Cosa vedere a Torino in 3 giorni: piazze regali e orizzonti d’incanto
Tre giorni per scoprire l’eleganza, la storia e la magia di Torino tra musei, piazze spettacolari e panorami indimenticabili.

Capitale sabauda, regina del cioccolato e laboratorio d’avanguardia: Torino è tutto questo, e molto di più. Una città che sa sorprendere anche chi la conosce già, che incanta con le piazze eleganti, i palazzi maestosi, i portici infiniti e una luce che cambia volto a ogni stagione. Passeggiare per le sue vie significa sfogliare pagine di storia e arte, ma anche lasciarsi guidare dall’intuizione, da un profumo di caffè o da una vetrina che invita a entrare.
Tre giorni possono bastare per cominciare a conoscerla, per assaporarne l’anima e per lasciarsi sorprendere da tutto ciò che offre. Ecco allora un itinerario pensato per chi arriva per la prima volta, con il desiderio di scoprire le tappe imperdibili senza rinunciare a un po’ di meraviglia.
Primo giorno a Torino: il cuore elegante della città
Il primo giorno a Torino si apre con l’eleganza del centro storico.
Piazza San Carlo
Ad accogliere chi muove i primi passi in città è una delle sue piazze più celebri, quel “salotto” cittadino che i torinesi sentono proprio come casa, Piazza San Carlo. Lunga, ampia, ariosa, è un capolavoro barocco che non ha bisogno di presentazioni: il cavallo in bronzo di Emanuele Filiberto di Savoia sembra cavalcare verso il futuro, mentre lo sguardo si perde tra le linee armoniose delle due chiese gemelle che chiudono la prospettiva a sud, San Carlo Borromeo e Santa Cristina, identiche solo all’apparenza.
Basta una passeggiata lungo i portici per rendersi conto di quanto la raffinatezza sia di casa, tra boutique eleganti e caffè storici dove sedersi a osservare il via vai del centro. E se si alza lo sguardo, i palazzi affacciati sulla piazza parlano di secoli di storia sabauda, di arte e potere, di quell’eleganza sobria e signorile che rende Torino diversa da qualsiasi altra città italiana.
Piazza Castello
Proseguendo lungo Via Roma, oggi pedonale, si arriva in uno dei luoghi simbolo di Torino: Piazza Castello. L’architettura qui sembra voler abbracciare chi arriva, con la maestosità di Palazzo Madama, la cui facciata racconta almeno mille anni di storia, e la raffinatezza del Palazzo Reale, antica residenza dei Savoia. Entrambi si possono visitare, e meritano davvero il tempo necessario per esplorarli: il primo ospita il Museo Civico d’Arte Antica, mentre il secondo sorprende con gli sfarzi di corte, tra sale sontuose e giardini che offrono un angolo verde nel cuore della città.
Al centro della piazza, giochi d’acqua danzano da fontane moderne che donano leggerezza a uno spazio così ricco di memoria.
Piazza Duomo

Accanto al Palazzo Reale, un vicolo porta a un altro luogo carico di significato: Piazza Duomo dove, semplice ed elegante, si staglia il Duomo di Torino, l’edificio religioso più importante, dedicato a San Giovanni Battista. L’aspetto sobrio della facciata rinascimentale non anticipa la potenza simbolica che custodisce all’interno: la Cappella della Sacra Sindone, dove è conservato il celebre lenzuolo che secondo la tradizione avvolse il corpo di Cristo. È un luogo che invita al raccoglimento, alla riflessione, e che aggiunge un altro tassello alle emozioni che regala il capoluogo piemontese.
Uscendo dalla chiesa, basta percorrere pochi passi per compiere un vero salto indietro nel tempo: le Porte Palatine, imponenti vestigia romane, emergono tra gli edifici moderni come antichi guardiani, testimoni silenziosi di una Torino che era già importante in epoca imperiale.
Via Garibaldi e Via Po
Una volta tornati in Piazza Castello, si può scegliere quale direzione prendere: verso sinistra, Via Garibaldi si apre come un corridoio vivace e colorato. Una delle vie pedonali più lunghe d’Europa, dove il passo si fa più lento tra vetrine, locali, gelaterie e piccoli scorci da fotografare. Se si decide di percorrerla fino alla fine, ci si troverà in Piazza Statuto, un luogo che affascina gli appassionati di esoterismo e misteri: al centro, la fontana del Frejus si erge come un’enigmatica scultura simbolica, ricca di richiami massonici.
Poi si torna indietro, di nuovo in Piazza Castello, per esplorare l’altra grande arteria cittadina: Via Po. Coperta da eleganti portici, è perfetta in ogni stagione. Qui l’anima letteraria di Torino si fa sentire: bancarelle di libri usati e fumetti vintage, librerie indipendenti, caffè storici dove scrittori e intellettuali si sono dati appuntamento per decenni.
Secondo giorno: tra meraviglie culturali e panorami da cartolina
Il secondo giorno è dedicato a quelle esperienze che rendono Torino un unicum nel panorama culturale europeo. È il momento di dedicarsi ai suoi musei più noti, che accolgono tesori inestimabili, e di concludere la giornata in cima alla città, laddove lo sguardo si perde tra skyline e cime innevate.
Museo Nazionale del Cinema
Torino non si limita a raccontare il cinema: lo celebra, lo mette in scena, lo trasforma in esperienza viva. Succede alla Mole Antonelliana, altro edificio simbolo, che ospita al suo interno il Museo Nazionale del Cinema. Salire sotto la sua cupola è già di per sé un’emozione, ma entrare nel museo significa scoprire un mondo in cui tutto parla di sogni in pellicola.
L’allestimento è spettacolare: si parte dalle lanterne magiche e dalle prime proiezioni, si cammina tra costumi, oggetti di scena, locandine storiche, fino ad arrivare alle produzioni più recenti. Ogni sala è un invito a lasciarsi stupire, a riscoprire il linguaggio delle immagini. C’è anche un’intera sezione dedicata all’universo Marvel, con installazioni che parlano ai piccoli ma affascinano anche i grandi, facendo vibrare corde di meraviglia e nostalgia.
La visita merita tempo, attenzione, curiosità. Per questo è consigliabile dedicare all’esperienza almeno la mattinata. E una volta esplorate tutte le sezioni, non resta che ammirare la città dall’alto: l’ascensore panoramico, interamente vetrato, sale fino a 167 metri di altezza attraversando il cuore stesso della cupola. Il panorama che si apre lassù è entusiasmante, soprattutto nelle giornate limpide, quando lo sguardo abbraccia l’intero anfiteatro alpino. È uno di quei momenti che restano impressi, soprattutto se condivisi con i più piccoli, che rimarranno estasiati dall’esperienza.
Museo Egizio

Quando si parla di Torino, non si può non parlare del suo Museo Egizio, un tesoro che attira studiosi e viaggiatori da tutto il mondo. È il più antico museo al mondo totalmente dedicato alla civiltà egizia e, per importanza e ricchezza della collezione, secondo solo a quello del Cairo. Varcarne la soglia significa intraprendere un viaggio nel tempo lungo millenni, tra sarcofagi finemente decorati, statue monumentali, papiri e gioielli di inestimabile valore.
Ogni sala è una scoperta, ogni teca una finestra sull’antico Egitto. Eppure, nonostante l’imponenza del contenuto, il museo riesce a essere accessibile e coinvolgente anche per i bambini. Per i più piccoli c’è lo SpazioZeroSei, un’area pensata per avvicinarli in modo ludico e creativo al fascino dell’archeologia, con attività, storie e ambienti a misura di curiosità infantile.
L’esperienza diventa ancora più completa se si sceglie di partecipare a una visita guidata: non solo si evita la fila, ma si ha l’occasione di ascoltare aneddoti, dettagli nascosti e curiosità che rendono ancora più viva la narrazione. Accompagnati da una guida esperta, i pezzi più importanti prendono vita e diventano tasselli di un racconto che stupisce, ammalia, resta.
Monte dei Cappuccini
E dopo una giornata densa di meraviglie, arriva il momento di lasciarsi rapire da una vista difficile da descrivere a parole. Salire al Monte dei Cappuccini, sul versante della Collina di Torino, è come salire in punta di piedi a contemplare un dipinto vivente.
Accanto alla Chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini, il giardino panoramico è sempre accessibile e regala uno dei punti panoramici più incredibili sulla città. Al tramonto, quando il cielo si accende di arancio e la luce accarezza i tetti del centro storico, lo spettacolo è magico a dir poco. La Mole Antonelliana si staglia elegante tra i campanili, mentre sullo sfondo, le Alpi si tingono d’oro e d’argento, in un quadro che soltanto la natura sa ideare.
È il momento perfetto per una foto ricordo, ma anche per una pausa di silenzio, per lasciar sedimentare le emozioni di una giornata che ha saputo parlare al cuore. Torino, vista da qui, sembra una città sospesa tra il cielo e la terra, tra realtà e sogno.
Terzo giorno a Torino: natura, storia e vedute favolose
Dopo due giornate dense di cultura e atmosfere cittadine, il terzo giorno invita a rallentare. Torino si rivela anche nei suoi spazi aperti, nelle passeggiate all’ombra degli alberi, nei panorami che si aprono improvvisi e in quei luoghi sospesi tra storia e bellezza: è il momento di respirare, osservare e lasciarsi stupire da un lato più contemplativo del capoluogo piemontese.
Parco del Valentino
C’è un luogo dove Torino si rilassa, si distende, si lascia vivere con semplicità e poesia. È il Parco del Valentino, che costeggia il Po con i viali alberati, i giardini curati, i chioschi vivaci e il profumo dolce degli alberi in fiore. Il parco è un piccolo mondo a parte: si può camminare senza meta, farsi cullare dal suono dell’acqua che scorre, seguire con lo sguardo una famiglia di anatroccoli o il guizzo improvviso di uno scoiattolo tra i rami.
Qualcuno corre, altri pedalano su un risciò, c’è chi legge, chi chiacchiera seduto su una panchina, chi si ferma a sorseggiare qualcosa di fresco al bar.
Il lungofiume è un invito a perdersi, mentre le architetture che emergono tra il verde aggiungono un tocco di magia. E proprio tra le fronde si nasconde una delle tappe più affascinanti: il Borgo Medievale. Non si tratta di un’antica cittadella sopravvissuta ai secoli, ma di una fedele ricostruzione del Quattrocento piemontese, realizzata nel 1884 per un’Esposizione Internazionale. Eppure, con le torri, botteghe e ponticelli, sembra autentico, capace com’è di condurre i visitatori in un’altra epoca.
Villa della Regina
Lasciato il parco, è tempo di alzare di nuovo lo sguardo verso le colline. Raggiungere Villa della Regina significa salire di poco, ma guadagnare una veduta che vale il passo lento della camminata. Dal fondo di via Po, oltre Piazza Vittorio Veneto e la Chiesa della Gran Madre, si imbocca una salita che si arrampica tra scorci signorili e vegetazione ordinata. In una decina di minuti, la città rimane alle spalle e si apre la prospettiva sulla residenza nobile che un tempo fu rifugio delle donne più potenti della dinastia sabauda.
Chiamata inizialmente Villa Ludovica, prende il nome da Ludovica di Savoia, moglie del principe Maurizio. Per secoli fu la dimora estiva delle regine, un luogo di eleganza discreta e bellezza senza ostentazione. Dopo decenni di abbandono, la villa è stata restaurata con cura e oggi si mostra di nuovo in tutto il suo splendore: saloni affrescati, giardini all’italiana e una terrazza da cui la vista si apre su Torino come in una scenografia barocca.
È un angolo quieto, fuori dai percorsi più battuti, e proprio per questo ancora più prezioso, in cui toccare con mano la grazia del passato, percepire la vita lenta delle corti, sentire il richiamo della storia.
Superga

Per concludere il viaggio, Torino regala uno degli spettacoli più emozionanti: la vista dal monte Superga, dove la città incontra il cielo. Raggiungerlo è semplice, ma il percorso aggiunge alla bellezza anche un pizzico d’avventura. Da Piazza Castello basta salire sul tram della linea 15 fino alla stazione Sassi-Superga, da lì un breve tratto con il bus 79 ed ecco che la collina si fa strada, rivelando scorci sempre più ampi.
Quando si arriva in cima, ci si trova di fronte a un paesaggio che lascia senza fiato: tetti rossi, profili di chiese, la sagoma inconfondibile della Mole, il tutto incorniciato dalle Alpi, che al tramonto si tingono di rosa, oro, indaco. La luce cambia in fretta, il cielo si apre e si richiude, i contorni si sfumano come in un quadro impressionista.
Accanto, spicca la Basilica di Superga, costruita per volontà di Vittorio Amedeo II come segno di devozione e vittoria. Al suo interno, le tombe reali raccontano la grandezza e la solennità della dinastia sabauda, mentre sul retro, un memoriale commuove e invita al silenzio: è il ricordo della tragedia aerea del Grande Torino, la squadra leggendaria scomparsa nel 1949.
Scattata l’ultima foto, impressa negli occhi l’immagine di una città che sa stupire in ogni momento della giornata, si può tornare verso il centro. La sera avanza, le luci si accendono, Torino si prepara a un’altra notte, elegante e riservata, come sempre.