Sergio Silvestri, addio all’amico fraterno e collaboratore della prima ora di Vasco Rossi
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E’ morto Sergio Silvestri, storico collaboratore e amico d’infanzia di Vasco Rossi, con cui ha condiviso i primi passi in musica. Nato a Concordia sulla Secchia, Silvestri è stato una figura chiave nel percorso giovanile del Blasco, firmando la musica di uno dei suoi brani più significativi degli esordi: La strega (La diva del sabato sera), contenuto nel secondo album del rocker di Zocca, Non siamo mica gli americani! (1979).
Silvestri e Vasco si erano conosciuti da adolescenti in collegio a Modena, dove quest’ultimo era stato mandato dai genitori al termine delle scuole medie. Silvestri, di tre anni più giovane, insegnò a Vasco i primi rudimenti della chitarra, tecnica che lui stesso aveva appreso da un altro nome storico della band di Vasco: Maurizio Solieri.
Negli anni Settanta Silvestri fu protagonista insieme a Vasco e Riccardo Bellei dell’esperienza dei “Puntautori”, un trio di cantautori legato a Punto Radio, la storica emittente fondata da Rossi a Zocca nel 1975. I tre si esibivano in occasione degli eventi promossi dalla radio, accompagnati talvolta da Gaetano Curreri e dal gruppo Le Cinque Lire. Con questo progetto arrivarono a registrare alcuni provini a Milano, grazie a un contatto con la EMI, ma a ottenere il successo come cantautore fu solo Vasco.
Il loro legame, però, non si interruppe: Silvestri contribuì alla scrittura de La strega, per la quale curò la parte musicale, firmando l’arrangiamento insieme a Solieri. Quest’ultimo, nella sua autobiografia Questa sera rock’n’roll (scritta con Massimo Poggini), ha ricordato: «Diversi anni prima avevo aiutato Sergio a realizzare la demo: Vasco cambiò alcune parti del testo, ma la parte musicale rimase sostanzialmente identica».
Oltre a questa collaborazione fondamentale con il Blasco, Silvestri ha lasciato traccia del suo talento anche come solista con l’album Di plastica, pubblicato nel 1981.
La notizia della sua scomparsa ha colpito profondamente la comunità musicale e i tanti amici che lo hanno conosciuto. Sui social, in molti lo hanno ricordato con messaggi affettuosi, testimoniando l’impronta lasciata da un artista che, lontano dai riflettori, ha contribuito a scrivere alcune delle prime e più autentiche pagine del rock italiano.
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