Meteo estremo: rischio GRANDINE nei prossimi giorni, il TREND sembra segnato
Il riscaldamento globale sta riscrivendo le regole del meteo anche in ITALIA, e uno dei segnali più evidenti è l’aumento di frequenza e intensità delle grandinate. Un fenomeno che, da evento occasionale, sta diventando una minaccia stagionale sempre più concreta, soprattutto per le coltivazioni e gli insediamenti urbani del NORD e del CENTRO ITALIA. I […] Meteo estremo: rischio GRANDINE nei prossimi giorni, il TREND sembra segnato

Il riscaldamento globale sta riscrivendo le regole del meteo anche in ITALIA, e uno dei segnali più evidenti è l’aumento di frequenza e intensità delle grandinate. Un fenomeno che, da evento occasionale, sta diventando una minaccia stagionale sempre più concreta, soprattutto per le coltivazioni e gli insediamenti urbani del NORD e del CENTRO ITALIA.
I prossimi giorni, specie tra il 3 e il 5 giugno, potremmo un’ulteriore conferma di questo cambiamento, con temporali che potrebbe portare severe tempeste di grandine in diverse zone del Nord Italia.
La grandine è più frequente e più violenta
Le rilevazioni degli ultimi vent’anni indicano, infatti, un trend in crescita: i temporali grandinigeni sono sempre più numerosi, con episodi che colpiscono in modo improvviso, spesso accompagnati da chicchi di dimensioni anomale, superiori ai 3 o 4 centimetri. Secondo i dati pubblicati dalla European Geosciences Union, l’aumento dell’energia atmosferica disponibile nelle medie latitudini – dovuto al riscaldamento degli strati bassi dell’atmosfera – favorisce lo sviluppo di celle convettive sempre più potenti.
Nel contesto italiano, le aree maggiormente interessate risultano essere le pianure del Nord, in particolare tra LOMBARDIA, VENETO, EMILIA-ROMAGNA e PIEMONTE, ma negli ultimi anni non sono mancati episodi anche nel LAZIO e in TOSCANA, dove la grandine è diventata più frequente durante le transizioni stagionali.
Il ruolo dei cambiamenti climatici
Secondo l’analisi contenuta nei bollettini della World Meteorological Organization, il riscaldamento globale non provoca direttamente i temporali, ma ne amplifica le conseguenze. Più calore significa più vapore acqueo in atmosfera, quindi maggiore energia disponibile per lo sviluppo di nubi a grande sviluppo verticale. Se in quota circolano correnti fredde, il contrasto diventa esplosivo, generando precipitazioni intense e grandine in pochi minuti.
L’elemento più preoccupante non è solo l’aumento del numero di eventi, ma anche la concentrazione in aree circoscritte, che amplifica i danni. La scorsa estate, ad esempio, si sono verificati chicchi di oltre 10 centimetri di diametro in alcuni comuni tra BERGAMO e PADOVA, con danni ingenti a serre, vigneti e automobili.
Agricoltura sotto pressione: impatti concreti
La vulnerabilità più evidente è quella del settore agricolo. Viti, frutteti e colture di stagione sono le prime vittime della grandine, e sempre più aziende agricole sono costrette ad adottare sistemi di protezione passiva come reti antigrandine, con costi molto elevati. Le assicurazioni agricole, nel frattempo, registrano aumenti significativi delle richieste di risarcimento, a dimostrazione di come il rischio climatico sia ormai entrato a pieno titolo nella gestione ordinaria delle imprese del settore primario.
A complicare la situazione, c’è il fatto che le grandinate non seguono più uno schema stagionale definito: se prima erano concentrate tra fine ESTATE e inizio AUTUNNO, oggi possono manifestarsi anche a MAGGIO o GIUGNO, rendendo sempre più imprevedibili i calendari agricoli.
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