Passa dal BSMT e troverai un’istituzione: ascesa e successo di uno dei migliori podcast italiani
Il bello dei sogni è che certe volte si realizzano sul serio. Al di là della posizione di partenza e delle difficoltà che si incontrano. A prescindere da quanto possano essere ambiziosi e — apparentemente — irraggiungibili. Quando la determinazione e il sentimento si incontrano con la visione e l’esperienza giusta per dare forma a… Leggi di più »Passa dal BSMT e troverai un’istituzione: ascesa e successo di uno dei migliori podcast italiani The post Passa dal BSMT e troverai un’istituzione: ascesa e successo di uno dei migliori podcast italiani appeared first on Hall of Series.

Il bello dei sogni è che certe volte si realizzano sul serio. Al di là della posizione di partenza e delle difficoltà che si incontrano. A prescindere da quanto possano essere ambiziosi e — apparentemente — irraggiungibili. Quando la determinazione e il sentimento si incontrano con la visione e l’esperienza giusta per dare forma a un impulso che ognuno di noi culla dentro di sé, tutto diventa possibile. E a quel punto sì… succede davvero. Succede davvero, e l’unico confine è la soglia massima della propria immaginazione. Potrebbe suonare retorico alle orecchie di qualcuno, ma in fondo è veramente così nel momento in cui ci si imbatte in storie concrete. Lo si capisce sul serio solo quando ci si ritrova con un podcast che rappresenta ormai un’istituzione assoluta del genere in Italia: Passa dal BSMT.
Una creatura di Gianluca Gazzoli, conduttore radiofonico di lungo corso e coltivatore di sogni a occhi aperti. Un progetto che incarna la sua identità, il punto d’arrivo e, insieme, un nuovo punto di partenza di un percorso di vita non sempre semplice, ma ricco di traguardi suggestivi. Esperienze e traguardi che l’hanno portato a sviluppare un podcast di grandissimo successo.
Da anni è tra i più seguiti in Italia, e nel corso dei suoi tre anni di vita ha accolto chiunque con un filo conduttore fondamentale: cercare “storie di grande ispirazione e punti di vista interessanti”, come si legge nella descrizione di Passa dal BSMT su Spotify.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: nel 2023 ha vinto il premio come migliore podcast ai Best Movies Awards. Nel luglio 2024, agli Italian Podcast Awards, è arrivato il premio come migliore podcast della categoria Talk. Nell’ottobre successivo riceve il Pegaso della Regione Toscana. Sempre nel 2024, ai Top Creator Awards, riceve dalla rivista Forbes un altro prestigioso riconoscimento per il miglior podcast. Insomma, Gazzoli ha creato uno spazio che oggi è un riferimento assoluto per i fruitori di podcast, anche se fino a pochi anni sarebbe stato impensabile. Pochi avevano creduto in lui nel corso della prima parte della sua carriera, passata soprattutto in radio.
Lui, però, è un sognatore che non conosce limiti, un underdog che dalle esperienze nelle radio locali era arrivato su Radio 2 per poi sbarcare su Radio Deejay, dove oggi conduce la trasmissione Gazzology. Tappe importanti per una carriera in divenire, e formative al punto da avergli permesso di dar vita a un successo editoriale che rappresenta un’ancora di speranza per chiunque voglia arrivare in alto alle proprie condizioni. E per chi ritiene, oltretutto, che si possa raccontare qualcosa di importante senza ricorrere a stucchevoli sensazionalismi e toni urlati.
Non è un caso, allora, che Passa dal BSMT sia un prodotto nato dalla visione di Gazzoli e sviluppato con un sostanziale all-in dello stesso, convinto della propria idea al punto da scommettere tutto in un momento in cui i podcast non avevano ancora la rilevanza mediatica che hanno oggi. Il suo progetto era stato rifiutato inizialmente da vari editori: anche per questo, ha finito per fare da sé.
Un ostacolo iniziale si è trasformato nella migliore delle opportunità. L’ha raccontato lo stesso Gazzoli nel corso di un’intervista rilasciata nei mesi scorsi a Fanpage.it: “È capitato diverse volte di confrontarmi con tante persone, tanti addetti ai lavori che dimostravano stima nei miei confronti. Gli avevo proposto questo modo di intervistare che non è urlato, non è pruriginoso ma che spesso porta qualcosa di inedito con persone che stanno sulla scena e hanno carriere molto spesso trentennali. Questa cosa non è mai stata capita da diverse realtà, però alla fine è a loro che dico grazie perché se mi avessero detto di sì non avrei potuto fare quello che avrei voluto io. Non avrei avuto la possibilità di essere autentico, di avere il controllo e lo sviluppo della distribuzione. Non avrei avuto la possibilità di dire no, che molto spesso fa la differenza”.
Anche dopo tre anni, Gazzoli si autoproduce, è indipendente e porta avanti autonomamente un progetto che ormai è un riferimento settimanale per milioni di persone. Ma cos’è, davvero, Passa dal BSMT? E perché sta avendo un successo tanto importante?
La risposta non è solo nei numeri, né nei nomi noti che si sono avvicendati nel basement. Una parte del successo va cercata anche nella sua forma: essenziale, riconoscibile, rassicurante. Una forma che, a volte, può sembrare fin troppo morbida — priva di frizione, priva di conflitto. Eppure, è proprio questa la sua forza più silenziosa: creare un luogo dove anche la vulnerabilità si sente al sicuro.
Passa dal BSMT: la casa, il nido, il confessionale

“Avevo in testa uno spazio che potesse essere un mio ufficio e parallelamente uno spazio dove poter fare delle lunghe chiacchierate. Volevo andare avanti per questa strada, investire tempo, risorse, fare lo step successivo. La prima volta che ho visto il basement, ho sentito un’energia giusta, sana. Mi son detto: il posto è questo”. Così Gazzoli parla in un’intervista a Rivista Undici della scelta del basement, il BSMT che è lo specchio ideale della sua visione editoriale. Uno spazio intimo e autentico che si cela nei meandri di Milano, nel quale chiunque entra trova una casa se non addirittura il nido creativo del suo autore. Uno spazio in cui Gazzoli ha raccolto nel tempo le sue passioni e le sue esperienze, i suoi sogni e la possibilità di trovare nello stesso un posto in cui confessarsi ed essere autentici, senza protagonismi di facciata né narrazioni artificiose e sterili.
Ecco allora i valori fondamentali del podcast e ciò che esercita la maggiore influenza sugli utenti, come illustra Gazzoli nel corso della stessa intervista.
“L’autenticità, dettata un po’ da come è nato tutto questo. È un valore che lo percepisce sia chi arriva qua, sia chi ci ascolta. Quello che succede qui è una conversazione vera, come la farebbero due amici, sia nelle cose belle che vengono raccontate, sia nelle cose un po’ più profonde”. Rimarca poi un concetto a cui tiene particolarmente: “Non mi piace la ricerca pruriginosa, nel voler cercare di tirare fuori qualcosa a tutti i costi, anche se poi spesso escono notizie, scoop, cose che non erano mai emerse. Questa ricerca di credibilità, di mantenere un focus che sia sempre lo stesso, secondo me fa la differenza. Mi dà sempre da pensare che la gente, anziché guardare un film con un budget da milioni di dollari, preferisce guardare noi, seduti in uno scantinato, davanti a tre telecamere e due microfoni”.
Già, tre telecamere e due microfoni.
Passa dal BSMT è un format essenziale, esteticamente curato ma non ridondante, visivamente impattante nella sua vocazione all’intimità. Le sue interviste da un’ora circa — oltre 350 al momento in cui scriviamo — si caratterizzano per la ricerca costante di un ponte empatico tra Gazzoli e i suoi ospiti. L’host è presente ed emotivamente impattante, senza mai scivolare nel narcisismo autoriale. Gazzoli ascolta almeno quanto conduce, e non più scontato come un tempo. Le domande mirano alla ricerca di una storia che emerge da sé, sfuggendo alla morbosità che troppo spesso caratterizza i talk oggi. Questo è uno dei suoi principali meriti: come si evocava in precedenza, i toni sono tranquilli e traspare con costanza una certa positività nell’approccio.
Sono incontri non mirati al conflitto, ma alla condivisione. Una metodologia che ne ha un intervistatore abile a intervenire al momento giusto con un taglio nel quale traspare la sua lunga esperienza radiofonica. Il contenuto che emerge si dimostra generalista nel senso più nobile del termine: così come non ci sono limiti a proposito degli ospiti raggiungibili – perché no, addirittura il Presidente della Repubblica o il Papa – non ci sono per i target da intercettare.
Passa dal BSMT mira a coinvolgere tutti alle proprie condizioni: con autonomia e con una visione chiara. Con autenticità ed empatia, dando valore ai sogni e senza mai dimenticare da dove si è partiti.
Solo così può succedere davvero tutto quello che succede da anni all’interno del podcast, capace di ospitare nel tempo i personaggi provenienti da ogni angolo della cultura pop, sportiva o istituzionale. Da Valentino Rossi a Cesare Cremonini, passando per Roberto Saviano e Paolo Bonolis, Edoardo Bove e Iginio Massari, Bebe Vio o persino Maicol Pirozzi – sì, proprio lui – Passa dal BSMT è uno spazio per le storie più diverse, provenienti da ogni mondo. Una voce autorevole e più istituzionale ma non per questo distaccata, in un mondo nel quale il genere sta trovando declinazioni molteplici: si è parlato di recente, per esempio, di Non hanno un amico e di Tintoria, dove peraltro Gazzoli è stato ospite.
Insomma, è uno di quei podcast che meritano decisamente un’opportunità. La stessa che milioni di ascoltatori gli hanno accordato nel tempo, portandolo a essere una delle massime icone del genere. Gazzoli, appassionatissimo di sport e in particolare di basket, ha così realizzato i suoi sogni ed è arrivato esattamente dove voleva essere, dopo aver affrontato problemi importanti e la diffidenza di chi non vedeva in lui un uomo capace di centrare certi obiettivi.
E a chi vorrebbe scrivere la propria storia dice, nel corso della già citata intervista a Fanpage.it: “Gli direi di guardare a quegli esempi e valori che non si basano sulla velocità del raggiungimento del successo, che non si basa sui numeri come si fa oggi, ma di vivere tutti quegli sbattimenti che si stanno facendo, tutte quelle infinite possibilità di non farcela, come un’occasione per essere più grandi dopo e avere delle fondamenta per avere qualcosa da dire quando si tratterà di restare e di non essere una meteora”. Quando si lavora così, può succedere davvero. E a quel punto, non sono più solo parole.
Antonio Casu
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