Intervista ad Alessandra Amoroso: “‘Io non sarei’ nasce dal desiderio di raccontare come mi sento oggi”

Intervista ad Alessandra Amoroso che, a 4 anni da Tutto Accade, ha pubblicato l’album Io Non Sarei, prodotto da Zef. Qui il link per l’acquisto di una copia fisica.

Questo album è il punto di partenza di un nuovo viaggio musicale dell’artista, prima parte di un progetto più ampio, e rappresenta la presa di coscienza che non c’è nulla da dimostrare, e che il vero cambiamento avviene quando si smette di rincorrere un’ideale che non esiste e si abbraccia la realtà, ogni giorno, nella vita vera, guardando dentro se stessi e facendo spazio a ciò che il futuro riserva. 

“Io non sarei” è la presa di coscienza che non c’è nulla da dimostrare – spiega Alessandra – e che il vero cambiamento avviene quando si smette di rincorrere un’identità e si abbraccia ciò che si è veramente, ogni giorno, guardando dentro se stessi e facendo spazio a ciò che il futuro riserva. È un lavoro che parte dalla mia esperienza ma che mi piacerebbe potesse raccontare qualcosa di chi lo ascolta: di chi ha amato le persone sbagliate ma sta ancora imparando, di chi si mette ogni giorno in discussione, di chi sceglie con coerenza se stesso.”

“Con Alessandra in studio c’è stato subito un ascolto profondo – racconta Zef. Ogni pezzo è nato da un confronto vero, senza sovrastrutture. Lei ha un modo diretto di arrivare alle emozioni, e questo ha influenzato il mio modo di produrre: abbiamo cercato l’essenziale, senza paura di spogliarci del superfluo.”

Intervista ad Alessandra Amoroso, l’album “Io non sarei”

In questo momento della tua vita stai affrontando tante emozioni: la maternità, un tour sold out, l’uscita del tuo nuovo album. Come ti senti?
Vivo tutto questo con tanta gratitudine. Esibirmi dal vivo in questo periodo, con mia figlia nella pancia, è una delle cose più belle che mi siano mai capitate nella vita.

Nel disco si sente forte l’impronta di Zef come direttore artistico. Come è nata la vostra collaborazione e che tipo di confronto avete avuto?
Con Zef mi sono trovata benissimo fin da subito. A un certo punto l’ho guardato e gli ho detto: “Vuoi essere il mio produttore?”. Avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a rimettere in ordine i “cassettini” artistici nella mia testa. Siamo molto diversi caratterialmente, ma ci completiamo, abbiamo la stessa visione musicale e lavoriamo con complicità e serenità.

Nel progetto ci sono molte collaborazioni, sia nei featuring che nella scrittura. Cosa cerchi oggi in una collaborazione?
Quello che cerco oggi — e che ho sempre cercato — è amicizia, amore e complicità. Per me è importante salire sul palco con una persona a cui voglio bene, che sento vicina. Preferisco avere accanto un amico o un’amica piuttosto che inseguire la collaborazione “cool” a tutti i costi. Solo così riesco a raccontare in modo autentico quello che ho da dire.

Che momento rappresenta per te questo nuovo album? Come nasce e cosa lo rende diverso dai precedenti?
Io non sarei nasce dal desiderio di raccontare come mi sento oggi, nella mia totalità di donna e artista. Dentro ci sono molte sfumature della mia voce e del mio modo di interpretare. È anche un disco in cui ho scoperto una nuova parte di me dal punto di vista autorale, grazie al lavoro con grandi professionisti e amici. È un progetto che mi rappresenta davvero.

Qual è l’aspetto della tua musica che ti rende più orgogliosa?
L’aspetto che più mi rende orgogliosa è che la mia musica è sempre stata sincera, proprio come me. Non ho mai cercato di essere qualcun altro o di imitare qualcun altro. Sono sempre stata fedele a me stessa e coerente.

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