Vie Ferrate, conosciamo scale e gradi di difficoltà
In Europa regna la confusione, non esiste una classificazione internazionale uniforme. Ecco come orientarsi per capire che cosa stiamo per affrontare L'articolo Vie Ferrate, conosciamo scale e gradi di difficoltà proviene da Montagna.TV.


Le vie ferrate, accessibili alla maggior parte degli escursionisti preparati, offrono un’interessante esperienza a cui approcciarsi durante le giornate in quota. Per molti, addirittura, rappresentano il modo più consono per andare in montagna, consentendo di superare pareti altrimenti inaccessibili con un rischio limitato. Non tutte le ferrate sono però facili e adatte ai principianti. Come capire se si è all’altezza di un itinerario oppure no? Come prima cosa affidandosi ai professionisti della montagna o ad amici esperti, leggendo le recensioni e soprattutto imparando a conoscere i gradi di difficoltà.
A oggi non esiste una scala unanimemente riconosciuta dall’Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche (UIAA). Esistono invece diverse scale: una italiana, una francese, una austriaca e una tedesca. Vediamo insieme come comprendere e saper valutare la difficoltà di una ferrata secondo le classificazioni maggiormente in uso.
EE o EEA?
La prima differenza di cui tenere conto è la dicitura EE (Escursionisti Esperti) o EEA (Escursionisti Esperti con Attrezzatura). Le vie ferrate saranno sempre individuate dalla dicitura EEA, come da classificazione CAI. La sigla sta a indicare la necessità di avere con sé, quando si affronta un itinerario di questo genere, l’attrezzatura necessaria a garantire la propria protezione individuale: casco, imbrago, kit da ferrata con dissipatore.
La scala italiana
La scala italiana è composta da 5 gradi, che valutano la difficoltà complessiva dell’itinerario e non solo del tratto di ferrata: F, facile; PD, poco difficile; D, difficile; TD, molto difficile; ED, estremamente difficile. A questi si aggiunge un secondo livello di valutazione con valori da 1 a 3 in ordine crescente di difficoltà. Questo è calcolato in base alle caratteristiche proprie della via tenendo conto dell’impegno fisico, della difficoltà tecnica, dell’esposizione e dell’ambiente in cui ci si muove.
La scala francese
Simile a quella italiana va a valutare l’impegno complessivo dell’itinerario e non solo il tratto ferrato. La scala francese si basa essenzialmente sui gradi alpinistici valutando i percorsi come: F, facile; PD, poco difficile; AD, abbastanza difficile; D, difficile; MD, molto difficile; ED, estremamente difficile; XD, più che estremamente difficile. Quest’ultimo grado non esiste per la componente alpinistica ed è specifico per le vie ferrate.
La scala austriaca
Scala intuitiva si basa sulle lettere dell’alfabeto, da A a F. La scala è stata ideata da Kurt Schall, autore di guide alle vie ferrate, e da lì introdotta come classificazione. I gradi di difficoltà sono così identificati: A, facile; B, moderatamente difficile; C, difficile; D, molto difficile; E, estremamente difficile; F, più che estremamente difficile.
La scala tedesca (detta Husler)
Molto semplice e intuitiva presenta un livello di difficoltà crescente da 1 a 6. Nell’indicazione i numeri sono anticipati dalla lettera K, dal tedesco klettersteig che significa “via ferrata”. Le indicazioni che si trovano sono quindi: K1, ferrata facile; K6, ferrata estremamente difficile. In mezzo tutti gli altri valori.
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