Scoperta affascinante in Spagna: un’impronta digitale riaccende il mistero dell’arte dei Neanderthal
Una scoperta incredibile in Spagna ribalta le convinzioni sugli uomini di Neanderthal: una pietra di oltre 40.000 anni fa riscrive la storia

Le ricerche archeologiche stanno permettendo di fare vere e proprie scoperte. Una delle ultime è avvenuta in Spagna, dove una pietra sepolta da oltre 40.000 anni ha riportato alla luce un enigma antico quanto l’uomo stesso. All’interno di un rifugio roccioso in provincia di Segovia, un ciottolo ha acceso una scintilla sull’intelligenza simbolica dei Neanderthal. Non parliamo di un utensile o di un’arma, ma di un oggetto apparentemente poco utile decorato con un puntino rosso al centro. Si tratta della prima impronta digitale umana mai scoperta!
La scoperta della prima impronta digitale di epoca Neanderthal
In Spagna, all’interno del sito archeologico di San Lázaro nella provincia di Segovia, i ricercatori hanno riportato alla luce un ciottolo unico: tra i sedimenti di un rifugio roccioso abitato da gruppi neandertaliani, a un metro e mezzo di profondità, è stato rinvenuto un sasso con un singolo segno al centro, un punto rosso. Il ciottolo, non avendo alcuna funzione pratica, sembra invece rivestire un significato più profondo, forse artistico o rituale
Il colore non è affatto naturale e, secondo gli scienziati, potrebbe trattarsi di un pigmento ocra applicato sull’oggetto poi trasportato in modo intenzionale nella grotta. Questo rinvenimento è solo l’inizio: grazie a sofisticate analisi multispettrali e al supporto della polizia scientifica spagnola, è emersa una scoperta ancora più sensazionale, il punto era stato tracciato con un dito lasciando impressa un’impronta digitale chiaramente distinguibile.
Si tratterebbe, secondo l’analisi, di un maschio adulto, forse un artista preistorico ante litteram. La posizione “strategica” del puntino, al centro di un ciottolo le cui cavità ricordano un volto, rafforza l’idea di un gesto intenzionale e simbolico.

A commentare la notizia è María de Andrés-Herrero, professoressa dell’Università Complutense di Madrid che ha spiegato come la pietra rappresenti una prova concreta delle capacità dei Neanderthal di pensare in modo simbolico e astratto.

La scoperta che riscrive la storia
La scoperta getta nuova luce su una delle questioni più dibattute in archeologia: i Neanderthal erano davvero capaci di creare arte? Per decenni, la risposta è stata incerta. Sebbene siano emersi indizi quali incisioni, oggetti decorati, pigmenti, la mancanza di prove chiare ha reso difficile una conclusione definitiva. Ora, però, questo semplice ciottolo potrebbe rappresentare la chiave di volta.
Il fatto che l’oggetto sia stato trovato in un contesto chiaramente non utilitaristico è fondamentale: indica che il gesto di tracciare il puntino rosso non aveva una funzione pratica, ma esprimeva forse un’intenzione estetica, simbolica o rituale.
In aggiunta, l’analisi del pigmento conferma che l’ocra non si trovava naturalmente nel sito: fu quindi raccolta e trasportata con un intento preciso. Secondo Gonzalo Santonja (rappresentate ufficiale della cultura in Spagna) è il più antico oggetto portatile dipinto mai scoperto in Europa ed è anche l’unico attribuito con certezza ai Neanderthal. Il piccolo frammento di pietra con la sua impronta umana impressa ricorda l’impulso di esprimere emozioni, simboli e visioni come parte intrinseca dell’animo umano ed evidenzia come l’attività sia ben più antica di quel che si pensava fino ad ora.