Make Rap Great Again non è più solo uno slogan
MRGA continua a vivere con un progetto che i fan del collettivo aspettavano da tempo: Dream Team. Dream Team è veramente un’altra incredibile produzione di Make Rap Great Again Ad agosto 2023 sembrava essersi chiuso uno dei capitoli musicali più interessanti dell’hip hop italiano degli ultimi anni. MRGA (Make Rap Great Again) aveva vinto e convinto con le sue barre, con i suoi album e con la sua attitudine, portando qualcosa di innovativo e fresco in un rap in stato […] L'articolo Make Rap Great Again non è più solo uno slogan proviene da Rapologia.it.

MRGA continua a vivere con un progetto che i fan del collettivo aspettavano da tempo: Dream Team.
Dream Team è veramente un’altra incredibile produzione di Make Rap Great Again
Ad agosto 2023 sembrava essersi chiuso uno dei capitoli musicali più interessanti dell’hip hop italiano degli ultimi anni. MRGA (Make Rap Great Again) aveva vinto e convinto con le sue barre, con i suoi album e con la sua attitudine, portando qualcosa di innovativo e fresco in un rap in stato d’inerzia. Ciò era stato possibile grazie ad un gruppo coeso di artisti che la disciplina la conoscevano perfettamente e soprattutto grazie alla mente geniale di Gionni Gioielli, che si era cimentato in un viaggio di produzioni e campionamenti straordinari.
Il 31 agosto di due anni fa MRGA era uscita con The Greaters, progetto dedicato al Wu-Tang Clan, per poi lasciare momentaneamente il palco musicale. Quasi un anno dopo, a maggio 2024, Gioielli scelse di tornare con Be Great FC e rimettere la sua bandierina nella scena. Quest’ultimo album, riprendendo l’intrigante usanza dei concept tipica dell’etichetta fondata nel 2018, si riferiva a personaggi del mondo del calcio.
Rimanendo in ottica sport e scegliendo ottime mosse di marketing musicale e non (perché ricordiamolo Gionni Gioielli è appassionato anche del mondo della moda, rilasciando magliette, cappellini e chi più ne ha più ne metta), MRGA torna nuovamente con Dream Team, un disco rivolto al basket. Un assaggio di gran parte del progetto ci era già stato dato con l’uscita di numerosi singoli, ma l’album completo è tutta un’altra storia.
La copertina del progetto è molto esplicativa: sullo sfondo troviamo, da sinistra a destra, Magic Johnson, Scottie Pippen, Patrick Ewing, Larry Bird e Michael Jordan. Tutte stelle del basket, con la cui immagine Gioielli vuole dimostrare che chi è presente nel disco può essere considerato come parte del dream team del rap italiano. Le tracce fanno tutte riferimento ad eventi o a personaggi cestistici: la intro è già una pietra miliare, con una base in pieno stile MRGA. Essa è denominata proprio Starting Five 92, in cui ad affiancare Gionni troviamo le strofe dei fedelissimi Toni Zeno (in stato di grazia, ancora una volta) e Gionni Grano, oltre che le barre di Squito Babe ed Enema SDO.
Chiedi a loro quanti nomi c’ho davanti in questa roba
Se dici che l’underground sta reggendo la cultura
Spazio anche per Italo Svelto (presente in Pray for Italy del 2020) e per un ai più sconosciuto Seru Galante, che sul jazz di Bad Boys 89 (peraltro uno dei migliori brani del disco secondo chi scrive) si presenta con un flow unico e spettacolare. La coppia bresciana Liffe e Barra1 in Nique and Dougie si conferma perfetta dopo aver pubblicato Supercella, mentre Squito Babe si destreggia sul capolavoro Minnsota 8 (Spree) in compagnia degli scratches di Tosses (punto in più perché trovarne di scratches di questa caratura è molto difficile).
Nella produzione c’è di tutto, anche qualcosa di più crudo, come possiamo vedere in Draft Class 03 (in cui venne preso Lebron James come prima scelta): da sottolineare le rime taglienti di Gentle T e di Effe Kappa.
In AllStar Game 73 troviamo anche il sample più che conosciuto di I Don’t Want to Play Around degli Ace Spectrum, già peraltro utilizzato nella famosissima Fancy di Drake e T.I. Poi ancora il rap di Rollz Rois ci porta sulla luna, Blo/B e Lil Pin ci ricordano perché siano da anni delle certezze nel rap game nostano, mentre Pessimo17 e Doye ci fanno conoscere nuovamente la provincia in Milwaukee Bucks ’71:
Fra è la c*zzo di provincia
Lo so, sta strofa è come tutta la mia roba, tu non puoi capirla
La chiusura è sempre più eccezionale: un altro AllStar Game, stavolta dell’85, con un quartetto da invidiare. Armani Doc, Montenero ed Elia Phoks è il tridente e a gestirli, come un direttore d’orchestra, ci pensa nuovamente Gionni Gioielli, l’artefice di un progetto destinato a rimanere vivo nei cuori di ogni amante dell’hip hop nel nostro paese. Sperando possa continuare a regalarci nuove perle e ad infuocare le casse della nostra casa.
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