The Last of Us 2: una seconda stagione imperfetta lascia divisi i fan | RECENSIONE

La seconda stagione di The Last of Us ha suscitato entusiasmi e delusioni, perplessità e dubbi. La serie di TLOU è ancora il miglior adattamento videoludico di questi anni? Ecco la nostra recensione The Last of Us: la parte 2 Il secondo videogioco della saga di The Last of Us, oggi chiamato Pt. 2 – […] L'articolo The Last of Us 2: una seconda stagione imperfetta lascia divisi i fan | RECENSIONE proviene da LaScimmiaPensa.com.

May 26, 2025 - 23:40
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The Last of Us 2: una seconda stagione imperfetta lascia divisi i fan | RECENSIONE

La seconda stagione di The Last of Us ha suscitato entusiasmi e delusioni, perplessità e dubbi. La serie di TLOU è ancora il miglior adattamento videoludico di questi anni? Ecco la nostra recensione

The Last of Us: la parte 2

Il secondo videogioco della saga di The Last of Us, oggi chiamato Pt. 2 – laddove la Pt. 1 corrisponde agli eventi che abbiamo visto nella prima stagione della serie televisiva – è ricca, lunga e complessa. Stratificata, con vari punti di vista e prospettive che si incrociano, uno scenario intricato con varie forze in campo e spunti su umanità e viltà condotti da violenze e traumi.

C’è tanto da dire e da raccontare, ma ci sono solo sette episodi per la seconda stagione della serie. Molto, molto meno rispetto alle tante ore di gioco, anche volendosi concentrare – come è stato fatto – solo su Ellie per questa stagione, e lasciando la terza da dedicare a Abby in linea con la logica dell’alternanza e dello shifting di personaggio principale adottata nel gioco.

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TLOU: una serie horror?

Il poco spazio narrativo disponibile ha comportato, chiaramente, il taglio di moltissimi contenuti e l’appiattimento di tante sfumature e di tanti dettagli che, nel videogioco, contribuiscono all’inspessimento di una tensione sempre crescente e di un senso di angoscia amplificato dal setting horror.

Setting che, come non hanno mancato di notare molti fan scontenti, in questa stagione 2 della serie è pressoché assente. E questo è forse il maggior difetto di questi nuovi episodi: ci si dimentica che siamo in un mondo post-apocalittico, vediamo davvero pochissimi infetti – un Bloater e qualche Stalker, e a parte le rovine e le strade abbandonate di orrifico c’è poco altro.

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TLOU: un teen romance drama?

Gran parte dell’attenzione è dedicata alla coppia formata da Ellie e Dina, e va bene perché la loro relazione avrà un ruolo importante nello sviluppo della storia. Ciò nonostante, difficile non avere l’impressione in certi momenti di guardare qualcosa come “Ellie e Dina vanno in campeggio”, senza contare la differente caratterizzazione del personaggio di Isabela Merced.

Se alcuni momenti chiave, come quello in cui Ellie suona per Dina, sono stati mantenuti, altri sono stati decisamente modificati e l’idea è quella che la serie voglia spingere molto sulla componente teen drama e sulla relazione tra le due per attirare un pubblico più giovane e più “Netflix”, per così dire. Ma è difficile capire se era davvero necessario farlo in questo modo.

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TLOU: una serie di guerra distopica?

Nel frattempo, ovviamente, abbiamo gli scontri tra il WLF e i Serafiti, che ci vengono raccontati solo in parte e mai approfondendo veramente la storia di nessuno dei due fronti. A tratti quindi questo scenario di guerra viene approfondito, a tratti rimane sullo sfondo, e non si riesce a capire mai veramente se o quanto interessa i nostri protagonisti.

Certo, si tratta di un’altra importante caratterizzazione dei disperati tempi post-apocalittici, tempi di crudeltà e soprusi, laddove il vero focus dell’intero franchise riguarda proprio la sopravvivenza dei pochi scampati al Cordyceps e i perenni scontri in cui tutti costoro si perdono seguendo, come Joel o come Ellie, gli impulsi della propria corrotta umanità.

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Neil Druckmann salva tutti

Ma è sufficiente? I contenuti ci sono ma non sono elaborati in modo da trasmettere un messaggio univoco, perdendosi spesso in distrazioni e derive poco necessarie che vanno a sostituire i molti momenti di gameplay impossibili da ricreare. Tuttavia, è proprio quando l’autore principale del videogioco – Neil Druckmann – interviene che la nave appare finalmente trovare la rotta.

Gli ultimi due episodi su sette sono infatti scritti anche da lui – il sesto diretto – e improvvisamente sembra di ritrovare la familiarità con il videogame che un po’ mancava negli altri. O è solo un’impressione? Parte dei fan sostiene a gran voce che l’intervento di Druckmann è stato necessario e decisivo per “salvare” la stagione, proprio sul finale.

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Una stagione “di mezzo”

Un altro elemento che funziona è chiaramente quello legato alle interpretazioni, in particolare quelle di Pedro Pascal – vogliamo dare almeno un Emmy a questo signore? – Isabela Merced, Jeffrey Wright e Kaitlyn Dever, una Abby molto più convincente di quanto Bella Ramsey lo sia nei panni di Ellie, in questa stagione almeno.

Ma l’impressione finale generale è che si poteva fare meglio, per non parlare di come chi non ha giocato al videogioco sia rimasto spiazzato e deluso dal finale con cliffhanger: “inconcludente”. Insomma, non ci troviamo di fronte a una stagione “perfetta” come nel 2023. E bisognerà aspettare almeno due anni per sapere come sarà la prossima.

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Riuscirà la popolarità del franchise a reggere la prova del tempo?

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