Disastro Air India, ispezioni a tappeto sui B787
Dopo la sciagura del volo che ha causato la morte di oltre 270 persone, 241 dei quali a bordo, Air India ha avvertito i clienti che sono in corso – in via precauzionale –ispezioni sui 33 Boeing 787 Dreamliner della flotta in fase di rientro. Operazioni che potrebbero comportare “tempi di risposta a terra più lunghi e potenziali ritardi su alcune rotte a lungo raggio, in particolare quelle verso aeroporti in cui è in vigore il coprifuoco”. Continue reading Disastro Air India, ispezioni a tappeto sui B787 at L'Agenzia di Viaggi Magazine.


Dopo la sciagura del volo che ha causato la morte di oltre 270 persone, 241 dei quali a bordo, Air India ha avvertito i clienti che sono in corso – in via precauzionale –ispezioni sui 33 Boeing 787 Dreamliner della flotta in fase di rientro. Operazioni che potrebbero comportare “tempi di risposta a terra più lunghi e potenziali ritardi su alcune rotte a lungo raggio, in particolare quelle verso aeroporti in cui è in vigore il coprifuoco”.
L’ordine arriva direttamente dalla Direzione generale dell’aviazione civile (Dgca), l’ente regolatore dell’aviazione indiana.
Il governo ha inoltre istituito un comitato di alto livello, che ha tre mesi di tempo per indagare sulle cause dell’incidente sulla base dell’analisi delle due scatole nere recuperate.
Il disastro è avvenuto in un periodo di boom nel settore del trasporto aereo, con Air India e il suo principale concorrente, IndiGo, a guidare la crescita.
Air India è la seconda compagnia aerea più grande del Paese e a ottobre, ha effettuato una delle più grandi transazioni del settore con l’acquisizione del vettore Vistara. Il suo azionista di maggioranza, il conglomerato indiano Tata, possiede 191 aeromobili, tra cui 34 Boeing 787 Dreamliner.
Il primo ministro indiano Narendra Modi stima che l’India supererà i 500 milioni di viaggiatori entro il 2030. Il colosso indiano però sta affrontando uno dei periodi più incerti, per l’attuale crisi degli approvvigionamenti nel settore, aggravata dall’incertezza del commercio globale, dall’instabilità sulle rotte tra Europa e Asia e dalla potenziale sfiducia in seguito all’incidente.