Cesare Cremonini è una ‘certezza’ d’amore negli stadi, a San Siro, anche stavolta
Cesare Cremonini live Stadio San Siro 2025. Cesare canta da più di dieci anni che “New York è una scommessa d’amore“. Beh, se trasliamo il concetto a San Siro, agli stadi, quella di Cremonini non è una scommessa ma una vera e propria certezza d’amore da parte sua verso il pubblico e viceversa. I concerti […] L'articolo Cesare Cremonini è una ‘certezza’ d’amore negli stadi, a San Siro, anche stavolta proviene da All Music Italia.

Cesare Cremonini live Stadio San Siro 2025. Cesare canta da più di dieci anni che “New York è una scommessa d’amore“. Beh, se trasliamo il concetto a San Siro, agli stadi, quella di Cremonini non è una scommessa ma una vera e propria certezza d’amore da parte sua verso il pubblico e viceversa.
I concerti milanesi del suo nuovo tour, creato e iniziato quasi un anno dopo la pubblicazione di Alaska Baby, sono stati l’ennesima conferma di quanto non esistano artisti paragonabili al Cesarone nazionale, sia della sua generazione che in quelle successive.
Tutta la serata ruota attorno a due macro aree, Alaska Baby e le mega hit dell’intera carriera. Si parte da 50 Special e si conclude con le canzoni dell’ultimo lavoro discografico (inclusa Ora Che Non Ho Più Te) con, nel mezzo, tutte ma proprio tutte le note e le parole dei brani che tutta Italia conosce a memoria da vent’anni e anche più.
CESARE CREMONINI ANIMA gli stadi DAL 2018 con chiunque
La cosa che colpisce, guardandolo sul palco, è la sua instancabile forza e voglia di divertirsi e divertire. Non è casuale e non è solo scenico sentirgli dire, prima dell’ennesima super hit, “Milano, San Siro, abbracciami. Facciamo questo viaggio insieme“.
Un viaggio con più di 60mila persone, un sold out (l’ennesimo) che va ad unirsi a tutti gli altri che sono stati annunciati parecchi mesi fa e che fa il paio con tutti gli altri dei tour precedenti.
Dal 2018, negli stadi e non solo, Cremonini raccoglie migliaia su migliaia di persone e la fa sembrare una cosa parecchio facile, quando facile non è, punto di forza non da poco. La leggerezza di sapere di avere scritto pagine fondamentali della storia del pop e del cantautorato italiano dal 1999 a oggi che la gente vuole vivere e rivivere continuamente, senza sosta, ce l’hanno solo i giganti.
Vasco Rossi, Ultimo e Cesare Cremonini sono, forse, gli unici in grado di fare questa cosa, a cui ultimamente si è aggiunto anche Max Pezzali e si sta aggiungendo Marco Mengoni. Parliamo di solisti, perché altrimenti dovremmo citare anche i Pinguini Tattici Nucleari.
Se analizziamo i nomi è inevitabile pensare che il punto sia sempre quello: la gente in Italia vive di ricordi e quelli che questi artisti, nel caso specifico di oggi Cesare, garantiscono hanno un valore inestimabile per chiunque.
Fare un tour perennemente sold out negli stadi, per un’artista, significa avere la certezza che le tue canzoni le conoscano anche persone che non appartengono alla tua ‘bolla’, quelle molto distanti da te.
Un appassionato di rock o metal, per esempio, conosce di sicuro 50 Special, Vorrei, Poetica e molte altre canzoni di Cremonini. Magari non è un fan però le conosce, quindi se capita di andare a un suo concerto lo si fa senza problemi.
I millennial nati a fine anni 80 inizi anni 90 lo ricorderanno bene, quante volte è capitato di stare in macchina con i genitori, con i nonni, e cantare 50 Special tutti insieme quando passava in radio?
Queste cose non hanno prezzo e sapere di poterle rivivere con chi ha scritto quella canzone non ha prezzo.
alaska baby live è un viaggio di due ore e mezza
La serata è caratterizzata da due temi importanti. Il primo lo abbiamo già analizzato, la nostalgia, mentre l’altro è il tema del viaggio e lo si capisce non solo dalle parole dell’artista bensì anche dai maxischermi che trasmettono, durante tutta la durata del concerto, immagini realizzate in digitale e che trasportano il pubblico attraverso posti e stagioni diverse tra loro.
E’ quello che Cremonini ha vissuto e che, poi, ha messo nero su bianco nel suo ultimo album e che ha fatto ascoltare in buona parte anche a San Siro.
La mega hit resta quella, Ora Che Non Ho Più Te, ma c’è stato modo e tempo di ascoltare anche una parte remix di Nonostante Tutto, Aurore Boreali (con la voce e le immagini di Elisa trasmesse ma non dal vivo), la stessa title track con cui si apre lo spettacolo, San Luca con la presenza di Luca Carboni, Ragazze Facili e due perle cantautorali mai estratte come singoli ma dal valore inestimabile come Un’Alba Rosa e Acrobati.
E questo è un altro elemento importante dei grandi artisti, cioè riuscire a inserire dei brani mai pubblicati come singoli e, nonostante tutto, non far mai abbassare il ritmo o l’intensità a tutto lo show.
In mezzo a tutto questo, come sempre, tutte le più grandi canzoni dei suoi e nostri ultimi 25 anni di vita. Le ha fatte tutte, o quasi, perché mancavano Se Ci Sarai, Maggese, Hello, Dev’essere Così e altre due o tre robe ma era davvero impossibile mettere tutto nel calderone e restare dentro le tempistiche.
La scaletta è stata gestita molto bene, gli intervalli tra vecchio e nuovo sono stati studiati bene così come molto buona è stata la differenziazione tra le parti uptempo, acustiche, dance e melodiche.
La sorpresa di questo live è stata, senza dubbio, la parte coreografica che negli scorsi tour non c’era. Cesare ha sempre danzato a suo modo sul palco ma, questa volta, a fargli compagnia in due o tre momenti ci sono stati anche dei ballerini e, insieme a loro, ha creato dei momenti più coreografici.
Nulla di eclatante, intendiamoci, anche perché viene difficile anche pensare di chiudere in una gabbia di movimenti prestabiliti Cremonini come fosse uno dei Backstreet Boys, però è stata interessante questa piccola variazione sul tema.
Interessante anche la novità della fisarmonica, elemento sonoro nuovo rispetto a chitarra e pianoforte che ha imbracciato su Figlio di Un Re in un momento di relax al centro della serata.
Cambi d’abito, davvero tanti. Non si riesce a contarli tutti, sicuramente più di cinque diversi a cui si aggiunge il topless su Greygoose insieme a Ballo e l’abito da sera bianco su Nessuno Vuole Essere Robin.
Tutti elementi che hanno movimentato lo show, come sempre del resto durante i suoi live ormai da anni.
nota negativa sempre presente a san siro, l’acustica
C’è stato un elemento davvero disturbante in qualche momento, cosa che accade sempre e che ormai sembra lapalissiano sottolineare quando si tratta di concerti a San Siro ma dobbiamo farlo: l’audio.
Ogni settore di San Siro ti dona dei rimbalzi sonori, lo sapranno meglio di chi vi scrive i tecnici del suono specializzati, ma la cosa che non cambia mai è la sensazione di non avere mai la pulizia giusta, i volumi settati in modo corretto e problemi di ogni tipo.
Esempio pratico: Cremonini ha indossato per due volte, in due momenti diversi, l’archetto al posto del solito microfono da tenere tra le mani. In questi momenti ci sono stati problemi pesanti di acustica, probabilmente dettati da necessità di setting del tipo di microfono a bocca diverse dal normale, mentre nei momenti prevalentemente dance c’è stato un momento specifico in cui i bassi sono svaniti per una trentina di secondi.
A metà live, poi, l’audio generale si abbassava e si alzava all’improvviso ma questo può capitare, ci mancherebbe. Il problema tecnico è sempre dietro l’angolo.
In linea generale, però, il problema della location è impossibile da risolvere fin quando non si deciderà (forse) di mettere una copertura idonea sul tetto di San Siro in primis, oltre che gestire diversamente anche la posizione delle casse ma è probabile che meglio di così nessuno possa fare.
Ripetiamo, perché è importante, che il suono varia al variare del posto dove ci si siede quindi è ovvio che chi sta proprio di fronte al palco avrà una percezione diversa rispetto agli altri perché il suono arriva in modo diretto e senza rimbalzi strani.
Non è colpa di Cesare, non è colpa di nessun artista, però per correttezza bisogna sottolineare anche le piccole note negative di un concerto che è stato, per tutto il resto, meraviglioso come sempre.
Cesare Cremonini san siro 2025
Che tu sia figlio di un re o capo di Stato, che tu sia buono come il pane, brutto o maleducato poco importa, se vai a vedere un concerto di Cesare Cremonini non puoi non uscirne con un sorriso enorme.
E’ l’effetto che fa sapere di avere a che fare con la propria infanzia, con la propria adolescenza, con la propria vita e con i più bei ricordi.
Gli stadi, poi, sono la residenza fissa di questo ragazzone e il binomio ‘tour di Cremonini-ok prendi i miei soldi adesso’ è diventato un must a cui non si può resistere.
A questo punto, dopo quattro tour di questa portata, la certezza è che Cesare Cremonini non smetterà mai più di fare quello che fa: divertirsi con noi e per noi, per sempre.
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