Doctor Who The Story & The Engine Recensione: raccontami una storia…

Doctor Who The Story & The Engine è il quinto episodio di questa appassionante seconda stagione di Doctor Who Modern, che sta pian piano non solo consolidando il personaggio, ma anche delineando delle caratteristiche peculiari del Quindicesimo Doctor. Una puntata in cui, dopo l’assenza forzata del protagonista nella precedente, il millenario alieno torna protagonista delle […] L'articolo Doctor Who The Story & The Engine Recensione: raccontami una storia… proviene da Vgmag.it.

May 18, 2025 - 23:30
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Doctor Who The Story & The Engine Recensione: raccontami una storia…

Doctor Who The Story & The Engine è il quinto episodio di questa appassionante seconda stagione di Doctor Who Modern, che sta pian piano non solo consolidando il personaggio, ma anche delineando delle caratteristiche peculiari del Quindicesimo Doctor. Una puntata in cui, dopo l’assenza forzata del protagonista nella precedente, il millenario alieno torna protagonista delle sue storie. Proprio le storie da lui vissute in così tanto tempo, oltretutto, diventano fondamentali nell’economia dell’episodio stesso. Una scrittura frammentaria, che sembra quasi un collage artistico sospeso tra mito e realtà, e tra ricordi e nostalgia. Un misterioso Barbiere africano tiene in ostaggio nella sua bottega dei clienti costringendoli a narrare storie per alimentare un motore alieno! Si, poteva succedere solo in Doctor Who una cosa del genere. Prepariamoci ad atterrare col TARDIS nel 2019, perché il 2025 è ancora misteriosamente bloccato!

Doctor Who The Story & The Engine
La location della bottega del barbiere è davvero affascinante, speriamo di rivederla in qualche episodio futuro

Deus Ex Machina? Scopriamo il Motore a Storie!

Con la distribuzione settimanale decisa da Disney+ dobbiamo ogni volta attendere ben sette lunghi giorni terrestri per tornare a gustarci le storie del nostro alieno preferito, e questo ci sembra sempre un tempo lunghissimo. Già, perché questa seconda stagione è decisamente appassionante e verrebbe voglia di poterla godere tutta di seguito, in maratona binge in un week-end casalingo tra onde di pop-corn al caramello e sfiziose mousse al formaggio, con buona pace del festival del colesterolo nelle nostre arterie! “Mmmm colesterolo”, direbbe il protagonista dei Simpson, altra serie cult che spesso ha citato la saga Doctor Who nelle sue parodie. Dopo aver visto un bizzarro episodio “Doctor-Less”, che potete trovare in questa pagina, e che però ci ha anticipato un gustoso spin-off dedicato alla UNIT di prossimo debutto, finalmente la mancanza viene colmata. Ora è il turno di una puntata in cui il Doctor non solo è protagonista assoluto, ma, per motivi finalizzati alla trama stessa, ci racconta persino alcuni interessanti momenti del suo millenario passato. In cui, peraltro, scopriamo un fatto molto interessante, ovvero l’incontro del Dottore con celebri creature della mitologia terrestre. Dopo aver avuto recentemente a che fare con divinità malvagie, ecco che si parla ancora di entità simili, andando ad incrementare gli episodi “mistici” che si uniscono alla classica sci-fi.

Tornano infatti ben due filoni trasversali della saga, ovvero, oltre all’appena citato rapporto tra Doctor e Mito, anche il controverso “Ciclo narrativo del Bambino senza tempo”, ideato da Chris Chibnall ed ormai ufficialmente canonico, con tanto di interessante cameo del Fugitive Doctor ed una commovente carrellata dei Dottori storici del passato, che appare per la prima volta durante la cosiddetta The Gatwa Era, con l’attuale Dottore. Peraltro il fatto che per la “prima volta (o quasi)” Doctor si sia incarnato in una persona di pelle nera, perlomeno nelle incarnazioni ufficiali, appunto, riporta anche il tema del razzismo, già visto nell’episodio della prima stagione “Dot and Bubble” che trovate recensito  in questa pagina. Un episodio quindi dalle molteplici chiavi di lettura, impostato sapientemente come un vero e proprio libro diviso in capitoli, perfetto per la narrazione di questa trama basata sull’importanza delle storie da raccontare, e che speriamo non resti un semplice “one-shot”, ma possa evolvere anche con influenze sulla trama orizzontale. Il personaggio del misterioso Barbiere, infatti, non viene esplicato in modo completo, e sembra aver lasciato uno spiraglio per un suo possibile ritorno, specie per capire chi sia davvero, come abbia potuto creare quello che ha costruito, e in quali rapporti sia realmente con le creature mitologiche. Il fatto che il Dottore possa averle incontrate è una sorta di “concessione narrativa”, che dalla fantascienza classica passa alla mitologia. Fatto comunque non del tutto nuovo nella saga, lo ricordiamo. Non da meno l’interessante concetto del Motore a storie, che unisce scienza e mitologia.

Doctor Who The Story & The Engine
Il Dottore è perfettamente calato nello splendido setting africano, ed anche l’attore Ncuti Gatwa, originario del Ruanda, riscopre metaforicamente le sue origini.

Doctor Who The Story & The Engine: ogni storia del passato è importante!

Prima di raccontare le basi della intrigante trama dell’episodio DWM 02×05 è importante introdurre il suo autore. Debutta infatti nella saga il talentuoso Inua Ellams, classe 1984, autore nigeriano il cui nome completo è Inua Marc Mohammed Onore de Ellams II. Un vero acquisto di qualità, poiché si tratta di un poeta drammaturgo, scrittore ed autore teatrale, di successo internazionale, che nel Regno Unito è diventato una vera e propria leggenda, grazie a molte delle sue opere, tra cui Barber Shop Chronicles, che, come intuibile, si collega proprio all’episodio di cui parliamo oggi. Dobbiamo ammetterlo, Doctor Who riesce sempre a stupirci, in positivo! La trama di Doctor Who The Story & The Engine riprende proprio “i racconti del barbiere”, coinvolgendo il Dottore. Piccola curiosità, l’opera teatrale intrecciava storie provenienti da sei barbieri in sei paesi diversi nell’arco di una giornata e l’attore Sule Remi, che qui interpreta il barbiere originale, ha recitato anche in una produzione del National Theatre. Il TARDIS, infatti, non riuscendo a tornare nel 2025, che risulta ancora bloccato ed irraggiungibile, forse per un cataclisma globale, come accennato in precedenza, atterra a Lagos, in Nigeria, nel recente passato del 2019. La gioia nel rivedere questo paese, in cui si sente a casa, è palese, ed il Doctor pare quasi danzare mentre percorre le strade della cittadina nigeriana. Qui si trova un amico intimo del Dottore, inserito per la prima volta nella storia, di nome Omo, che possiede un negozio da barbiere e che il Doctor ha frequentato per anni, sentendosi a casa. Ma succede qualcosa di imprevedibile…

Omo, insieme ad altri clienti, è infatti ostaggio di un sedicente “collega” (interpretato da un notevole Ariyon Bakare) che ha bloccato la bottega in un loop temporale, sospesa tra Pianeta Terra e spazio profondo, in cui costringe i presenti a raccontare di continuo delle storie, che servono per alimentare un vero e proprio motore alieno che si nutre di parole raccontate, progettato per essere utilizzato da alcune divinità. Chi meglio del Doctor, che in millenni di attività ha vissuto centinaia di avventure da raccontare, potrebbe alimentare un motore simile? Anche lui quindi, dovrà tagliarsi i capelli mentre racconta il suo passato. Ed uno dei tagli Afro Rasta che gli viene praticato è una delle migliori cose mai viste nella saga, quasi al pari della chitarra elettrica di Peter Capaldi. L’impostazione è praticamente quella da classico “episodio in bottiglia” ovvero in cui la trama si svolge quasi del tutto prevalentemente in un singolo ambiente. Espediente nato nella saga di Doctor Who, ma anche altrove, come ad esempio in Star Trek, principalmente per contenere i costi dei set, ed utilizzato spesso proprio in episodi dal tema fortemente narrativo, in cui si raccontano storie, magari ricordate dal protagonista, o immaginate per qualche motivo.

Una delle cose più evocative dell’episodio, oltre ovviamente agli sfondi delle storie narrate, è senza dubbio il setting africano donato dalla meravigliosa Nigeria. Chi è stato in Africa lo sa, in questo magico continente, così ricco di fascino, seppur tra tutti i suoi problemi gestionali, ci sono alcuni degli scorci naturalistici ed umani più accattivanti di sempre. Con buona pace di New York, Londra e Chicago, ormai piegate al melting pot della globalizzazione umana. La puntata strizza anche l’occhio alle origini di Ncuti Gatwa, nato come sappiamo in Ruanda e sopravvissuto ai tempi bui del genocidio, rimasto con l’Africa nel cuore, unendo elementi quasi da meta-cinema. Lo stile visivo scelto per l’episodio è eccezionale, con illustrazioni che prendono vita, disegni etnici animati ed intuizioni sospese tra sogno e realtà, specie negli incontri tra Doctor e personaggi del Mito, che davvero ci lasciano senza parole. Questa seconda stagione ci aveva già offerto il frizzante episodio Doctor Who Lux (recensito qui) che univa realtà, magia del cinema ed animazione, ed anche questa volta ha superato se stessa grazie ad una creatività artistica notevole. Tra gli autori dell’episodio bisogna infatti citare la regista Makalla McPherson, anche lei di origine africana ma cresciuta in UK, che si è distinta alla prestigiosa  London Film School, ed ha un lunga carriera, iniziata nel 2008, divisa tra rappresentazioni teatrali e regie televisive. Tra le sue opere ricordiamo Doctors, Apple Tree House, Queenie e Waterloo Roads. Un episodio, quindi, dal gusto teatrale e narrativo, di fattura squisita, ben scritto e diretto, che si colloca nell’Olimpo dei migliori episodi del nuovo nuovo corso!


Un cast autoriale ed attoriale “All Black” immerso in una atmosfera surreale che pare omaggiare l’indimenticabile bottega del barbiere del film cult Il principe cerca moglie di John Landis. Una ambientazione affascinante collocata nella meravigliosa Nigeria, da cui proviene anche l’autore dell’episodio, che regala uno squisito episodio dal gusto teatrale, che mescola due temi spesso antitetici come fantascienza e mitologia. Ma non sempre, come direbbero i fan di Stargate. Il Doctor si permette persino una frecciatina alla Marvel in persona! Una trama davvero intrigante, con citazioni del passato storico ed il ritorno di un personaggio dell’era Chibnall, tra i più interessanti. Una fotografia ed una regia allo stato dell’arte, con elementi scenografici che si animano intrisi di magia, e persino un gigantesco aracnide meccanico che ci riporta in pieno dalla mitologia alla sci-fi hard più sfrenata.  E la Flood? urleranno disperati i complottisti! La misteriosa donna appare ancora, in un cameo all’interno di una delle storie narrate, ovviamente! Una puntata eccezionale, che ci ricorda ancora, come se se ne fosse bisogno, perché Doctor Who è una saga speciale ed unica.  


 

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