The Cure, cosa si nasconde dietro “Mixes Of A Lost World”: la nuova raccolta di remix e il gesto che commuove

Una nuova vita per Songs Of A Lost World attraverso remix d’autore firmati da grandi nomi della scena elettronica e alternativa. Un progetto curato da Robert Smith con un’anima solidale

Jun 17, 2025 - 20:05
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The Cure, cosa si nasconde dietro “Mixes Of A Lost World”: la nuova raccolta di remix e il gesto che commuove

Il successo di Songs Of A Lost World che ha segnato il ritorno dei Cure nel 2024 non ha nessuna intenzione di spegnersi. I re del gothic rock rimangono saldi, nonostante la velocità dei tempi che percorriamo, confermandosi con trionfo nelle classifiche internazionali. Le atmosfere che emanano, la poesia che continuano a perpetuare con le sonorità oniriche che li contraddistinguono affascinano anche le nuove generazioni.

Robert Smith, anima gentile di mondi lontani e malinconici, insieme a Simon Gallup, Roger O’Donnell, Perry Bamonte, Jason Cooper e Reeves Gabrels  ha lanciato un progetto che sta facendo molto parlare di sé, un’iniziativa che mescola musica, antimilitarismo e solidarietà.

A 46 anni di distanza da Three Imaginary Boys del caro e prezioso post punk inglese, arriva Mixes Of A Lost World: una nuova raccolta di remix che sta affascinando non solo i fan della prima ora.

Quando la musica agisce

Il nuovo capitolo firmato The Cure non è una semplice operazione discografica. Si tratta di una visione artistica e collettiva, dove le canzoni dell’ultimo album vengono completamente riplasmate da alcune delle menti più innovative del panorama elettronico e alternativo. Lontano dall’essere un’appendice accessoria, Mixes Of A Lost World si pone come un’opera autonoma con un obiettivo chiaro: rivelare sfumature nascoste, malinconie distorte e beat inattesi.

The Cure raccolta remix
La nuova raccolta remix dei Cure c’è anche in cassetta – Ig@thecure -soundsblog

Eppure, c’è qualcosa di più profondo che scorre sotto la superficie del progetto. Non si tratta solo di una celebrazione del linguaggio dei Cure, ma di un gesto carico di umanità. La decisione di destinare interamente i proventi a War Child UK, l’organizzazione che assiste i bambini vittime della guerra, trasforma questa uscita in un atto di empatia e resistenza, in perfetto stile Robert Smith: romantico quanto schivo, ma politicamente lucido.

Dietro la nascita di Mixes Of A Lost World si cela una storia spontanea e inaspettata. Come ha raccontato lo stesso frontman, tutto è cominciato quasi per caso: dopo le festività natalizie, sono arrivati sulla sua scrivania alcuni remix non richiesti. La qualità di quelle reinterpretazioni è stata talmente sorprendente da accendere una miccia creativa. Così, brano dopo brano, ha preso forma un mosaico di suoni che ha coinvolto 24 artisti di diversa estrazione, uniti dalla volontà di esplorare l’universo dei Cure attraverso nuovi linguaggi.

A prestare la propria firma a queste riletture ci sono nomi di spicco della scena elettronica e alternativa mondiale: Four Tet, Orbital, Paul Oakenfold, Mura Masa, e poi ancora Chino Moreno dei Deftones, Mogwai, 65daysofstatic. La raccolta si presenta in due versioni: una standard e una deluxe, ognuna con formati dedicati — dal vinile al CD, fino all’insolita e affascinante versione in cassetta: un tuffo nel passato alle generazioni dell’era analogica, ma anche per far vivere un viaggio nel tempo ai giovani che di quell’era hanno solo le testimonianze da parte dei genitori.  L’edizione deluxe, in particolare, offre una panoramica completa delle collaborazioni, arricchita da un packaging curato nei dettagli, con poster pieghevoli e cofanetti da collezione, pensati per soddisfare anche i fan più esigenti.

Oltre al contenuto musicale, colpisce l’estetica visiva: l’artwork, curato da Andy Vella, storico collaboratore della band, rielabora la scultura Bagatelle dell’artista sloveno Janez Pirnat, già apparsa sulla copertina del precedente album. Una scelta coerente, che sottolinea la continuità e l’evoluzione dell’immaginario Cure. Ma il messaggio della voce del dark, va oltre. In un momento storico attraversato da conflitti e crisi umanitarie, la band restituisce alla musica la sua funzione più nobile: essere rifugio, denuncia e speranza.