C’è chi aspetta con ansia l’arrivo dell’anticiclone africano, ma forse non ha considerato tutte le implicazioni di questo desiderio.
Le condizioni meteorologiche attuali sono tutt’altro che serene, e
nel breve periodo non si intravedono miglioramenti significativi. Tuttavia, c’è una
grande differenza tra sperare in
un clima più stabile e invocare
proprio l’alta pressione africana, che porta con sé caratteristiche ben precise. Qualcuno sembra aver dimenticato che
fino a qualche anno fa, in questo stesso periodo,
era l’anticiclone delle Azzorre a dominare la scena, garantendo
giornate soleggiate ma equilibrate, senza gli eccessi tipici dell’aria sahariana. Certo, anche allora potevano esserci
temperature sopra la media, ma
il contesto climatico era diverso: le estati non raggiungevano i picchi roventi a cui siamo ormai abituati, segno tangibile
dell’impatto del riscaldamento globale. L’instabilità di questi giorni, in realtà, rientra nella normale variabilità atmosferica primaverile. È normale che sole e pioggia si alternino rapidamente, ma quello che non lo è altrettanto è l’intensità delle precipitazioni che hanno colpito diverse zone d’Italia, con nubifragi e allagamenti che testimoniano un clima sempre più estremo.
Il Mediterraneo è diventato un hotspot climatico, dove
le ondate di maltempo si fanno sempre più violente, così come
le ondate di calore che le seguono.
L’alta pressione africana, ormai sempre più frequente,
non è la stessa cosa dell’anticiclone delle Azzorre: quest’ultimo portava
un clima più temperato, mentre
quello africano si traduce spesso in
afa opprimente e temperature fuori scala. Perché, allora,
auspicarne l’arrivo? Non sarebbe meglio sperare in
un miglioramento più moderato, che ci regali
giornate piacevoli senza eccessi? Eppure,
chi sogna il caldo torrido non dovrà attendere molto:
tra poche settimane, con ogni probabilità,
torneremo a parlare di anticicloni africani, di
ondate di calore e di
notti tropicali.
Il Mediterraneo si trasformerà di nuovo in una fornace, e forse, allora, qualcuno rimpiangerà la variabilità di maggio, con le sue piogge rinfrescanti e le temperature ancora sopportabili. Ma ormai il trend è chiaro, e l’estate che verrà sarà, ancora una volta, segnata dall’impronta rovente del Sahara.Meteo PRIMAVERILE: normale variabilità o clima folle