Elettronica che brucia: ecco com’è andata al Gemini Festival 2025

Al DumBO di Bologna, il Gemini Festival 2025 ha lasciato un segno potente. Vi raccontiamo com’è stato. Gemini Festival, lo abbiamo già raccontato qui, è un progetto che rifiuta la banalità della programmazione prevedibile. Punta tutto sulla contaminazione, sull’apertura internazionale, sull’ibridazione tra generi e formati, valorizzando tanto i grandi nomi quanto i nuovi linguaggi della […] L'articolo Elettronica che brucia: ecco com’è andata al Gemini Festival 2025 sembra essere il primo su Parkett.

May 26, 2025 - 23:00
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Elettronica che brucia: ecco com’è andata al Gemini Festival 2025

Al DumBO di Bologna, il Gemini Festival 2025 ha lasciato un segno potente. Vi raccontiamo com’è stato.

Gemini Festival, lo abbiamo già raccontato qui, è un progetto che rifiuta la banalità della programmazione prevedibile. Punta tutto sulla contaminazione, sull’apertura internazionale, sull’ibridazione tra generi e formati, valorizzando tanto i grandi nomi quanto i nuovi linguaggi della scena elettronica contemporanea.

Due giornate dense, intense e curate nei minimi dettagli hanno trasformato la venue in un luogo di scoperta e musica innovativa, mescolando talento emergente e nomi consolidati, grazie a una direzione artistica visionaria firmata da Shape, la stessa realtà dietro il noto ROBOT Festival, in collaborazione con Django Music

Venerdì: nuove voci, nuove direzioni

Binario centrale

La prima giornata si è rivelata una vera e propria celebrazione delle nuove energie. A dare il via è stata Ana Lua Caiano, voce incantatrice che, con la sua loop station, ha costruito architetture sonore etniche e spirituali, trasportando il pubblico in un altrove emotivo e rituale. L’artista è stata capace di fondere il folklore lusitano con glitch, battiti sintetici e spoken word. Semplicemente potente e intensa.

Ph. credit Riccardo Giori
Ph. credit Riccardo Giori

Dopo di lei, Valentino Vivace, con il suo live denso e coinvolgente, ha rappresentato una delle sorprese più piacevoli della serata. Accompagnato da una band affiatata e tecnicamente impeccabile, ci ha regalato uno show ricco di groove, synth, emozione con un coinvolgimento totale del pubblico.

Gemini Festival
Ph. credit Riccardo Giori

La stessa energia ha travolto il pubblico durante il live di Dov’è Liana, collettivo franco-italiano che ha portato in scena un’elettronica intima e sensuale, tra canto e clubbing, con la sala che si è riempita di foulard sventolanti e cori a squarciagola.

Gemini Festival
Ph. credit Mattia Acito

A chiudere la prima notte di Gemini Festival è stata Sofia Kourtesis, producer peruviana di base a Berlino.

Il suo DJ set straordinario ha riunito bassi techno, sampling latini e classici elettronici in un flusso catartico e politico allo stesso tempo, con momenti che hanno toccato vertici di intensità emotiva e fisica. Sofia ha anche celebrato, durante la serata, l’annuncio del suo nuovo EP Volver, anticipato dal singolo “Unidos” in collaborazione con Daphni (Caribou), uscito proprio in quei giorni.

Gemini Festival
Ph. credit Mattia Acito

TEMPORANEA

Accanto alla programmazione principale del Gemini Festival, un ruolo speciale lo ha giocato la Temporanea: l’area esterna del DumBO trasformata per l’occasione in un microcosmo clubbing a cielo aperto, un rifugio per gli amanti dei beat più dritti, dei groove ipnotici e delle selezioni più ricercate.

Ad aprire le danze del venerdì sotto il cielo bolognese della Temporanea sono stati Remstar Needed b2b Goodjacobbe, un set a quattro mani che ha attraversato con naturalezza territori tra house funk, break sincopati e derive più deep. Il pubblico si è lasciato trasportare fin da subito in un’atmosfera da warehouse all’aperto, dove l’energia cresceva traccia dopo traccia.

A seguire, Fenoaltea ha confermato la sua attitudine raffinata e visionaria con un DJ set che ha unito vibrazioni dub, incursioni electro e momenti di selezione densa ma mai autoreferenziale, pensata per il corpo quanto per l’ascolto.

Gemini Festival
Ph. credit Riccardo Giori

Sabato: tra mito e dancefloor

Binario Centrale

La seconda giornata ha messo in scena una vera e propria escalation. Go Dugong live band ha aperto il Binario Centrale con un live magnetico, pieno di percussioni e stratificazioni elettroniche che hanno acceso il pubblico sin dalle prime battute. 

Poi è stato il turno dei La Femme, tra i nomi più attesi del festival, con una performance esplosiva: sette musicisti sul palco, scambi di strumenti e voci, e un pubblico sold out che ballava senza sosta. Il gruppo ha presentato il nuovo album Rock Machine in uno show tra surf, disco e punk che ha trasformato il dancefloor in un’orgia visiva e sonora.

Ph. credit Riccardo Giori

Il live dei Planet Opal è stato incredibile: synth raffinati e batteria potente hanno scosso il pubblico in un crescendo emotivo. Per chi li conosceva già, una riconferma. Per chi li scopriva per la prima volta, una rivelazione, sono tra le band italiane più promettenti del momento, e meritano di essere sotto i riflettori. Il duo ha saputo coniugare suoni sintetici e batteria acustica in una formula ruvida e avvincente, confermando quanto questo progetto stia crescendo. Nuovi brani da presentare anche per loro, con la nuova uscita Recreate Patterns, Release Energy, il secondo disco dei Planet Opal, ovvero Giorgio Assi e Leonardo De Franceschi.

Ph. credit Riccardo Giori

Infine, Cassius – in un set che è stato insieme omaggio e rinascita – ha chiuso la serata con una selezione che ha attraversato vent’anni di French disco, house e remix cult. Dopo la scomparsa di Philippe Zdar, l’altro fondatore Boom Bass ha scelto di portare avanti l’eredità del progetto con classe e spirito celebrativo. Il pubblico ha ballato senza tregua, sospeso in un’atmosfera di euforia, nostalgia e classici techno.

Temporanea 

Sabato è stato il turno di Ciccio Gallea, capace di costruire un set elegante, coerente e pieno di sfumature. La sua cifra stilistica — un ibrido tra house mediterranea, richiami balearici e suono contemporaneo — ha avvolto l’intera Temporanea in un’atmosfera magnetica e danzante.

La chiusura è stata affidata al b2b tra Grem e Ferrari, due figure sempre più centrali nel panorama clubbing italiano. La loro intesa ha regalato un crescendo di groove, bassline sincopate e richiami techno filtrati da un gusto tutto italiano per la narrazione sonora.

Un festival che sa ascoltare il futuro

La riuscita di Gemini Festival 2025 è anche merito della sua organizzazione impeccabile. Lo staff di Django Music e Shape hanno gestito ogni aspetto con professionalità e attenzione, garantendo un flusso ordinato anche nei momenti di massima affluenza. La cura della produzione, le scenografie visive, l’acustica dei live e la gestione degli spazi hanno contribuito a rendere ogni momento fluido, godibile e ben strutturato.

Ma ciò che rende davvero unico Gemini è la sua identità curatoriale. Anticipando le visioni sonore, non insegue i trend, li anticipa. Non punta solo sui big, ma costruisce ponti tra scene, generazioni e sensibilità. La presenza di artiste come Sofia Kourtesis, di collettivi queer e multietnici, e di band che fanno dell’ibridazione sonora la loro cifra stilistica – da Planet Opal a La Femme – dimostra una visione chiara, inclusiva, internazionale e fortemente contemporanea.

Anche quest’anno il Gemini è un festival che rischia e vince, facendo di Bologna il centro di gravità della musica del futuro.

Gemini ritorna in veste estiva con Gemini Extra: venerdì 20 giugno 2025 camoufly e venerdì 4 luglio 2025 con La Niña, quest’ultimo già sold out.

Photo Gemini Festival, Mattia Acito e Riccardo Giori.

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