Nioh 3 Alpha Demo Provato: si torna a caccia di Yokai con Team Ninja
Nioh 3 è uno dei titoli che si è maggiormente distinto durante l’ultimo State of Play di Sony PlayStation. Annunciato un po’ come un fulmine a ciel sereno, il terzo capitolo di quella che è diventata una vera e propria saga, arriva a distanza di ben sei anni dal suo predecessore, che ha vissuto di […] L'articolo Nioh 3 Alpha Demo Provato: si torna a caccia di Yokai con Team Ninja proviene da Vgmag.it.


Nioh 3 è uno dei titoli che si è maggiormente distinto durante l’ultimo State of Play di Sony PlayStation. Annunciato un po’ come un fulmine a ciel sereno, il terzo capitolo di quella che è diventata una vera e propria saga, arriva a distanza di ben sei anni dal suo predecessore, che ha vissuto di fortune alterne. Nel mezzo, sono passati altri titoli dall’apprezzamento intermittente: Wu Long Fallen Dynasty e il più recente, Rise of The Ronin, che hanno mostrato la voglia del team, non sempre messa perfettamente in mostra, di provare a osare, uscire dalla propria comfort zone e sperimentare.
Nioh 3, in arrivo all’inizio del 2026, si presenta come la summa cum laude del lavoro di cui sopra. Il titolo, in modo evidente, recuperare buona parte delle dinamiche dei titoli sopracitati, le mescola e le rende migliori, o almeno così sembrerebbe. Di primi acchito potrebbe sembrare un Malus, ma non è per forza di cose così. Queste prime ore in compagnia di Nioh 3 hanno evidenziato tantissimi punti in comune con i lavori precedenti del team di sviluppo ma, allo stesso tempo, hanno saputo restituire un feeling generale diverso, ben più appagante e stimolante.
Se anche voi, come me, non vedete l’ora di poter mettere le mani sul gioco completo, vi invito a proseguire con la lettura dell’articolo e a provare direttamente la Demo Alpha su PlayStation 5, disponibile per un periodo limitato. La porzione di gioco testabile rimarrà sugli store fino al prossimo 16 giugno, quindi, affrettatevi!
Nioh 3: un paradiso ludico in un inferno sconfinato
Sebbene ci siano pochi elementi su cui lavorare per quanto concerne l’immaginario narrativo del gioco che, come da tradizione, mischia elementi storici al folklore giapponese, è evidente che siamo ancora di fronte a un’ambientazione che fa della guerra e del sangue la propria linea guida. Tra truppe nemiche in guerra tra loro, fiumi di sangue e lame incandescenti che risuonano con uno stridio quasi doloroso, nel silenzio di lande coloratissime e spettrali allo stesso momento, il protagonista muove i suoi passi, guidati da un Nekomata ancora una volta in versione Caronte.
Nioh 3, così come i suoi predecessori, mette chiaramente il gameplay e l’azione davanti a tutto, ponendosi l’obiettivo di migliorare, ampliare e perfezionare una formula ludica che di per sé funzionava alla grande, ma che ha iniziato a mostrare il fianco a una ripetitività di fondo eccessiva, quasi frustrante. Questa, del resto, è una delle ragioni per cui lo stesso sequel diretto del primo Nioh, Nioh 2, venuto prima delle altre IP, ha provato a distaccarsi, senza creare strappi vistosi, dal suo predecessore, introducendo all’interno della serie diverse novità strutturali, anche importanti e impattanti, ma non sempre dalla riuscita fortunata.
Nioh 3 sembra voler fare esattamente la stessa cosa, ma ovviamente ha un ventaglio di possibilità decisamente maggiore. Il terzo capitolo della serie attinge a piene mani a tutti gli altri lavori della software house nipponica, e lo si capisce sin da subito. Il risultato finale, è sicuramente positivo, ma in certi momenti ho fatto un po’ di fatica a sentirmi “in un posto nuovo”, un dettaglio da non sottovalutare, specialmente se ti chiami TeamNinja. Ad ogni modo, il computo generale è sicuramente positivo, anche perché il passaggio al modello open world sembra riuscire a restituire al giocatore una sensazione di immersione diversa, più autentica e naturale.
Un mondo da esplorare…ma pieno da insidie
Il mondo di gioco di Nioh 3, come avrete già capito, sembra essere veramente gigantesco. Il team di sviluppo ha puntato parecchio sul fattore esplorazione, è evidente, e non fa niente per nasconderlo. Già dall’alphe demo, quindi proprio dall’inizio del gioco, viene ripetutamente posto l’accento sulla possibilità di esplorare un vasto mondo aperto e, soprattutto, sui vantaggi dettati dall’esplorazione e sulla golosità del giocatore di lasciarsi trasportare dalla curiosità e dalla sana volontà di mettersi continuamente alla prova.
La struttura di Nioh 3, da questo pinto di vista, si rifà parecchio a quella di Rise of the Ronin. Ogni angolo del mondo di gioco sembra essere discretamente ricco di segreti, nemici imponenti da sconfiggere e sfide sempre nuove da affrontare, come basi nemiche, boss opzionali, luogotenenti da affrontare e via dicendo. Ovviamente, il completamento di questi incarichi impatta direttamente sul livello di esplorazione, un fattore apparentemente di primaria importanza e che può cambiare radicalmente l’esperienza di gioco. Aumentando il livello di esplorazione si possono ottenere grandi vantaggi, che vanno dall’aumento delle statistiche di base fino all’unlock di ricompense uniche, senza dimenticare il fatto che con un livello più alto si ha accesso completo alla mappa della zona interessata, con tutti i luoghi d’interesse che diventano, così, ben visibili.
Esplorare, però, è subordinato al raggiungere un ottimo livello anche di combattimento. Il mondo di gioco è infatti ricco di pericoli, di nemici da affrontare e boss opzionali, alcuni dei quali veramente dotati di una forza devastante. A essere onesti, ho trovato alcune sezioni forse eccessivamente toste ma anche a volte forse troppo facili (come la prima boss fight) il che evidenzia un bilanciamento generale tutto da vedere. Esplorare, però, non vuol dire soltanto combattere. La mappa, infatti, è ricca anche di Kodama da riportare ai santuari e spiriti benevoli da conoscere e aiutare, e tutte queste attività sembrano avere un ruolo chiaro nel rendere l’esperienza di gioco sempre più ricca e appagante.
Due stili is meglio che one!
Una delle novità più interessanti sul piano del sistema di combattimento in sé è senza dubbio l’introduzione degli Stili di combattimento. Via le impugnature, dunque, via le “build” nel senso più stretto della parola, in favore di una doppia e diversa iterazione “circoscritta” ma non per questa meno aperte a personalizzazioni di ogni tipo. L’avatar, personalizzabile completamente dal giocatore (anche se in questa fase è possibile scegliere solo il sesso e poco altro), può sfruttare lo stile Ninja e lo stile Samurai, switchabili in qualunque momento tramite la pressione del tasto R2.
Lo stile samurai da “compatibilità” con armi come le katane, le odachi e gli spadoni grandi, mentre lo stile ninja è riservato agli strumenti più agili e letali. Con lo stile Samurai il personaggio è sensibilmente più pesante ma può incassare più colpi e utilizzare un certo numero di mosse, mentre con lo stile Ninja si predilige un approccio decisamente più conservativo, basato sul nascondersi e l’attaccare nel momento ideale, aspettando e sfruttando le ombre. Kusarigama, doppie lame e così via sono le armi preferite da questo stile di combattimento, che però può fare affidamento sui Ninjutsu, sempre e comunque molto importanti e potenzialmente letali.
Se lo stile Ninja permette di padroneggiare i Ninjutsu, lo stile samurai consente, invece, di padroneggiare le Arti. Caricando un’apposita barra, è possibile sferrare tecniche formidabili, capaci di sfruttare la potenza elementale (e non solo) per arrecare ingenti danni e Malus ai nemici. È un sistema che funziona molto bene, a dire il vero, e seppur non c’è nulla di veramente nuovo e innovativo, riesce comunque a dare un senso di padronanza e di libertà praticamente totale.
Ovviamente, è possibile sbloccare nuove arti e nuovi Ninjutsu utilizzando i vari strumenti appositi o completando determinati incarichi, che stavolta sono uniti e non raggruppati in sessioni. Per intenderci, i vecchi Nioh avevano missioni principali e secondarie separate, mentre ora, grazie al passaggio all’open world, le missioni principali e secondarie possono essere affrontate praticamente insieme, ovviamente seguendo la bussola che indica i luoghi di interesse, senza soluzione di continuità.
Questo primo contatto in compagnia di Nioh 3 è decisamente positivo. Sebbene nutro più di qualche dubbio sul comparto tecnico della produzione, decisamente superato anche per gli standard della serie, il nuovo capitolo del franchiste sembra avere un potenziale ludico enorme. Il nuovo sistema open world sembra avere molto da dire, seppur senza vette creative clamorose, e il sistema di combattimento, grazie allo switch istantaneo e alla profondità dei due stili di combattimento, sembra poter dare nuova linfa all’ecosistema di gioco. È presto ancora per parlare e sicuramente avremo ancora modo di provare il gioco prima delle sue release definitiva, ma posso dirvi che il 2026 si sta facendo sempre più interessante e Nioh 3 può essere una delle sorprese del prossimo anno.
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