Carlsberg City, tutta un’altra Copenhagen
La prossima volta che andate a Copenhagen, scordatevi Nyhavn, i Giardini di Tivoli e Christiania e puntate verso questo quartiere ricco di storia e innovazione.

La prossima volta che andate a Copenhagen, scordatevi Nyhavn, i Giardini di Tivoli e Christiania, pieni zeppi di turisti alle prime armi, che per sapere dove andare si affidano a TikTok e ai primi risultati di ricerca che Google propone. Dirigetevi, invece, in uno dei quartieri più storici e interessanti della città: Carlsberg. Questo quartiere, decisamente con meno turisti e molto più autentico, nato dalla trasformazione di un’ex enclave industriale, quella del villaggio operario della birra Carlsberg, appunto, riflette l’immagine di questa Capitale moderna, con grandi ambizioni in termini urbanistici e ambientali.
Tra vecchie fabbriche di fine Ottocento, ex alloggi operai ed edifici industriali riqualificati e trasformati dallo studio danese BRIQ in uffici, appartamenti, attività commerciali, ma anche in boutique e showroom che ospitano il meglio del design danese, i giovani studenti si mescolano alle famigliole che spingono i passeggini e girano in bicicletta con cui qui si va ovunque.
Peter Buhr, direttore co-creativo di BRIQ, lo studio di architettura e design che dal 2017 lavora al progetto di Carlsberg City allo scopo di trasformare l’area industriale in un quartiere residenziale dinamico, ci ha spiegato che, nella riqualificazione dell’area, stato tenuto “tenuto conto di tre pilastri fondamentali che fanno parte della nostra filosofia: quello ricreativo, con la creazione di parchi e zone verdi, quello culturale, con la nascita di cinema, scuole e musei e, terzo, quello commerciale, con tutte le attività utili a residenti e visitatori.
Questi tre fattori” ha spiegato Buhr “devono essere sempre bilanciati, per non creare una ‘scatola vuota’ bensì un quartiere che avesse un’anima. Il risultato è stato così soddisfacente che anche io mi sono trasferito a vivere a Carlsberg, ho spostato qui il mio studio e anche mia moglie ha il proprio showroom in questo quartiere”.
Cosa vedere a Carlsberg
L’ex sito industriale sta rinascendo come quartiere vivace, dove tradizione e innovazione coesistono e dove non manca nulla, tanto da essere chiamato Carlsberg City, una vera città nella città. Una trasformazione esemplare, che gli è valsa persino un prestigioso riconoscimento architettonico nel 2009 come World’s Best Master Plan.
Qui, nel 1847, Jacob Christian Jacobsen creò la Carlsberg che, con il suo successo internazionale, ha segnato la storia di tutta la Danimarca. La birra venne prodotta in questo luogo fino al 2008, per poi essere trasferita nello Jutland. Oggi, si può ancora vistare la House of Carlsberg, con visite guidate – compresa nella Copenhagen Card – che raccontano la storia di una famiglia che ha dato molto al Paese e l’evoluzione del brand. Il tour si conclude sempre con una degustazione di birra. Ma anche senza visita si può bere una birra al bar interno alla fabbrica o prendere un aperitivo tutti i venerdì sera durante l’estate, visitare le stalle e i calessi che ancora oggi portano i turisti in giro per il quartiere e fare incetta di bottiglie di birra e di gadget nel grande shop interno alla fabbrica. La House of Carlsberg è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18.

Molti degli edifici che un tempo facevano parte dell’indotto della produzione della birra, come i laboratori dei chimici o quelli dei ceramisti che realizzavano i boccali, oggi sono stati riconvertiti in appartamenti e uffici. A questi, si sono aggiunti palazzi progettati da archistar, uno più bello dell’altro, tra cui i primi due edifici in stile brutalista di tutta la Danimarca. “Ci siamo ispirati un po’ all’Italia nella ricostruzione del quartiere”, ha spiegato Buhr “in particolare a San Gimignano. Infatti, solo qui a Carlsberg ci è stato consentito di realizzare degli edifici più alti del resto di Copenhagen e oggi ci sono sette torri, tra cui la più alta della città che misura 120 metri d’altezza”.
Il quartiere, che ha mantenuto il look and feel dell’epoca, con strade e piazze di mattoncini di pietra locale, si gira benissimo a piedi (sotto il quartiere sono stati ricavati tutti i parcheggi) o in bicicletta: nella riqualificazione dell’area sono state incluse, ovviamente, piste ciclabili ovunque, 25 tra parchi e giardini (il più grande un tempo era il giardino privato dei Jacobsen). Iconica di Carlsberg è la Torre dell’elefante, l’ex cancello d’ingresso della fabbrica sostenuto da quattro pachidermi di granito a grandezza naturale a simboleggiare il potere del marchio della birra. Sì, perché ai tempi Carlsberg era una cittadella il cui accesso era riservato ai soli addetti ai lavori. Oggi, è diventato il simbolo stesso del quartiere e immancabile soggetto di foto e selfie.
Dove dormire a Carlsberg
Si può dormire nell’Hotel Ottilia, che prende il nome della moglie del figlio del fondatore J.C. Jacobsen, Carl Jacobsen, e che un tempo era l’edificio dove venivano conservate i giganteschi barili di birra, riconoscibile dalle inconfondibili finestre rotonde. All’hotel sono collegate anche le terme Aire Ancient Baths che hanno vinto il premio come migliore spa della Danimarca nel 2021. Sul rooftop dell’hotel, oltre a godersi una bellissima vista di Carlsberg e di Copenhagen, si può cenare al ristorante Tramonto che propone cucina italiana.

Dove mangiare a Carlsberg
Innovativo anche sulla scena culinaria, il quartiere di Carlsberg è una meta molto interessante dove andare per provare il meglio della gastronomia danese che, ricordiamo, eccelle a livello mondiale grazie ai tanti chef pluripremiati. Dal semplice smørrebrød, il tipico sandwich danese a base di ingredienti locali come il salmone o le uova su pane di segale che si può provare da Aamanns Genbo, un locale raccomandato dalla guida Michelin che impiega tra il 60 e il 90% di ingredienti organici, alla cucina vegana e gluten-free del ristorante Beyla.
Non mancano locali originali e molto easy come The Coffee Collective, molto più di una semplice caffetteria, ma un luogo dove rilassarsi e fermarsi anche a sfogliare la guida di Copenhagen prima di iniziare la dura giornata del turista, oppure la Københavns Bageri, dove il profumo del pane appena sfornato si sente a centinaia di metri di distanza e dove c’è sempre una lunga fila fin dalle prime ore del mattino o ancora il Gasoline Grill, un’hamburgheria dove servono cibo fino a tardi, fattore di cui tenere conto se si arriva a tarda sera visto che i ristoranti in Danimarca chiudono la cucina piuttosto presto o ancora SURT, dove mangiare la migliore pizza cotta al forno a legna fatta con la pasta madre.
Come arrivare a Carlsberg
La fermata della metropolitana più vicina a Carlsberg City è Enghave Square, raggiungibile con la linea rossa (M3). Dall’aeroporto internazionale di Lufthavn si prende la linea gialla (M2) e si cambia a Kongens Nytorv. Molto comodo è anche il treno che arriva alla fermata di Carlsberg e che è collegato molto bene con la stazione centrale di Copenhagen (fermata Köbenhavn H) dove si incrociano diverse line altre linee della metropolitana. Anche in questo caso, comodissima è la Copenhagen Card che consente di prendere tutti i pezzi pubblici, treni e battelli turistici inclusi).

Per concludere il tour della birra Carlsberg
Per chi si fosse appassionato alla storia della famiglia Jacobsen, fondatrice della Carlsberg, l’esperienza prosegue oltre questo quartiere. È importante ricordare, infatti, che il figlio Carl, appassionato di arte, era un grande collezionista e lasciò alla città di Copenhagen tutta la sua collezione di opere d’arte, raccolta in uno dei musei più belli della città, la Glyptoteket, aperta nel 1897 non lontano dal Giardini di Tivoli. La collezione comprende oltre 10mila pezzi tra opere di artisti internazionali (40 dei dipinti sono di Gauguin), sculture (35 delle quali di Rodin e la serie competa di quelle bronzee di Degas) e reperti archeologici dell’antico Egitto, greci, etruschi e romani, che racchiudono ben 6.000 anni di storia. Merita una visita non soltanto per le opere esposte, ma anche perché l’edificio ospita un meraviglioso giardino d’inverno con piante, panchine dove sedersi e rilassarsi anche nelle giornate di pioggia e un delizioso bistrot. È inclusa nella Copenhagen Card ed è la giusta conclusione di un tour della birra Carlsberg.