
Un’
Europa divisa nettamente a metà, come se una linea invisibile tracciasse un confine climatico tra territori completamente opposti. Mentre
a nord delle Alpi si assiste a una persistente
assenza di piogge o a precipitazioni talmente irregolari da non poter essere considerate affidabili per il ciclo agricolo, il bacino del
Mediterraneo continua a vivere un’annata anomala, segnata da un
eccesso di precipitazioni che dura da GENNAIO.
Piogge abbondanti nel Mediterraneo occidentale, aridità oltralpe In alcune aree della
Francia centrale, così come nella
Germania sud-occidentale, i campi mostrano crepe nel terreno, mentre appena oltre il
confine italiano, in
Liguria,
Toscana e lungo la
Dorsale Appenninica, il terreno resta saturo d’acqua. Una dicotomia che sfugge alla logica meteorologica tradizionale, rendendo
sempre meno scontata la disponibilità d’acqua anche alle latitudini più settentrionali, dove storicamente si è fatto affidamento su un bilancio idrico favorevole. La situazione odierna, al contrario,
mina quel paradigma e lascia spazio a scenari che solo pochi anni fa sarebbero stati definiti
eccezionali.
L’anticiclone delle Azzorre e l’incognita dell’alta pressione britannica Nel breve periodo, uno dei
fattori determinanti potrebbe essere rappresentato dal possibile
sblocco dell’alta pressione sull’Atlantico, in particolare in corrispondenza delle
Isole Britanniche. Se il campo anticiclonico dovesse
traslare verso OVEST, l’interazione con
aria più fresca nordatlantica potrebbe generare una dinamica meteo molto articolata:
il Sud Italia sotto un’ondata di caldo africano, mentre
il Nord sarebbe investito da correnti instabili, con un ritorno di temporali con stavolta un’accentuazione del rischio di grandinate. Un altro scenario, forse più
radicale e destabilizzante, vedrebbe un
riversamento massiccio di aria polare verso sud, un evento in controtendenza con le attuali
previsioni stagionali, le quali invece confermano per l’intera
estate 2025 un
prosieguo della carenza di piogge su gran parte del continente europeo, con temperature
sopra la media.
La siccità 2021-2022 Resta fresca nella memoria la drammatica
siccità del biennio 2021-2022, una delle peggiori mai registrate in Europa da quando si raccolgono dati climatici su scala continentale. Le portate di fiumi come il
Po, la
Loira e il
Danubio raggiunsero livelli minimi storici, la vegetazione spontanea collassò in intere regioni e la
produzione agricola subì cali fino al 30-70%. Anche le
centrali idroelettriche dovettero ridurre drasticamente la produzione, aggravando la crisi energetica legata agli eventi geopolitici dell’epoca. Oggi, a distanza di meno di tre anni, la
minaccia di una replica si fa più concreta e inquietante. Gli
eventi estremi si stanno accorciando nel ciclo temporale, lasciando
pochissimo margine di recupero agli ecosistemi e alle infrastrutture idriche.
Penisola Iberica piovosissima: eccessi fuori scala e grandinate In netto contrasto con quanto accade in
Francia o
Polonia, la
Penisola Iberica sta vivendo una stagione di
piogge da record. Alcune località della
Galizia e dell’
Estremadura, da GENNAIO, hanno ricevuto una quantità di pioggia
fino a cinque volte superiore alla media climatica. Una situazione che ha prodotto
fiumi straripanti, smottamenti, e un aumento esponenziale dei
fenomeni temporaleschi. In
Catalogna, ma anche nei pressi di
Lisbona, si sono verificate
grandinate violentissime, non tanto per la dimensione dei chicchi quanto per
l’abbondanza. Un chiaro indizio di come anche le masse d’aria fredda continuino a
sconvolgere le aspettative stagionali sul suolo iberico.
Neve fuori stagione in Polonia e caldo anomalo dal Canada all’Islanda In
Polonia, in questi giorni si sono registrate
nevicate abbondanti a bassa quota, una condizione completamente fuori stagione per la metà di MAGGIO, che testimonia ulteriormente
l’instabilità estrema in atto sullo scacchiere europeo. Ma lo
sguardo globale rende il quadro ancora più allarmante:
caldo estremo in
Asia meridionale, con temperature oltre i
45°C in India e nel
Bangladesh;
Messico con picchi termici che sfiorano i
record storici;
Canada e settore orientale delle
Montagne Rocciose sono stati in preda a un’
ondata di calore precoce, e, fatto ancor più insolito, sono stati appena raggiunti
25°C in Islanda, un’anomalia che sfida apertamente le consuetudini meteorologiche nordatlantiche. Queste anomalie sono già oggetto di studio presso numerosi centri di ricerca internazionali, come il Copernicus Climate Change Service e il NOAA, che stanno monitorando con crescente attenzione i
modelli di distribuzione termica e le
anomalie pluviometriche planetarie.
ESTATE 2025, gravi indizi di una stagione inclemente