Overtourism, le pistole ad acqua non bastano

Dalla Laguna alle Ramblas. Domenica scorsa Venezia a Barcellona in piazza per dire basta all’overtourism. Nel capoluogo catalano, in particolare, un film già visto, con pistole ad acqua e fumogeni davanti a hotel e negozi di lusso. In Spagna la manifestazione è stata organizzata dall’Assemblea de barris pel decreixement turístic (Assemblea dei quartieri per la decrescita del turismo). Secondo gli attivisti, il turismo è responsabile dell’aumento dei prezzi delle abitazioni, danneggia l’ambiente e allontana i residenti. Continue reading Overtourism, le pistole ad acqua non bastano at L'Agenzia di Viaggi Magazine.

Jun 17, 2025 - 19:20
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Overtourism, le pistole ad acqua non bastano
Overtourism, le pistole ad acqua non bastano

Dalla Laguna alle Ramblas. Domenica scorsa Venezia a Barcellona in piazza per dire basta all’overtourism. Nel capoluogo catalano, in particolare, un film già visto, con pistole ad acqua e fumogeni davanti a hotel e negozi di lusso.

In Spagna la manifestazione è stata organizzata dall’Assemblea de barris pel decreixement turístic (Assemblea dei quartieri per la decrescita del turismo). Secondo gli attivisti, il turismo è responsabile dell’aumento dei prezzi delle abitazioni, danneggia l’ambiente e allontana i residenti. Manifestazioni simili si sono svolte anche in altre città spagnole, tra cui Ibiza, Malaga, Palma di Maiorca, San Sebastián e Granada.

Nei mesi scorsi sono stati già annunciati diversi provvedimenti. Su tutti proprio quello di Barcellona, che dal 2029 dirà addio alle case vacanza.  

LO “STATEMENT” DEL WTTC

In una nota il Wttc, World travel and tourism council, alza le barricate: “Viaggi e turismo apportano significativi benefici economici, non solo alle grandi aziende di viaggio, ma anche alle imprese locali e alle piccole aziende che le riforniscono. Il settore crea occupazione e fatturato grazie ai visitatori nazionali e internazionali”. 

La difesa del  turismo prosegue: “Non dovrebbe essere ritenuto responsabile di problemi più ampi come la carenza di alloggi, che spesso hanno cause complesse e profonde che vanno oltre l’influenza del settore. Viaggi e turismo generano ingenti entrate fiscali. I governi devono collaborare con le comunità per garantire che questi fondi vengano reinvestiti per soddisfare esigenze locali come il miglioramento delle infrastrutture. Il Wttc sostiene viaggi e turismo responsabili che avvantaggino le persone e collabora con i governi per contribuire a realizzarli”.

UNEXPECTED ITALY: “SERVONO IDEE”

«Le vere cause del turismo di massa? La pigrizia e il guadagno facile». È il punto di vista espresso da Elisabetta Faggiana, founder e ceo di Unexpected Italy, startup italiana intenzionata a riscrivere le regole del viaggio, che si è già presentata all’Onu ed è citata dal britannico The Guardian.

«Non saranno le pistole ad acqua a fermare il turismo di massa: servono soluzioni concrete, sistemiche e quotidiane – prosegue Faggiana – Noi ad esempio lavoriamo per proporre delle alternative reali, per far sì che quei flussi di denaro ed esperienze vengano redistribuiti su tutto il territorio nazionale, tutelando le comunità locali ed offrendo esperienze più vere ai visitatori. Non è solo una sfida digitale, è una sfida culturale. Stiamo costruendo una mappa d’Italia parallela, fatta di artigiani, ristoratori, produttori e host che resistono ogni giorno alla logica dei grandi numeri».

La startup italiana, nata proprio per contrastare il turismo di massa, individua in una nota i veri responsabili dell’overtourism: “La pigrizia del viaggiatore che per carenza di tempo o di voglia copia e incolla itinerari da Instagram o si affida ciecamente a guide turistiche clichè. La comodità dei tour operator che vendono le solite destinazioni già sature, perché la valorizzazione del territorio non è di loro competenza. Il profitto facile di influencer di viaggio assetati di like e di residenti che svuotano i centri storici per guadagnare il triplo affittando a turisti mordi e fuggi su grosse piattaforme online”.

Unexpected Italy, insomma, propone un ribaltamento radicale del sistema: «Una tecnologia costruita non sulla viralità, ma sulla profondità – sostiene Savio Losito, co-fondatore di Unexpected Italy– Non ci interessa portare folle davanti a una bottega. Ci interessa portarci le persone giuste. Quelle che ascoltano, comprano, imparano, rispettano. Il nostro obiettivo? Che il viaggiatore arrivi da ospite e riparta da locale. Che non collezioni tappe, ma connessioni vere. Che non si limiti a “vedere l’Italia”, ma la attraversi con senso».

L’obiettivo è una “Lonely Planet” 3.0 geolocalizzata e targetizzata, nella quale il viaggiatore ha accesso ad itinerari digitali che permettono di personalizzare il viaggio entrando in contatto diretto con posti unici e locali.

A oggi, spiega  Unexpected Italy, si stima che “il 70% dei turisti si concentra sull’1% del territorio italiano, in base ai dati elaborati da Banca d’Italia e Istat. Tra le città catalizzatrici di questi ritrovi di massa Roma, Venezia, Firenze, Milano e Napoli.