OneFour, debutto tra sfide e speranza: esce “Look At Me Now”

Il gruppo hip-hop australiano OneFour pubblica l’album d’esordio Look At Me Now dopo anni segnati da arresti, concerti cancellati e accuse di repressione. Un disco che racconta la rabbia e il riscatto di una generazione che definiscono invisibile.

Jun 14, 2025 - 22:05
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OneFour, debutto tra sfide e speranza: esce “Look At Me Now”

Arrivano dalla periferia ovest di Sydney e si propongono alla ribalta internazionale come una delle più importanti novità hip-hop della stagione. Il loro album Look At Me Now è qualcosa di più di un semplice disco per i OneFour.

Il gruppo australiano, pioniere della cosiddetta Aus drill, arriva al debutto discografico dopo un percorso costellato da ostacoli giudiziari, pressioni delle forze dell’ordine e cancellazioni di tour.

Nati e cresciuti a Mount Druitt, sobborgo a forte presenza pasifika – termine che indica le comunità insulari del Pacifico come samoani, tongani e fijiani – i OneFour sono diventati in pochi anni una delle voci più ascoltate ma anche discusse della scena rap australiana. Ma la loro musica ha sempre camminato sul filo del conflitto, tra narrativa autobiografica e accuse di istigazione alla violenza.

Chi sono gli OneFour: dal quartiere al culto underground

Il nome OneFour richiama le iniziali del codice postale 2148, che identifica la zona di Mount Druitt, area a bassa redditività, spesso trascurata dalla politica e bersaglio di retoriche securitarie. Il gruppo nasce ufficialmente nel 2014, da una crew di amici tutti di origine samoana: J Emz, Spenny, YP, Celly e Lekks.

Il collettivo si ispira inizialmente alla drill britannica, ereditandone i suoni cupi, i bassi distorti e la narrazione cruda della vita di strada. I loro primi brani virali – tra cui The Message, Spot the Difference e Shanks and Shivs – attirano subito l’attenzione dei media e delle autorità, che li accusano di glorificare la criminalità giovanile.

OneFour, l’accoglienza del pubblico

Ma la risposta del pubblico è opposta: le loro rime diventano la colonna sonora non ufficiale delle periferie multiculturali australiane, spesso discriminate, e contribuiscono a costruire un’identità collettiva nuova per i giovani pasifika.

A partire dal 2019, i guai con la giustizia diventano centrali nella narrazione degli OneFour. Spenny, YP e Lekks vengono arrestati per risse e aggressioni legate a scontri tra bande rivali, con pene che vanno da pochi mesi a diversi anni di detenzione.

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Dieci anni di attività e numerosissimi arresti: gli OneFour – Credits Instagram OneFour_official (Soundsblog.it)

Ribelli o perseguitati?

Alcuni video musicali vengono utilizzati dalla polizia come prova a supporto delle accuse. Il gruppo denuncia apertamente quella che definisce una campagna repressiva e persecutoria nei loro confronti da parte delle forze dell’ordine. “Non ci volevano sul palco, volevano vederci in cella”, diranno più tardi in un’intervista.

Effettivamente, diversi concerti vengono cancellati su pressione della polizia del New South Wales, che giustifica l’intervento per motivi di ordine pubblico.

Nel 2023, un documentario prodotto da Netflix dal titolo OneFour: Against All Odds racconta con toni drammatici il clima di tensione che ha accompagnato l’ascesa del gruppo, rivelando la portata mediatica e politica della vicenda.

Look At Me Now: “Ci siamo ancora”

Dopo anni di ritardi e frammentazioni, Look At Me Now vede la luce in questi giorni per la distribuzione di Sony/Orchard. Il disco contiene pezzi inediti ma anche brani storici, rivisitati in chiave narrativa, e segna un’evoluzione artistica matura. Non è solo un album drill: mescola trap, R&B e persino gospel, con testi che riflettono su carcere, riscatto, lealtà e comunità.

“Questo album è per chi ha vissuto quello che abbiamo vissuto noi, per chi ha visto amici sparire, per chi è stanco di essere giudicato solo per dove vive”, spiega J Emz in un’intervista a The Guardian. Il disco parla della lotta per essere ascoltati, ma anche della volontà di cambiare rotta: Look At Me Now è il tentativo di trasformare rabbia e trauma in memoria collettiva.

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La copertina di Look At Me Now degli OneFour – Credits Instagram OneFour_official (Soundsblog.it)

Il tour e il ritorno sulla scena: verso la legittimazione?

L’uscita del disco è accompagnata dall’annuncio di un tour nazionale, il primo senza restrizioni formali da parte della polizia. Per molti è il segnale di una possibile normalizzazione, ma anche di un riconoscimento del ruolo sociale della loro musica. Il successo degli OneFour, infatti, va oltre le classifiche: rappresenta la rottura di un silenzio istituzionale.

“Oggi i ragazzi pasifika hanno una voce che non possono più ignorare”, ha detto Spenny, tornato sulla scena dopo la detenzione. Le parole trovano eco tra fan, critici e attivisti, che vedono nel percorso degli OneFour un esempio raro di resistenza culturale dal basso.

OneFour, tra ferite e riscatto: l’Australia che cambia

Look At Me Now non è solo un album, è il diario crudo e coraggioso di un gruppo che ha camminato sul confine tra ribellione e caduta, tra visibilità e repressione. E che oggi, nonostante tutto, è ancora qui.

Nel Paese dove la rappresentazione delle comunità pasifika resta marginale, i OneFour impongono una narrazione alternativa: quella dei ragazzi cresciuti nella periferia dimenticata, pronti a raccontarsi a modo loro. Con un beat cupo, parole taglienti e – finalmente – un microfono aperto.