Strada del Vino, a spasso tra cantine e borghi nascosti in Alto Adige

«Se qualcuno che abitasse nel sud, o ne venisse, potesse intendere l’incanto che io qui provo, mi giudicherebbe molto puerile», scriveva Goethe a proposito dell’Alto Adige. Il poeta tedesco si trovava in Italia in occasione del Grand Tour e non poté che rimanere sbalordito dalle bellezze che ancora oggi attirano i viaggiatori di tutto il L'articolo Strada del Vino, a spasso tra cantine e borghi nascosti in Alto Adige sembra essere il primo su Dove Viaggi.

May 24, 2025 - 00:15
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Strada del Vino, a spasso tra cantine e borghi nascosti in Alto Adige

«Se qualcuno che abitasse nel sud, o ne venisse, potesse intendere l’incanto che io qui provo, mi giudicherebbe molto puerile», scriveva Goethe a proposito dell’Alto Adige. Il poeta tedesco si trovava in Italia in occasione del Grand Tour e non poté che rimanere sbalordito dalle bellezze che ancora oggi attirano i viaggiatori di tutto il mondo. La Strada del Vino ne attraversa alcune. Tra storiche cantine, sentieri nascosti e tradizioni affascinanti, questo viaggio è l’occasione ideale per concedersi un fine settimana di pace lontano dal rumore della città.

Che cos’è la Strada del Vino in Alto Adige

Nel 1964, sette comuni si unirono per dare valore a una delle realtà vitivinicole più importanti d’Italia, permettendo così, nel 2000, la nascita di un’associazione che oggi conta sedici comuni. Borghi incantevoli, vigneti ad alta quota e castelli d’altri tempi. La Strada del Vino è una delle più antiche in Italia; da Nalles a Salorno, si snoda per paesini di montagna che, in primavera, mostrano tutta la loro bellezza. Ma al di là degli incredibili paesaggi, la Strada del Vino è una bella storia da raccontare (e da vivere).

 

Colline di Termeno strada del vino
Colline di Termeno (iStock)

Dove si trova la Strada del Vino

La Strada del Vino, in tedesco Südtiroler Weinstraße, è un percorso di oltre 150 chilometri dell’Alto Adige che attraversa l’Oltradige e la Bassa Atesina, passando anche per la provincia autonoma di Bolzano.

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Cosa vedere sulla Strada del Vino

Vigneti di Pinot Nero e meleti in fiore a primavera. A un calice di vino s’accompagna ben volentieri un assaggio di Ortles, formaggio locale che prende il nome dalla montagna più alta dell’Alto Adige.

Da conservare per una marende “merenda” tra i sentieri panoramici o da gustare al ristorante in uno dei tanti comuni nascosti lungo la Strada del Vino, questa prelibatezza soddisfa i palati più esigenti.

Dopo essersi rifocillati, ci si può rimettere in cammino. I borghi sembrano intagliati nei monti e sono la cornice ideale di un percorso vacanziero. Ecco una lista dei più belli.

Nalles

Un inconfondibile profumo si respira per tutto il borgo che, pure, è chiamato “paese delle rose”. Un tempo, quando gli operai andavano in miniera, alle mogli venne l’idea di tirar loro su il morale piantando bei fiori tutt’intorno ai loro luoghi di lavoro. Così la tradizione, a Nalles, è ancora oggi realtà e passeggiare per il suo grazioso centro storico mette sempre di buon umore.

Nota anche per la sua gastronomia prelibata, la città ha alle spalle una lunga tradizione agricola. Non solo campi di asparagi e meleti, anche la coltivazione dell’ulivo e del limone va per la maggiore. Perfetta in tutte le stagioni, mostra il suo lato migliore a primavera, quando fioriscono le prime rose.

Rose di Nalles
Rose di Nalles (Julian Geiser)

Terlano

La star indiscussa a Terlano è l’asparago bianco. Sono dodici i produttori impegnati nella coltivazione di questo ortaggio delicato e sono lieti di mostrare i passaggi che lo portano dalla terra fin dentro ai piatti più prelibati. Ma non solo, in città abbondano gli eventi che accrescono la sua fama, tra menù a tema nelle locande, mostre d’arte ed escursioni.

Gli sportivi, dopo una visita in città, apprezzeranno una passeggiata fino alle rovine dello splendido Castel Neuhaus. Arrivare in cima è un’emozione ma il divertimento durante il viaggio non manca, tanti i boschi da attraversare, ma ancora di più gli scorci da ammirare.

Terlano strada del vino
Terlano (Strada del Vino)

Andriano

Secondo alcune testimonianze ad Andriano passarono anche i romani che vi si stabilirono per la vicinanza con il fiume Adige, navigabile fino a quello che oggi è il paese più piccolo di tutta la Strada del Vino. Ma detiene un altro importante primato: è qui che nacque la prima cantina sociale della zona. Era il 1893 quando alcuni pionieri della viticoltura decisero di sfruttare le proprietà del territorio.

Dalla toponomastica controversa, è certo il riferimento alla sua posizione geografica; una conca verdeggiante che, nella bella stagione, si tinge di colori vivaci e diventa lo sfondo di viaggi a piedi o in bicicletta. Molte sono le attrazioni da non perdere ad Andriano, come il Castello Festenstein, che protegge dall’alto l’abitacolo. Il maniero si trova in una posizione raggiungibile solo con un ripido sentiero. Vanta, infatti, lunga vita e il suo posizionamento era strategico, lo si voleva rendere inaccessibile ai nemici. Insomma, una bella sfida per gli escursionisti.

Suggestiva anche la Chiesa di San Valentino che risale all’epoca medievale. La parte più antica della quale si hanno testimonianze è quella inferiore del campanile, in stile romanico, ma non mancano elementi tardo gotici come i meravigliosi affreschi conservati nella sagrestia. Andriano significa però anche natura incontaminata che si lascia volentieri attraversare dai visitatori.

Un esempio è il giardino nascosto all’interno del maso Kilian, dove c’è chi si prende amorevolmente cura delle piante.

Maso Kilian
Maso Kilian (Camilla de Meis)

Appiano

Disseminato di castelli e fortezze (sono circa 180), Appiano è il comune più esteso dell’Alto Adige e uno dei più amati dalle famiglie con bambini per le tante attività che offre. Oltre novecento ettari di terreno coltivato a vite, Appiano è un tempio del vino, ma è anche il luogo dove s’incontrano panorami diversi. Tra laghi balneabili, valli verdeggianti e meleti in fiore, un giorno non è sufficiente per ammirare tutte le bellezze che ospita.

Il Castello d’Appiano va conquistato, la salita non è impegnativa, ma è meglio rimanere leggeri prima di affrontarla, anche perché appena arrivati, ad attendere c’è una valida ricompensa per gli sforzi fatti. Una vista su tutto l’Alto Adige e una locanda in stile medievale, dove sperimentare un gustoso tris di canederli e non solo. Bisogna assicurarsi, però, di lasciare uno spazio per il dolce. Qui lo strauben, una sorta di frittella ricoperta di zucchero a velo e marmellata, è eccezionale.

Prima di abbandonare l’atmosfera incantata del maniero, concedetevi un giro in quella che gli altoatesini chiamano orgogliosamente la Cappella Sistina dell’Alto Adige, dove si possono ammirare opere d’arte dai colori accesi. I più avventurosi, invece, potranno praticare il tiro con l’arco nel bosco.

Appiano (iStock)
Appiano (iStock)

Caldaro

Affacciato su uno dei laghi più affascinanti dell’Alto Adige, nonché il più caldo delle Alpi, Caldaro è un gioiello dove gli altoatesini si rifugiano nelle giornate più calde (e non solo).

Con l’arrivo di maggio, gli stabilimenti balneari incominciano ad aprire gli ombrelloni e, tra musica, bagni e divertimento, s’inaugura una stagione estiva un po’ diversa dalla solita vacanza al mare. Il lago di Caldaro spunta tra le verdi colline della Strada del Vino, per questo è meta di chi, al relax sotto al sole, voglia unire una degustazione di vini.

È amato anche dagli sportivi: lo specchio d’acqua è il luogo ideale per le avventure in barca a vela. Chi, invece, preferisse le camminate in montagna, può contare su un’escursione alla suggestiva gola Rastenbach, dove poi sarà possibile avventurarsi per il bosco di Castelvecchio.

Durante l’escursione, è bello fare delle soste per ascoltare lo scroscio della cascata o godere della vista sul laghetto. Assolutamente da non perdere: la polenta cucinata con il mais coltivato nei dintorni di Caldaro.

Gola Rastenbach strada del vino
Gola Rastenbach (Helmuth Rier)

Montagna

Dimora dei migliori Pinot Nero dell’Alto Adige, Montagna significa natura incontaminata, tra sentieri verdeggianti e collinette. Non dimenticando che il suo territorio è molto vicino alle Dolomiti, ecco perché tra le tante proposte di escursioni, molte vanno in quella direzione.

Ma un itinerario indimenticabile è quello che si snoda lungo i vigneti della varietà cara alla Borgogna. Per un totale di quindici chilometri, si può scegliere di percorrerne solo una parte, lasciandosi incantare dai punti d’interesse che sorgono lungo il cammino come le rovine di Castelfeder, la vecchia Ferrovia della Val di Fiemmele o la Chiesa di San Michele Mazzon.

Sentiero del Pinot Nero
Sentiero del Pinot Nero (Associazione Turistica Castelfeder)

Termeno

Patria mondiale del Gewürztraminer, Termeno è una meraviglia in cui perdersi. Non solo sconfinati vigneti, ma anche colline sopra le quali sorgono alberi di limoni, fichi e cipressi. E naturalmente meli. Oltre alla varietà paesaggistica, Termeno è anche un luogo da vivere come una favola.

Il campanile murato della Chiesa parrocchiale è il più alto di tutto l’Alto Adige e domina la città. La sua eleganza fa il paio con altri due edifici, la Chiesa di San Giacomo e quella dedicata a San Valentino. Osservarle durante una camminata è piacevole, ma da una carrozza fa tutto un altro effetto. Per maggiori informazioni su questa attività, consultare il sito ufficiale di Termeno al seguente link.

Sentiero del Gewürztraminer strada del vino
Sentiero del Gewürztraminer (TV Tramin Antie Braito)

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Le cantine della Strada del Vino

Cantina di Terlano

La Cantina sociale di Terlano ha una storia appassionante. Si tratta di una delle realtà vitivinicole più antiche in Alto Adige; infatti, la sua fondazione risale al 1893 come quella di Andriano. Le due sono destinate a fondersi nel 2008 e, oggi, questa realtà, oltre a essere molto grande, è anche varia, perché nel 1998 sono entrati a far parte della cantina anche gli asparagocoltori di Terlano. Del Sauvignon 2024, l’enologo Rudi Kofler racconta: «Con il suo delicato bouquet fruttato e l’aroma molto fresco, si sposa in modo speciale con gli asparagi».

Cantina di Laimburg

Quella di Laimburg è una vera cattedrale del vino, dove la degustazione assume un aspetto rituale. Seppure l’atmosfera sembri portare indietro nel tempo, la cantina fa parte dal 1975 dell’omonimo Centro di sperimentazione Agraria e Forestale. Il recupero delle varietà autoctone e la sperimentazione sono il cuore del suo lavoro, tant’è che qui si producono molte linee. “Vini del Podere” sono d’annata e fruttati, portati a vinificazione e maturazione in serbatoi d’acciaio inox, quelli della “Selezione Maniero” invecchiano in botti di rovere, mentre i “Vini Particolari” sono tutti da scoprire, audaci e divertenti.

Cantina Sankt Pauls

Fondata nel 1907, la Cantina Sankt Pauls lavora da sempre sull’identità dei suoi vini, partendo dalla conformazione dei terroir che hanno a disposizione. Ogni vitigno si trova a un’altezza compresa tra i trecento e i settecento metri d’altitudine. Il risultato? Vini fruttati e ricchi di carattere. Il fiore all’occhiello è il Pinot Bianco, in tutte le interpretazioni che la cantina ha realizzato, anche se il Kalkberg 2022 stupisce per la sua complessità.

Cantina di Caldaro

Si tratta di una cooperativa vinicola che conta settecento famiglie impegnate nella cura di circa cinquecento ettari di vigneti. Nata sulle spoglie di quattro cantine sociali, quella di Caldaro produce vini che provengono dalla più antica zona DOC dell’Alto Adige e intorno allo specchio d’acqua. Pertanto, il prodotto che ne deriva è sempre di grande carattere, diretto e, soprattutto, vicino alla tradizione. Il Sauvignon DOC 2022 merita una menzione d’onore (complice l’ottima annata) soprattutto accompagnato dall’asparago bianco.

Cantina Pfitscher

Una realtà, quella della Cantina Pfitscher, che va avanti da sette generazioni. Una qualità che s’incontra nel bicchiere, frutto di studio, ricerca e coraggio, lo stesso che ebbe Klaus Pfitscher quando, quarant’anni fa, scelse di puntare sulla vinificazione di vitigni più ambiziosi.

Oggi è tempo di raccogliere i risultati. Prima di continuare un viaggio sulla Strada del Vino, bisogna assicurarsi di aver assaggiato il Pinot Nero Riserva Matan 2022. Dal naso complesso, presenta subito una nota aromatica di frutti rossi. È un vino che cambia di sorso in sorso. Ideale con la selvaggina.

Cantina Pfitscher
Cantina Pfitscher (Tiberio Sorvillo)

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Cosa mangiare sulla Strada del Vino in Alto Adige

Oltre a degustazioni e visite in cantina, l’Alto Adige è un paradiso per i buongustai. Il pane, innanzitutto: ce n’è di tantissimi tipi, ma il più conosciuto è lo schüttelbrot, letteralmente “pane per i poveri”. Non avendo a disposizione il sale, le famiglie meno abbienti impastavano il prodotto con farina di segale, semi di cumino e finocchio.

Dalla consistenza dura, è ottimo da accompagnare con formaggi locali. Al ristorante, il consiglio è invece di incominciare un pasto con un tagliere di salumi e formaggi, dove lo speck certamente non può mancare.

Buonissimi anche i canederli, in brodo o asciutti, mantecati con un po’ di burro, alcune volte, accompagnano il gulasch.

Altre specialità della gastronomia alto atesina sono gli spätzle, un formato di pasta agli spinaci simile agli gnocchi. Gustoso anche il risotto con gli asparagi bianchi o con i finferli. Una grande scoperta, invece, è la polenta accompagnata da una fetta di gorgonzola da sciogliere dentro il piatto. Crauti e wurstel un evergreen. Oltre al vino, da provare il sidro di mele e l’Hugo, cocktail amatissimo nato a Naturno, un paesino in provincia di Merano.

Non si può non concludere un pasto con un dolce tipico, dallo strudel di mele servito con un affogato di cui ogni ristorante dà la propria interpretazione: gelato alla vaniglia o al cioccolato. E, ancora, i krapfen con marmellata di albicocche e lo strauben, frittella dolce. E dopo lo spritz al rabarbaro, in questa sezione il consiglio è di provare la torta al rabarbaro.

Strauben STRADA DEL VINO
Strauben (iStock)

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Dove mangiare sulla Strada del Vino in Alto Adige

Apollonia – Nalles

Per rifocillarsi dopo una lunga passeggiata tra le meraviglie del piccolo comune, la scelta ricade su Apollonia, un’oasi di pace, dove gustarsi paesaggio e delizie locali. L’accoglienza è genuina, la combinazione di sapori incredibile. Dall’aperitivo a base di spritz al rabarbaro fino al goloso gulasch e, per finire, un krapfen, la famiglia Geiser sa come conquistare i palati di tutti.

Apollonia
Apollonia (Camilla de Meis)

Zur Rose – Appiano

Una stella Michelin e quattro menù tra cui scegliere, uno a stagione. Così, Herbert Hintner racconta la sua cucina ai commensali. Il rispetto per la tradizione, di cui coltiva i lasciti fin da bambino, e l’ambizione per un processo creativo che porta le materie prime della regione nel piatto in un modo inedito rendono il suo Zur Rose uno degli indirizzi più amati sulla Strada del Vino. I canederli, una rielaborazione della ricetta materna, sono una garanzia.

Alte Post – Termeno

Non c’è niente di meglio che un pranzo ad Alte Post, in pieno centro a Termeno. Durante la bella stagione, mangiare sotto al dehors è una vera goduria. Il locale, elegante, ma accogliente è un invito a rilassarsi. I piatti sono studiati con cura, la combinazione degli ingredienti, qui, funziona sempre. Il consiglio è di accompagnare al pasto un Gewürztraminer.

Dove dormire sulla Strada del Vino in Alto Adige

Hotel Rosenbaum – Nalles

Il luogo ideale per una fuga romantica. Qui, arte, bei paesaggi e un’ospitalità tipicamente altoatesina si mescolano in un boutique hotel che fa sentire a casa. Non a caso, la struttura è a conduzione familiare. L’arredamento è moderno con un gusto per il design unico, dall’esterno all’interno, l’Hotel Rosenbaum è un indirizzo dove poter staccare la spina.

Hotel Rosenbaum
(Hotel Rosenbaum)

Stroblhof – Appiano

Hotel, ristorante e azienda vinicola, lo Stroblhof è immerso in una cornice paradisiaca, un orto di erbe aromatiche e piante officinali che, dal terreno, migrano nelle cucine di questo splendido albergo per essere servite nei piatti più fantasiosi. Ma anche una distesa di vigneti, dove poter passeggiare o andare in bicicletta. Il non plus ultra della struttura è l’area benessere che comprende anche una biopiscina e una spa. Tradizione e lusso si fondono allo Stroblhof che diventa così una parte integrante del viaggio.

Ansitz Romani – Termeno

Questa splendida tenuta risale al XIV secolo e quando si attraversa, sembra di fare un passo indietro nel tempo. I pavimenti in legno e i mobili antichi conferiscono a ogni stanza raffinatezza ed eleganza. Le sistemazioni di Ansitz Romani sono spaziose e dal design curato così come il ristorante che, nella bella stagione, apre il proprio dehors, dove si può godere di una vista sul paesaggio sconfinato.

Camera d'albergo STRADA DEL VINO
Camera d’albergo (Ansitz Romani)

Quando andare sulla Strada del Vino in Alto Adige

Il periodo migliore per esplorare la Strada del Vino è la primavera, quando le giornate sono soleggiate e il vento risulta piacevole. In questo periodo e in autunno si concentrano la maggior parte degli eventi sulla Strada del Vino.

Se è vero che in Alto Adige il sole splende trecento giorni all’anno, è anche vero che gli inverni sono rigidi e le estati afose, a meno che non si scelga un itinerario all’insegna di bagni sul Lago di Caldaro ed escursioni tra i boschi, dove gli schizzi delle cascate e l’ombra degli alberi rigogliosi sono sempre un ottimo rimedio al caldo.

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Come arrivare sulla Strada del Vino in Alto Adige

Il modo migliore per raggiungere la Strada del Vino in Alto Adige è in treno. Si può fare tappa a Bolzano e da lì, valutare il proprio itinerario, tenendo conto dell’esistenza dell’Alto Adige Guest Pass, grazie al quale i visitatori potranno spostarsi sui mezzi pubblici e raggiungere qualsiasi destinazione per tutta la durata del loro soggiorno. Sono moltissime le strutture ricettive che lo forniscono ai propri ospiti.

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Per maggiori informazioni: suedtiroler-weinstrasse.it

 

(Testi a cura di Camilla de Meis – maggio 2025) 

 

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