadio San Siro

Qui il link per l’acquisto dei biglietti.

Una nuova occasione per cantare a squarciagola canzoni che fanno parte del DNA di milioni di italiani, da Nord Sud Ovest Est a Sei un mito, fino a Gli anni e La dura legge del gol. Max Forever, davvero.

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