Vinicio Capossela: tutto sull’artista, la vita privata e le canzoni
Vinicio Capossela è uno di quegli artisti a tutto tondo, va guardato, va vissuto oltre che ascoltato

Vinicio Capossela è un artista totale, capace di unire musica, poesia e teatro in un percorso unico nel panorama italiano.
Parlare di Vinicio Capossela significa entrare in un universo fatto di suggestioni, di linguaggi diversi che si fondono e si trasformano in qualcosa di assolutamente personale. Senza ombra di dubbio, è uno dei cantautori più originali e visionari del nostro tempo, un autore che ha sempre scelto la strada meno battuta, quella più impervia, ma anche la più autentica.
Nato a Hannover nel 1965 da genitori italiani originari dell’Irpinia, ha trascorso la sua infanzia in Emilia-Romagna, una terra che gli ha trasmesso una certa attitudine teatrale e conviviale che ancora oggi si ritrova nelle sue esibizioni dal vivo.
Tutto sull’artista Vinicio Capossela
Capossela non è mai stato un semplice cantante. Infatti, fin dal suo esordio nel 1990 con l’album “All’una e trentacinque circa”, prodotto da Renzo Fantini (lo stesso storico manager di Guccini), ha dimostrato una propensione per la narrazione musicale fuori dal comune. Ogni disco è un mondo a parte, un viaggio che non si accontenta del formato canzone ma lo piega, lo espande, lo deforma.
Da “Canzoni a manovella” a “Ovunque proteggi”, da “Marinai, profeti e balene” fino ai più recenti lavori come “Ballate per uomini e bestie”, il filo conduttore è sempre una ricerca poetica intensa, spesso colta, a volte ruvida, mai scontata.
Il suo stile è un crocevia di influenze: la musica popolare mediterranea, il folklore balcanico, il jazz di Tom Waits, la letteratura classica e quella d’avanguardia. È un artista che cita Omero e Cervantes, ma anche Enzo Del Re e Carmelo Bene. E riesce a farlo senza risultare mai pretenzioso, perché in ogni suo lavoro si percepisce un’urgenza sincera, una necessità espressiva che viene da lontano. La sua voce graffiata, i suoi arrangiamenti spesso arditi, i testi pieni di metafore e simboli ne fanno una figura di culto per chi cerca nella musica qualcosa di più della semplice melodia.
La vita privata e dove vive
Però Vinicio Capossela è anche un uomo che ha saputo mantenere un certo riserbo sulla sua vita privata. Di lui si sa che vive tra l’Italia e la Grecia, in luoghi spesso lontani dai riflettori, coerente con quella scelta di appartenenza periferica che è anche una dichiarazione poetica. Non è mai stato al centro del gossip, non ha mai svenduto la sua immagine per restare a galla nel mercato. Anzi, ha sempre fatto un passo indietro rispetto al clamore, scegliendo la sostanza alla visibilità.
Una curiosità che racconta molto del personaggio è la sua passione per i bestiari medievali, che ha saputo trasformare in metafora della condizione umana nei suoi concerti e nei suoi testi. Capossela non canta solo storie, ma le abita, le trasfigura, le mette in scena con una teatralità rara. I suoi live non sono mai semplici esibizioni: diventano cerimonie laiche, viaggi sensoriali in cui la musica è solo una delle chiavi di lettura.
In definitiva, Capossela è un autore che si ascolta, ma si legge anche, e si guarda. Non si consuma in fretta, non si piega alla logica dello streaming compulsivo. È un patrimonio culturale vivente, un esempio di come l’arte possa ancora essere profondamente libera, impegnata e, soprattutto, capace di incantare senza mai perdere la propria anima.