5 Serie Tv da guardare se sei in astinenza da Orange Is the New Black
Hai appena finito (con qualche anno di ritardo) Orange Is the New Black e ti senti vuoto dentro? Come se un pezzettino di te fosse rimasto dietro le sbarre con Piper, Red, Suzanne e tutte le altre? Tranquillo, sei in buona compagnia. Quando una serie riesce a mescolare così bene ironia, drama, temi sociali e… Leggi di più »5 Serie Tv da guardare se sei in astinenza da Orange Is the New Black The post 5 Serie Tv da guardare se sei in astinenza da Orange Is the New Black appeared first on Hall of Series.

Hai appena finito (con qualche anno di ritardo) Orange Is the New Black e ti senti vuoto dentro? Come se un pezzettino di te fosse rimasto dietro le sbarre con Piper, Red, Suzanne e tutte le altre? Tranquillo, sei in buona compagnia. Quando una serie riesce a mescolare così bene ironia, drama, temi sociali e personaggi indimenticabili, è normale sentirsi un po’ spaesato una volta tornato in libertà. Ma niente panico: anche se OITNB è unica nel suo genere, esistono altre serie capaci di tenerti incollato allo schermo e farti sentire di nuovo tra i corridoi di un carcere femminile… o quasi. Che tu sia in cerca di una nuova dose di drammi carcerari, storie forti di donne toste, dinamiche al limite tra rivalità e sorellanza o semplicemente voglia qualcosa che ti faccia ridere e piangere allo stesso tempo, sei nel posto giusto.
Ecco cinque serie tv da iniziare subito se soffri di quella che potremmo definire, senza esagerare, una vera e propria “sindrome da Litchfield”. Le scelte spaziano tra docuserie, drammi australiani, mini-thriller e persino un omaggio alle lottatrici anni ’80. Alcune sono più crude, altre più ironiche, qualcuna ti spiazzerà del tutto, ma tutte hanno una cosa in comune: ti faranno pensare “ancora un episodio e poi smetto”. Spoiler: non smetterai (puoi trovarla qui).
5 Serie da vedere se ti è piaciuta Orange is the New Black
1) Jailbirds (2019)

Questa serie ti ricorderà Orange is The New Black
Se ti è piaciuta l’atmosfera reale e cruda di Orange Is the New Black, Jailbirds è la docuserie che fa per te. Uscita nel 2019 su Netflix, questa serie ti porta dentro le celle del Sacramento County Jail e ti fa vedere com’è davvero la vita quotidiana delle detenute. E quando diciamo “dentro”, intendiamo proprio dentro: niente filtri, niente attori, solo persone vere e situazioni che a volte sembrano scritte da uno sceneggiatore e invece… sono solo la realtà. La cosa più assurda? Il modo in cui comunicano tra piani diversi del carcere usando i water. Sì, hai letto bene: si parla nel gabinetto. Un misto tra ingegno disperato e creatività pura, ma anche uno spaccato durissimo su cosa voglia dire essere isolate e cercare comunque un contatto umano.
Jailbirds non cerca di rendere le protagoniste eroine o vittime, ma mostra semplicemente quello che succede quando metti un gruppo di donne, ognuna con la propria storia, nello stesso posto con poche regole e tante tensioni. Il tono è crudo, ma a tratti si ride. Si ride amaramente, come si rideva spesso in OITNB. Non c’è la narrazione patinata della fiction, ma proprio per questo entra sotto pelle. Ti farà riflettere sulla giustizia, sulla sopravvivenza e sulla sorellanza che nasce anche nei posti meno ospitali del mondo. Una visione breve (solo 6 episodi), ma intensissima. Insomma, il binge-watching è praticamente obbligatorio (l’Italia aveva un gran bisogno di un prison drama come Il Re).
2) Wentworth (2013)

Questa serie la amerai se ti è piaciuta Orange is The New Black
Se pensi che Orange Is the New Black fosse dura, allora preparati a conoscere sua sorella maggiore, australiana e ancora più tosta: Wentworth, andata in onda dal 2013 al 2021. Dimentica i toni a volte scanzonati di Litchfield, qui si gioca su un altro livello. È un drama nudo e crudo, dove le dinamiche tra detenute e guardie sono tesissime, e la violenza psicologica (e fisica) è sempre dietro l’angolo. La protagonista iniziale è Bea Smith, una donna accusata di aver tentato di uccidere il marito. Arriva in carcere come “novellina”, ma presto la vedremo cambiare, adattarsi, combattere per sopravvivere.
E intorno a lei un cast femminile pazzesco: ognuna con un background potentissimo, ognuna con un segreto, una ferita, una bomba pronta a esplodere. Wentworth ha quella stessa capacità di OITNB di farti innamorare anche dei personaggi più ambigui, di farti passare da “la odio” a “poverina” nel giro di due episodi. La regia è intensa, i colpi di scena continui. E sì, c’è anche spazio per rapporti affettivi, a volte teneri, a volte devastanti. Non mancano le tematiche sociali, affrontate con uno stile diretto e senza giri di parole. Se cerchi una serie che ti prenda per la gola e non ti lasci più andare, Wentworth è una scelta perfetta. Occhio però: crea dipendenza. Di quella seria.
3) Woods (2020)

Ok, facciamo una piccola deviazione dal carcere, ma restiamo in territori oscuri, claustrofobici, e carichi di mistero. Woods, serie polacca del 2020 targata Netflix, è basata su un romanzo di Harlan Coben, e anche se non parla di prigioni vere e proprie, ha quell’atmosfera cupa, piena di segreti, e quel gusto per il flashback che ci ricorda molto alcune stagioni più drammatiche di OITNB. La trama segue un procuratore che, dopo anni, scopre nuovi indizi legati alla scomparsa della sorella avvenuta in un campo estivo negli anni ’90. Parallelamente, si intrecciano linee temporali e misteri che ti tengono incollato. Non è una serie leggera, ma nemmeno troppo pesante. Ha quel ritmo che ti fa dire “dai, uno ancora e vado a dormire”… e poi ti ritrovi alle 3 di notte a chiederti se quel personaggio è davvero chi dice di essere.
Quello che la rende adatta a chi ha amato OITNB? Il focus sui traumi, sul peso del passato, e su personaggi che portano le cicatrici addosso, anche quando non si vedono. Se ami le storie in cui nessuno è davvero buono o cattivo, dove ogni decisione ha una conseguenza pesantissima, Woods ti piacerà parecchio. Non ci sono sbarre, ma ci sono prigioni interiori. E a volte fanno ancora più paura (qui trovi 8 Serie Tv ambientate in prigione che sono da vedere assolutamente per gli amanti del genere).
4) GLOW (2017)

Dopo tanto dramma e mistero, è ora di tirare un po’ il fiato. Ma non troppo, eh. GLOW – acronimo di Gorgeous Ladies of Wrestling – è una dramedy deliziosa ambientata negli anni ’80 che racconta la nascita di uno show di wrestling tutto al femminile. E sì, sembra una premessa assurda, ma funziona alla grande. Dal 2017 al 2019, GLOW ha conquistato cuori (e nomination agli Emmy) grazie a un mix esplosivo di umorismo, girl power, outfit pacchiani e tanta, tantissima umanità.
Le protagoniste sono donne diversissime tra loro: un’aspirante attrice un po’ snob, una mamma in crisi, una regista disillusa, e tante altre outsider che trovano in questo show una seconda possibilità. C’è rivalità, certo, ma anche solidarietà, crescita personale e momenti di amicizia vera. Suona familiare? Esatto, proprio come in Orange Is the New Black. Il tono è più leggero, ma non superficiale. Si toccano temi come l’identità, il razzismo, il sessismo e la maternità con una delicatezza e un’ironia che non scivolano mai nel banale. E poi, diciamocelo: vederle combattere sul ring con parrucche, lustrini e mossa finale da urlo… è catartico. GLOW è un piccolo gioiello che ti fa ridere, emozionare e, sì, anche arrabbiare. Una serie che merita di essere recuperata (soprattutto visto che Netflix l’ha cancellata troppo presto).
5) OZ (1997)

Da OZ a Orange is The New Black
Chiudiamo con il capostipite del drama carcerario: OZ. Andata in onda dal 1997 al 2003 su HBO, è la madre di tutte le prison series moderne. Se Orange Is the New Black ha mostrato la vita in carcere con un mix di ironia e dramma, OZ lo fa con un’intensità brutale, senza filtri e senza pietà. Non è una visione per stomaci deboli, ma è un’esperienza che lascia il segno. Ambientata nell’unità sperimentale di un carcere di massima sicurezza chiamata Emerald City, OZ è una bomba di tensione, potere, razzismo, alleanze pericolose e brutalità.
Qui non c’è spazio per la leggerezza: ogni episodio è un pugno nello stomaco, eppure è impossibile smettere di guardare. Il cast è stellare (Kirk Acevedo, J.K. Simmons, Harold Perrineau, solo per citarne alcuni) e ogni personaggio è un mondo complesso, spesso contraddittorio, sempre interessante. Se in OITNB le dinamiche tra detenute e guardie a volte sembravano quasi comiche, in OZ sono pura strategia di sopravvivenza. La serie esplora anche temi come la redenzione, la fede, la vendetta e la sessualità in modo profondo e spesso scioccante. Non è una serie da prendere a cuor leggero, ma se sei pronto a un viaggio intenso e disturbante nel cuore del sistema carcerario, OZ è la meta finale (qui trovi una nostra analisi sull’esperimento sociale del Paradiso di Oz).
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