Disastri aerei: Boeing paga 1,1 miliardi ed evita il processo

Un miliardo e 100 milioni di dollari. È il prezzo che Boeing paga per aver evitato il processo penale – o meglio, annullato da un giudice federale – per le sciagure aeree dei due 737 Max, nel 2018 e 2019, costate la vita a 346 persone. È il frutto dell’accordo con il Dipartimento di Giustizia, che include un risarcimento di 444 milioni, destinati a un fondo da distribuire tra le famiglie delle vittime, una maximulta di 243 milioni da versare allo Stato e 455 milioni che il colosso americano reinvestirà in programmi interni di sicurezza e controllo qualità. Continue reading Disastri aerei: Boeing paga 1,1 miliardi ed evita il processo at L'Agenzia di Viaggi Magazine.

Jun 4, 2025 - 16:20
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Disastri aerei: Boeing paga 1,1 miliardi ed evita il processo
Disastri aerei: Boeing paga 1,1 miliardi ed evita il processo

Un miliardo e 100 milioni di dollari. È il prezzo che Boeing paga per aver evitato il processo penale – o meglio, annullato da un giudice federale – per le sciagure aeree dei due 737 Max, nel 2018 e 2019, costate la vita a 346 persone. È il frutto dell’accordo con il Dipartimento di Giustizia, che include un risarcimento di 444 milioni, destinati a un fondo da distribuire tra le famiglie delle vittime, una maximulta di 243 milioni da versare allo Stato e 455 milioni che il colosso americano reinvestirà in programmi interni di sicurezza e controllo qualità. In parole povere, una bella fetta della somma rientrerà nelle casse dell’azienda sotto forma di miglioramento operativo.

Ma, soprattutto, è l’esito che permette al colosso spaziale americano di conservare il suo status di appaltatore federale. Esce così di scena l’impianto accusatorio, incentrato sulle modifiche apportate dall’azienda agli aeromobili con l’obiettivo di contenere i costi: in base ai termini dell’intesa, infatti, Boeing non dovrà dichiararsi colpevole per le stragi, ma limitarsi ad ammettere di aver ostacolato le indagini. L’azienda avrà il compito di organizzare un incontro con i familiari delle vittime, affinché questi possano esprimere direttamente ai dirigenti l’impatto umano delle loro scelte aziendali.

Magra consolazione. Perché le reazioni raccolte dalla Bbc raccontano, ovviamente, l’insoddisfazione e la frustrazione di chi, a poche settimane dall’apertura del processo, chiedeva solo giustizia e ora vede tutto ridotto a un pugno di dollari. Di sicuro non sarà stato particolarmente apprezzato il “sobrio” commento del governo, affidato a un portavoce del Dipartimento di Giustizia: «Siamo fiduciosi che questa risoluzione sia il risultato più giusto e con benefici pratici».

Era stata la Reuters, qualche giorno fa, a far filtrare le indiscrezioni su un’intesa tra lo Stato e Boeing, che pure nel luglio 2024 aveva accettato di dichiararsi colpevole di “associazione a delinquere per frode” e di pagare una multa fino a 487,2 milioni di dollari. Poi la retromarcia, dopo che un giudice ha respinto un precedente accordo di patteggiamento a dicembre.

Dalle indagini era emerso che il 737 Max era stato costruito con un sistema di assistenza al pilotaggio risultato difettoso, con l’accusa di aggirare i controlli della Federal Aviation Administration. Boeing ha sempre smentito, ma alcuni dipendenti hanno ammesso in più occasioni pressioni da parte della dirigenza.

Boeing, peraltro, è sotto la lente d’ingrandimento della Federal Aviation Administration dal gennaio 2024, dopo il caso Alaska, incipit di un anno terribile. A inizio 2025 la musica è cambiata e di recente l’amministratore delegato, Robert “Kelly” Ortberg era presente in Qatar con il presidente Trump per annunciare la conclusione del più grande accordo per 210 aerei widebody con Qatar Airways.

La seduta è tolta.