Camminare sulla Via degli Abati: tutto quello che devi sapere
La Via degli Abati è un cammino escursionistico tra Pavia e Pontremoli, lungo 190 km e 8 tappe. Un viaggio tra borghi, boschi e crinali, sulle tracce degli antichi abati, per chi cerca silenzio, bellezza e autenticità.

La Via degli Abati è un cammino affascinante e poco battuto che si snoda tra l’Emilia-Romagna e la Toscana, attraversando l’Appennino settentrionale su sentieri impervi e suggestivi. Lunga circa 190 km, collega la città di Pavia a Pontremoli, passando per il borgo storico di Bobbio, cuore spirituale del percorso. È conosciuta anche come la Francigena di montagna, proprio perché in epoca longobarda rappresentava una via alternativa alla più famosa Via Francigena, preferita dagli Abati di San Colombano per raggiungere Roma evitando le pianure insicure e paludose.
Oggi questo itinerario si rivolge a camminatori esperti, amanti delle lunghe traversate e delle atmosfere autentiche, lontane dai circuiti più turistici. La Via degli Abati è un’esperienza che unisce spiritualità, fatica, immersione nella natura e scoperta di luoghi dove il tempo sembra essersi fermato. Attraversare valli isolate, crinali silenziosi e antichi borghi significa entrare in contatto con una dimensione diversa del viaggio, più intima e contemplativa.
Le origini e la storia del cammino
La nascita della Via degli Abati è legata alla figura di San Colombano, monaco irlandese fondatore dell’Abbazia di Bobbio nel VII secolo, e agli abati che nei secoli successivi si spostavano da Bobbio verso Roma per motivi religiosi o politici. In epoca longobarda, tra il VII e l’VIII secolo, questo tracciato montano costituiva una delle vie di comunicazione più sicure e veloci tra il Nord e il Centro Italia, grazie al sostegno dei sovrani longobardi che favorivano i monaci colombaniani.
A differenza della Via Francigena, che passava per la Pianura Padana e i territori allora instabili del Ducato di Tuscia, la Via degli Abati si sviluppava interamente tra i monti, attraverso una fitta rete di mulattiere, boschi e valichi appenninici. Per secoli fu percorsa da pellegrini, ecclesiastici e viandanti che trovavano ospitalità nei monasteri e negli ospizi lungo la strada. Con l’abbassamento dell’influenza monastica e lo sviluppo delle vie più agevoli in pianura, il cammino fu progressivamente dimenticato, fino al suo recente recupero da parte di associazioni e appassionati di cammini storici.
Le tappe della Via degli Abati
Il cammino della Via degli Abati si articola in otto tappe principali, ognuna con caratteristiche ambientali e tecniche ben distinte. Si parte dalla pianura lombarda per poi attraversare l’Appennino emiliano e toscano, lungo un itinerario che alterna sentieri boschivi, strade sterrate, borghi isolati e panorami montani mozzafiato.
Tappa 1: da Pavia a Colombarone
(25,8 km, 217 D+, 36 D-, 6h 30’)
La prima tappa parte dal centro storico di Pavia, affiancando l’Università e le torri medievali prima di uscire verso il verde del Parco del Ticino. Si cammina tra strade sterrate e campi agricoli fino al suggestivo Ponte della Becca, dove si attraversa il Po. Superato il fiume, si entra nel territorio collinare dell’Oltrepò Pavese, tra cascine e vigneti, salendo dolcemente verso Colombarone, piccolo nucleo rurale situato a 236 metri di altitudine.
Tappa 2: da Colombarone a Pometo
(16,7 km, 649 D+, 352 D-, 5h 15’)
Tappa breve ma intensa per dislivello, che si sviluppa tra paesaggi collinari ricchi di vigneti e boschi. Lungo il percorso si alternano strade sterrate e asfaltate, con passaggi in piccoli centri abitati della Val Versa. Il territorio è tipicamente agricolo e caratterizzato da colline morbide, punteggiate da filari di vite. L’arrivo è a Pometo, frazione di alta collina a 537 metri, famosa per la produzione di pane e salumi.
Tappa 3: da Pometo a Bobbio
(28,9 km, 984 D+, 1225 D-, 8h 30’)
Una delle tappe più impegnative e panoramiche del cammino. Si scende inizialmente verso Caminata e il torrente Tidone, per poi affrontare una lunga e variegata salita tra sentieri boschivi e strade bianche. Dopo il borgo di Grazzi, si raggiunge il Giardino Alpino di Pietra Corva, ricco di specie botaniche rare. Costeggiando il versante del Monte Penice, si attraversano suggestivi borghi appenninici fino alla discesa finale su Bobbio, splendido borgo medievale e centro spirituale del cammino.
Tappa 4: da Bobbio a Nicelli
(19,9 km, 1187 D+, 407 D-, 7h 15’)
Si lascia Bobbio risalendo la valle del Trebbia fino al borgo di Coli, per poi proseguire in direzione della Sella dei Generali, spartiacque tra la Val Trebbia e la Val Nure. La salita si svolge in ambienti montani aperti, tra prati d’altura e boschi. Dal passo inizia la discesa verso Nicelli (quota 1050 m), o in alternativa verso Mareto, entrambe località con possibilità di pernottamento. Tappa dal forte impatto paesaggistico, adatta a chi cerca silenzi e natura incontaminata.
Tappa 5: da Nicelli a Groppallo
(16,5 km, 542 D+, 659 D-, 5h 30’)
Dopo la notte in quota, si scende progressivamente verso il fondovalle della Val Nure, attraversando piccoli borghi collinari collegati da sentieri e tratti di asfalto poco trafficato. Il punto più basso si raggiunge a Crocelobbia, dove si può decidere se guadare il torrente o allungare leggermente la tappa passando da Farini, paese con qualche servizio utile. Da qui si risale il versante opposto, tra boschi e sentieri, fino al borgo di Groppallo, a 935 metri, tappa tranquilla e raccolta.
Tappa 6: da Groppallo a Bardi
(21,2 km, 557 D+, 857 D-, 6h 45’)
Questa tappa conduce verso uno dei luoghi più scenografici del cammino. Si lascia Groppallo attraversando piccole frazioni e si raggiunge Bruzzi, da cui si prosegue in salita verso il Passo di Linguadà. In alternativa, è possibile seguire una variante più impegnativa che sale fino al Monte Lama, con panorami mozzafiato. Dopo il passo, la discesa è lunga ma agevole, fino ad arrivare a Bardi, dominata dal suo maestoso castello medievale e affacciata sulla valle del torrente Ceno.
Tappa 7: da Bardi a Borgo Val di Taro
(33,3 km, 1195 D+, 1410 D-, 9h 30’)
La tappa più lunga e forse più impegnativa di tutta la Via degli Abati. Si lascia Bardi scendendo fino al Ponte Ceno, per poi risalire il versante opposto attraverso piccoli borghi come Monastero, Brè e Pieve di Gravago. Il paesaggio è sempre più montano e selvaggio. Dopo Osacca, si affronta l’ultimo tratto di salita prima di scollinare e iniziare una lunga discesa verso il fondovalle del Taro. L’arrivo è a Borgo Val di Taro (Borgotaro), cittadina vivace e ricca di servizi.
Tappa 8: da Borgo Val di Taro a Pontremoli
(33,9 km, 1029 D+, 1080 D-, 9h 30’)
Ultima e spettacolare tappa del cammino. Si lascia Borgotaro attraversando il ponte sul torrente Taro, per poi salire attraverso S. Vincenzo e Valdena fino al crinale del Passo del Borgallo, dove si trova un cippo commemorativo sul confine tra Emilia-Romagna e Toscana. Da qui la vista si apre su crinali panoramici, cascate e boschi fitti. La lunga discesa toscana conduce a luoghi suggestivi come il lago Verde e Cervara, fino a raggiungere l’elegante centro storico di Pontremoli, punto d’arrivo ufficiale della Via degli Abati.
Si può percorrere in bicicletta?
La Via degli Abati è percorribile anche in bicicletta, ma è importante specificare che non si tratta di un cammino pensato in origine per il cicloturismo. I tratti più impegnativi, con pendenze accentuate, fondi sconnessi e sentieri stretti, rendono il percorso adatto soprattutto a chi dispone di una mountain bike o una gravel con assetto tecnico e un buon allenamento.
Alcune tappe richiedono spinte a mano nei tratti in salita su fondo accidentato o nelle discese tecniche. Tuttavia, esistono varianti su asfalto che consentono di evitare le porzioni più impervie, mantenendo comunque l’impronta storica e paesaggistica del cammino. In particolare, tra Colombarone e Bobbio e tra Groppallo e Bardi, si possono seguire strade secondarie panoramiche e poco trafficate.
Il percorso e le caratteristiche tecniche
La Via degli Abati è un cammino di montagna che richiede buona preparazione fisica e spirito di adattamento. Il percorso si sviluppa per circa 190 km, con un dislivello complessivo in salita superiore ai 6.000 metri, distribuito in otto tappe di lunghezza variabile, alcune delle quali superano i 30 km. La maggior parte dell’itinerario si snoda su sentieri CAI, strade bianche e tratti asfaltati secondari, spesso immersi in aree boschive o collinari poco antropizzate.
La segnaletica è generalmente presente ma non sempre omogenea: si consiglia di viaggiare con una mappa aggiornata, tracce GPS e possibilmente una guida cartacea. Alcune tappe presentano lunghi tratti senza fonti d’acqua o punti di ristoro, soprattutto tra Groppallo e Bardi o tra Bardi e Borgotaro. Per questo è importante organizzare bene le scorte giornaliere e conoscere in anticipo i luoghi di rifornimento.
Il periodo ideale per percorrere la Via degli Abati va da maggio a ottobre, evitando i mesi più freddi in cui i tratti montani possono essere innevati o impraticabili. In estate, invece, è bene partire presto al mattino, soprattutto nelle tappe più lunghe ed esposte al sole.
Come organizzarsi
Affrontare la Via degli Abati richiede una buona pianificazione. Il cammino è meno frequentato rispetto ad altri itinerari più noti, quindi è fondamentale partire con tutto il necessario per affrontare giornate lunghe, spesso in territori isolati e privi di servizi. La prima cosa da fare è procurarsi una traccia GPS affidabile e una guida dettagliata: la segnaletica può essere discontinua, soprattutto in alcuni tratti montani.
Non esistono al momento servizi strutturati di trasporto bagagli lungo tutto il percorso, per cui è necessario viaggiare in autonomia completa. Lo zaino non dovrebbe superare i 7-8 kg, comprensivi di acqua, cibo, abbigliamento tecnico a strati e materiale impermeabile.
Dove dormire
Lungo la Via degli Abati è possibile trovare strutture ricettive di tipo semplice, in linea con lo spirito sobrio e autentico del cammino. Si alternano B&B familiari, case private, ostelli parrocchiali e, in alcuni casi, strutture convenzionate con le associazioni locali. È importante pianificare per tempo le soste: molte strutture hanno posti limitati e, soprattutto nei piccoli borghi, potrebbero non essere sempre aperte o raggiungibili senza prenotazione.
A Bobbio, Bardi e Borgotaro l’offerta è più ampia, con possibilità di pernottamento anche in albergo. In località più isolate, come Colombarone, Nicelli o Groppallo, si trovano accoglienze più spartane, ma spesso curate e accoglienti. Alcune tappe offrono ospitalità del pellegrino a offerta libera, ma è buona prassi contattare in anticipo i gestori per verificare disponibilità e condizioni.
Un consiglio utile è consultare il sito ufficiale del cammino o le guide aggiornate, dove sono spesso elencati i recapiti telefonici, gli orari di apertura e le strutture consigliate per ogni tappa.
Come arrivare e tornare
Il punto di partenza più comune della Via degli Abati è Pavia, facilmente raggiungibile in treno da Milano (30-40 minuti) e da altre città del Nord Italia. La stazione ferroviaria di Pavia si trova a pochi minuti a piedi dal centro, da cui inizia il cammino vero e proprio.
L’arrivo è previsto a Pontremoli, in Toscana, nella provincia di Massa-Carrara. Anche Pontremoli è ben servita dalla linea ferroviaria Parma–La Spezia, con collegamenti comodi verso entrambe le direzioni. Da Pontremoli è possibile proseguire il viaggio o rientrare con i treni regionali verso Milano, Genova o Firenze, cambiando a La Spezia o Parma.
In alternativa, per chi volesse spezzare il cammino, ci sono collegamenti pubblici intermedi da località come Bardi o Borgo Val di Taro, ma è sempre consigliato verificare in anticipo gli orari: in molte zone appenniniche i mezzi pubblici sono limitati e poco frequenti, specialmente nei weekend e nei giorni festivi.